Prova superata. Alla vigilia di Cagliari-Carrarese Davide Nicola aveva detto in conferenza stampa di essere curioso della risposta dei suoi ragazzi alle difficoltà offerte dalla prima partita ufficiale della stagione, di fronte a una Unipol Domus quasi esaurita.
Ebbene, il 3-1 finale grazie alle reti di Piccoli, Pavoletti e Prati ha segnato il passaggio del turno in Coppa Italia, ma soprattutto dato le prime buone vibrazioni all’ambiente rossoblù, allenatore compreso. “Mi è piaciuto il modo con cui i ragazzi hanno messo in campo il mese di lavoro alle spalle, sia come strategia che come qualità”, ha dichiarato nel post partita il tecnico piemontese, giudicando positiva la prestazione di Pavoletti e compagni. Che di fronte a una Carrarese ancora in rodaggio – perché adattarsi a una categoria tosta come la Serie B non è semplice per nessuno – hanno provato a mettere in pratica i principi di gioco instillati da Nicola in questo mese abbondante di lavoro, mostrando per lunghi tratti quell’intensità e aggressività marchi di fabbrica dell’ex allenatore dell’Empoli. Che lo ha sottolineato davanti ai microfoni: “Mi è piaciuta l’attitudine nel portare la nostra idea di gioco, per gran parte della partita sotto questo aspetto ho visto il lavoro che abbiamo studiato durante queste settimane di allenamento”. Segno che la tabella di marcia stilata dallo staff tecnico fin qui è stata rispettata, al di là del risultato in sé che permette al Cagliari di proseguire il cammino in Coppa Italia, a differenza di alcune rivali per la salvezza come Hellas Verona, Venezia, Como e Parma, tutte eliminate all’esordio.
Pollice su
Contro la Carrarese ha colpito la prestazione generale della squadra, apparsa subito in linea con i dettami di Nicola: raramente si era vista una squadra in grado di aggredire la partita fin da subito – attenzione: contro un avversario di categoria inferiore –, cercando costantemente la verticalità e creando spesso e volentieri occasioni da gol. L’attacco “pesante”, ovvero il tridente Luvumbo-Pavoletti-Piccoli, ha dato profondità alla manovra e consentito ai rossoblù di tenere il baricentro molto alto, grazie a una difesa in grado di restare corta e sempre nel vivo dell’azione. Nient’altro di tutto quello che si è visto in ritiro, tra Assemini e Châtillon: Luperto ha dato sicurezza al reparto arretrato, così come Wieteska è parso sul pezzo soprattutto dal punto di vista caratteriale. In attesa che Mina e Palomino (presente ieri allo stadio, ma andato via praticamente al fischio finale) siano in grado di dare il proprio contributo di cattiveria e “ignoranza” alla difesa, la risposta del polacco è stata positiva. A centrocampo hanno brillato le stelle di Marin e Prati: tecnica e fosforo al potere, ma soprattutto al servizio di una squadra muscolare che necessita di idee chiare a centrocampo. La prestazione del rumeno ex Empoli è Ajax è stata quasi perfetta, grazie alla capacità di essere presente in entrambe le fasi, mentre il 2003 romagnolo ha rimesso ordine nel secondo tempo quando la fatica e il caldo avevano annebbiato la mente ai rossoblù, permettendo il ritorno in partita della Carrarese. Con una postilla: la cattiveria dimostrata nel voler trovare il gol a tutti i costi, nonostante la respinta di Bleve, fa ben sperare per il futuro. Chiusura sull’attacco: con un gol (e mezzo) segnato, tanto movimento e generosità Roberto Piccoli si è guadagnato gli applausi convinti del suo nuovo pubblico. Decentrato sull’esterno per lasciare spazio a Pavoletti, il centravanti bergamasco ha fatto capire perché potrà essere una delle pedine fondamentali del Cagliari di Nicola. Specie se finalmente riuscirà a essere continuo davanti alla porta avversaria.
Note stonate
In una serata globalmente positiva c’è stato spazio anche per alcune situazioni da rivedere. La prima è sicuramente la lettura difensiva da film horror in occasione del momentaneo 2-1 di Panico. Nomen omen, verrebbe da dire, vista la gestione totalmente sbagliata da parte del trio formato da Augello, Zappa e soprattutto Scuffet. Il primo si è fatto superare in velocità da Zuelli, il cui assist orizzontale ha attraversato tutta l’area prima di essere ribadito a porta vuota da un Panico lasciato colpevolmente solo dal numero 28 rossoblù. Ma le responsabilità maggiori sono di Scuffet, uscito con i tempi sbagliati e rimasto a guardare nella terra di nessuno tra area piccola e dischetto. “Domani (oggi, ndr) vedremo la rete subita per capire come migliorare, perché per ogni gol incassato ci sono almeno 5 o 6 errori in sequenza e secondo me si era già sbagliato da molto prima”, ha commentato con la sua consueta lucidità il tecnico piemontese, che durante il match contro i toscani di Antonio Calabro ha tenuto costantemente alta la tensione dei suoi giocatori. Così come in avanti non si può non sottolineare la giornata storta di Lapadula: il centravanti italoperuviano ha avuto diverse occasioni per lasciare il suo marchio sul match, ma incredibilmente per i suoi standard di cecchino d’area le fa fallire tutte. Buon per lui che ci ha pensato Prati a chiudere la gara, prima che potesse sorgere qualche rammarico per i gol falliti. Errori da non commettere più, anche perché domenica 18 agosto all’Unipol Domus per l’esordio in Serie A arriva la Roma di Dybala, Soulé e Dovbyk, pericolosissimo tridente offensivo nelle mani di Daniele De Rossi in panchina. Una sfida ricca di fascino e insidie per i rossoblù di Nicola, che aspetta di capire se ci saranno novità sul mercato in grado di migliorare da subito la sua rosa. Intanto però il tappo è stato tolto: il successo contro la Carrarese può e deve diventare il viatico di una prima parte di stagione da non sbagliare, ricca di occasioni importanti (come le quattro gare interne nelle prime cinque giornate), per dare solidità e continuità a un progetto tattico ambizioso che ha il compito di emozionare e non deludere, come già accaduto in passato, una piazza che fin da subito ha mostrato a squadra e società la sua fiducia “a scatola chiusa”.
Francesco Aresu