Diciamolo subito, la sconfitta in casa contro il Bologna, per prestazione e forza reale dell’avversario, è diversa da quella di Udine, arrivata anche per la solita cattiva gestione degli episodi da parte del distratto Cagliari di Davide Nicola. Ma una sconfitta resta una sconfitta, così come dati e classifica alla mano l’involuzione dopo il periodo di costanza e risultati contro Parma, Juventus e Torino è oggettiva. E non ci sono belle parole o giustificazioni tecniche che reggano.
Scelte
Quello che è paragonabile tra la serata storta di Udine e la gara persa alla Unipol Domus contro i ragazzi di Vincenzo Italiano è la lettura del match. Parsa a tratti errata da parte dei rossoblù. Un giocare sull’avversario invece che sulle proprie ritrovate certezze che lascia più di un dubbio. In Friuli Nicola ha stravolto la squadra per tornare a tre e adattarsi al modo di giocare dei bianconeri. Tattica che non ha ripagato e ha tolto fiducia. Contro il Bologna la scelta coraggiosa di andare a giocare in palleggio contro una squadra sicuramente meno in fiducia, prima del successo in Sardegna i rossoblù emiliani arrivavano da un mese senza vittorie tra Serie A e Champions League, non solo non ha portato benefici ma anzi sembra, a posteriori, aver limitato un Cagliari che comunque aveva approcciato, almeno dal punto di vista mentale, bene il match e con la giusta voglia per reagire dopo l’Udinese. La rete di Orsolini nasce da una palla persa nella metà campo del Cagliari, con Piccoli e compagni che hanno fatto male quasi esclusivamente con l’attacco diretto alla profondità. E la domanda allora resta: perché puntare su un Cagliari speculativo quando con intensità e attacco allo spazio questa squadra aveva trovato un suo percorso?
Uomini
E poi restano i dubbi sugli interpreti. Vero, Nicola con gli impegni ravvicinati doveva fare del turnover e gestire le energie dei singoli, ma ha avuto senso lasciare in panchina contro il Bologna alcuni giocatori? Specie considerando che contro Udinese e Bologna, sulla carta, sarebbe stato più facile arrivare a punti rispetto alle prossime uscite contro Lazio, a Roma, e Milan, in casa. Il campo ha detto che al momento questa rosa non può prescindere dai muscoli e dallo strappo di Adopo in mezzo al campo. Così come accantonare Luvumbo, fuori forma e fuori focus in questo avvio di stagione, è comunque un’idea pericolosa per una squadra che con i soli Piccoli e Lapadula in avanti ha bisogno di reinserire e non mettere in un angolo un classe 2002 che ancora non ha trovato il modo di rendere come sperato con Nicola. Anche la scelta di puntare dall’inizio sulla qualità di Viola e Gaetano lascia perplessi, specie perché con richieste tattiche lontane dalle caratteristiche dell’ex Napoli. Che paga anche una condizione ancora non ottimale.
Futuro
Lazio e Milan probabilmente, anche in caso di sconfitta, non saranno decisive per il futuro di Nicola, ma molto dipenderà da come sarà la prestazione del Cagliari. Perché dopo l’Empoli la sua squadra sembrava aver trovato una strada sulla quale crescere mentre Udine e il Bologna in Sardegna invece hanno dimostrato come questa squadra sia finita nuovamente dentro l’altalena. Per atteggiamento e scelte però gli ultimi due stop sono delle sconfitte dove la compartecipazione del tecnico piemontese è parsa evidente, per lo meno a noi giornalisti. E chissà che non valga lo stesso anche per chi muove i bottoni delle poltrone cagliaritane. Gli esperimenti hanno rotto un primo assaggio di equilibrio e ora spetta a Nicola ritrovarlo, lui che in carriera spesso è stato abile equilibrista in condizioni più che precarie.
Roberto Pinna