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Max Canzi | Foto Andrea Baldinu

Cagliari, Canzi: “Vi racconto il 4-3-3 di Zenga”

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Il vice allenatore della prima squadra ed ex tecnico della Primavera Max Canzi è stato nostro ospite nella rubrica Linea 131: ecco alcune delle sue dichiarazioni più importanti durante la nostra intervista.

TRA PRESENTE E FUTURO

Il tecnico ci racconta dei suoi primi giorni da secondo di Zenga: “Ho passato tre settimane ad Asseminello con Walter, Gianni Vio e il direttore Carli, poi con Marcello siamo rientrati a casa dalle nostre famiglia finita la quarantena.  Con Walter ci siamo incrociati più volte in campo, in queste tre settimane abbiamo fatto famiglia e abbiamo lavorato tanto: abbiamo guardato tutte le partite del Cagliari e quelle dei futuri avversari. Walter è molto rigoroso, chiede tanto a se stesso e ai suoi collaboratori ed è una persona simpatica. Ci siamo concentrati decisamente sulla prima squadra. Walter è molto presente in campo, vuole essere al centro dell’allenamento: ha un’empatia straordinaria con i calciatori, quando entra in spogliatoio la sua esperienza si sente. Nessun allenatore ha allenato in 8 nazioni diverse, parla le lingue e nel calcio di oggi questo è un plus”.

Sul possibile apporto che può portare il mago dei calci piazzati Vio: “Gianni è un guru, un vate delle palle inattive: chi ha seguito la Primavera negli ultimi sa che molti dei nostri risultati sono arrivati da calci piazzati. Molte delle idee che ho sviluppato sono frutto di pensieri di Gianni anche perché Antonello Brambilla ha lavorato con lui e ai tempi di Mario Beretta ci si riuniva con docenti e uno tra questi era Vio.

Canzi ci ha raccontato anche la sua infanzia e i suoi idoli: “Nasco milanista, il mio idolo indiscusso quindi è stato Gianni Rivera, poi crescendo e volendo fare il portiere è stato Ricky Albertosi. Mi ricordo una delle prime volte a San Siro arrivare camminando mano nella mano con mio padre e intravedere per la prima volta il campo dagli anelli. Quando sono riuscito per la prima volta a sedermi sulla panchina con lo staff mi sono commosso”.

Il tecnico milanese ha poi guardato al recente passato con un commento sulla gestione Maran: “Lui e il suo staff seguivano spesso l’allenamento della Primavera, avevamo messo in piedi una collaborazione di alto livello: Carli, Maraner o lui stesso non hanno mai perso una nostra partita e questo per me è molto importante. Questo ha fatto si che quando c’era bisogno di un giocatore per l’allenamento sapevano chi scegliere e ne conoscevano le caratteristiche. Giovani poco utilizzati da Maran? Chiaro che ci sono delle gerarchie in squadra, saltarle vorrebbe perdere un po’ l’equilibrio. Penso che l’ultimo appunto che si possa fare a Rolando sia quello di uno scarso rapporto col settore giovanile”.

IL FUTURO 

Pochi allenamenti a disposizione per la coppia Zenga-Canzi che studia giù delle variazioni sul modulo: Abbiamo avuto veramente poco tempo per lavorare e dire come sarà il nostro schieramento: sicuramente il mister vuole avvicinare il più possibile alla porta Nainggolan e Joao Pedro, che quest’anno ha segnato in tutti i modi: più passano gli anni più ha dimostrato di essere un attaccante, ma senza dimenticare le altre punte in rosa. Sono sue opinioni che condivido a pieno”. L’emergenza coronavirus cambierà i connotati al modo di costruire le squadre nel campionato italiano: “Ci sarà spazio per tutti, questo sarà un campionato a parte dove qualsiasi gerarchia sarà azzerata. Se si dovesse rigiocare, come mi auguro, ci saranno tante partite ravvicinate e una rosa ampia potrebbe essere utile, se poi aggiungiamo qualche ragazzo della Primavera può essere un’arma in più. Non sono un esperto di calciomercato né tanto meno un appassionato, ma questa situazione per me favorirà l’inserimento dei giovani. Questo, per il calcio in generale, potrebbe essere un piccolo risvolto positivo per questa cosa terribile che è accaduta al mondo. Dopo una crisi penso ci siano delle opportunità di crescita, se non strutturali almeno a livello personale”.

I GIOVANI 

Sulla Primavera rossoblù e un eventuale ripresa del campionato: “Per un mese tutti si sono prodigati in previsioni del futuro e pronostici, non dipende da noi sapere quando tutto sarà finito o quasi: se è difficile sapere quando rientrare per la prima squadra, figuriamoci saperlo con la Primavera. Il mio ruolo? In questo momento sono sposato con la causa Cagliari Calcio, quello che mi chiederà la società farò”.

Sui giovani della Primavera: “Si tratta di un campionato con tanta visibilità, difficile fare dei nomi: molti giocatori dei grandi club sono già ad alti livelli, poi non è detto siano pronti per la Serie A. Zaniolo e Luca Pellegrini sono tra i pochi ad essere saltati dalla Primavera alla prima squadra. Se mai  mi avessero detto che Zaniolo sarebbe diventato così forte mi sarei messo a ridere: non avrei mai detto quando l’ho visto giocare contro di noi con l’Entella, questo è un po’ il mistero di alcuni giocatori della Primavera; può capitare uno Zaniolo, ma anche un fenomeno che poi si perde”.

SUI SINGOLI

Su Alessandro Agostini: “Sta facendo esperienza in panchina, ma ha dalla sua una grandissima esperienza da giocatore. Ha passione e curiosità, prerogative per i mister. Offre molta empatia, potrà diventare un buon allenatore. Gli auguro una grande carriera”.

Sulla famiglia Conti: “Bruno Junior è mancino come il nonno, ma assomiglia al papà come posizione in campo e fisico. Daniele allenatore? È una persona intelligente che sa di calcio, ha grande empatia. Se decide di farlo lo può fare molto bene, ha tutte le caratteristiche”.

Su Delpupo: “Un ottimo giocatore, è stato tanto tempo qua prima di poterlo tesserare nonostante noi abbiamo fatto tutto come Dio comanda. Purtroppo ha fatto una partita con la Primavera e al primo allenamento con la prima squadra si è strappato. Ha grandissime qualità, lo facevamo giocare davanti per le sue abilità, ma può avere un futuro da mezzala. Detto questo però stiamo calmi, lasciamoli completare il processo di maturazione che ogni ragazzo deve avere”.

Sulla prima squadra: “Radja è inutile dirlo che impressioni, ma per applicazione ammiro Pisacane; nutrivo dubbi sulla sua capacità di andare in Serie A, ma lui si è migliorato tantissimo in tutti gli aspetti grazie alla sua mentalità. Nandez unisce quantità, garra e qualità, mi piacciono i giocatori che escono dal campo con la maglia sudata. Pereiro e Despodov? non sono giocatori che ho mai allenato abbastanza e quindi è difficile dare un giudizio. Guardandoli così da fuori, posso dire che Gaston può offrire più soluzioni tattiche e ha una grande struttura fisica”.

La chiosa sullo storico Scudetto del Cagliari: “Sono molto fortunato di essere stato coinvolto più volte in cene con gli ex rossoblù dello Scudetto. Li conosco un po’ tutti, con Tomasini abbiamo un bel rapporto e in una cena c’erano anche Ricky Albertosi e Gigi Riva. C’è grande dispiacere per non festeggiare 50° e centenario del club, se ne parla da anni”.

 

 

 
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