Pierpaolo Bisoli è stato l’artefice della salvezza insperata del Cosenza. Una permanenza in cadetteria raggiunta dopo un girone di ritorno che ha trascinato la squadra fino ai playout vinti contro il Vicenza, in cui a lasciare il segno è stato anche un ex rossoblù come Joaquin Larrivey. Tra i lupi però sono stati diversi i protagonisti. Tra questi anche Alessandro Di Pardo, nome nuovo accostato ai rossoblù, e Aldo Florenzi, centrocampista nuorese classe 2002. Abbiamo parlato di loro proprio con l’ex tecnico del Cagliari.
Mister Bisoli, Alessandro Di Pardo sembra essere molto vicino al Cagliari. Può tracciarci un suo profilo?
“Di Pardo è un giocatore di spiccate doti offensive. È un primo Spinazzola quando l’ho avuto a Perugia che poi l’ho trasformato terzino. Non so con che modulo giocherà il Cagliari, ma se giocherà da terzino deve abituarsi a fare le diagonali e ad adempiere a tutti gli altri compiti difensivi. Va lavorato, in questo momento è un quinto però ha grandi potenzialità. Ha un motore importante, spinge bene, ha un buon piede e sa crossare. In fase difensiva gli va fatto capire che magari si deve fare più attenzione alla posizione che alla palla però è un giocatore su cui io punterei. Ha un motore da Serie A“.
Nel suo Cosenza è stato protagonista anche un giovane sardo, Aldo Florenzi. Che tipo di giocatore è? Lo consiglierebbe al Cagliari?
“È un ottimo giocatore, l’ho sempre definito come un giovane-vecchio, infatti in una partita gli diedi anche la fascia da capitano. È un ragazzo con spiccate doti di tattica, sa dove cade la palla e ha una capacità di recupero palla importante e sa soprattutto pulirla bene. Lui ha il passaggio lungo, ma nel corto è davvero bravo. Tecnicamente ha uno stop importante, è un giocatore da un futuro, secondo me, da Serie A. Io ho una mia percezione. Se vuole andare a giocare nella massima serie deve però spostarsi in mediana davanti alla difesa. Perché mezzala non ha quella fisicità che oggi hanno in quel ruolo, che vede tanti giocatori forti di testa e di inserimento. Gli ho fatto fare una partita davanti alla difesa, mi sembra contro il Cittadella, e ha giocato una gara da mille e una notte. E lì secondo me ha un futuro da Serie A. Se fossi una squadra con l’obiettivo di vincere lo prenderei subito: primo perché è un 2002 e secondo perché ha dei grandi margini di miglioramento“.
Il Cagliari è tornato in cadetteria dopo sei stagioni e il livello del campionato si è alzato. Che tipo di campionato sarà? E come si riparte dopo una retrocessione amara?
“Quest’anno sarà una Serie B che secondo me sarà definibile realmente come una A2. Ci saranno piazze importanti, anche tra chi è stato promosso dalla Serie C: tre per blasone, Modena, Bari e Palermo, e Sud Tirol per la sua organizzazione, per come ha costruito negli anni la propria mentalità. Non dimentichiamo poi che ci sono state tre retrocesse che nessuno si aspettava. Sicuramente non si prevedeva la discesa di Genoa e Cagliari, il Venezia poteva essere una squadra in grado di lottare per rimanere. Quest’anno almeno dieci o undici squadre partiranno con l’idea di salire in Serie A e tra queste c’è il Cagliari. Come si riparte? Ci vuole entusiasmo, individuare subito i giocatori da cui si riparte e creare l’ossatura. Ho letto che in tanti andranno via ma quelli che rimarranno dovranno essere con la testa dentro al progetto, devono sposare il Cagliari. Se c’è da soffrire dovranno soffrire, dovranno essere i primi a tirare il gruppo: sarà un anno per loro difficile perché restare dopo una retrocessione non è semplice ma chi rimane deve avere lo spirito giusto. Uno spirito che ti porti a lottare per il campionato, il Cagliari non si può nascondere da questa situazione“.
Un piccolo passaggio sul suo futuro. Si è chiusa l’avventura a Cosenza, ora cosa si aspetta?
“Io ho fatto veramente una cosa importante a Cosenza. Spero che venga apprezzato il mio lavoro, perché quando sono arrivato tutti davano la squadra per spacciata. Mi auguro che chi deve giudicare mi dia l’opportunità di lavorare. Ora chiaramente le panchine sono tutte chiuse e bisognerà aspettare. Però negli ultimi anni ho dimostrato che quando sono entrato in situazioni di difficoltà ho portato a termine il lavoro: sia a Cremona e che a Cosenza. Mi aspetto che quanto ho fatto venga valorizzato, nel frattempo andrò a vedere le partite, anche se Serie B e Serie C le conosco bene, per rimanere aggiornato“.
Matteo Cardia