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Un “attacco” di panico per il Cagliari

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A Bologna Despodov non è andato bene, torna Birsa. Come schierarsi offensivamente?

Pensiamo alle partite del Cagliari e proviamo a ricordare almeno tre punizioni guadagnate al limite dell’area. Difficile, vero? Sarebbe semplice, come da costume italico, accusare di frivolezza la madre di qualche direttore di gara, in realtà la spiegazione risiede nel modo di attaccare dei rossoblù. Il Cagliari non “imbuca” quasi mai centralmente.

E’ fisiologico servire un centravanti come Pavoletti con i cross dal fondo, ma è altrettanto lampante come manchino le varianti al canovaccio tattico. La seconda punta o il trequartista sarebbero i deputati a svolgere quel tipo di lavoro. Ma, vuoi per caratteristiche vuoi per carenze di varia natura, non riescono a dare il necessario apporto.

Barella è ormai un centrocampista totale ma manca del proverbiale ultimo passaggio. Per Joao Pedro vale il medesimo ragionamento sulla capacità di mandare il compagno in porta quando staziona sulla trequarti, mentre da seconda punta risulta più utile nel “riempire” l’area creando un’alternativa all’inzuccata del puntero labronico (come testimoniano le occasioni avute sulla testa nelle ultime due gare) piuttosto che nel creare alternative di gioco a supporto. Un po’ per questo un po’ per rimediare al risultato, Maran nel secondo tempo di domenica ha optato per un abbassamento di Barella e, a scalare, del brasiliano, inserendo il neo arrivato Despodov.

Purtroppo la prova del giovane bulgaro è risultata impalpabile, a dimostrare come ad oggi possa dire la sua solo in contesti tattici favorevoli come gli ultimi 10′ contro l’Inter. Meno a suo agio sembra essere quando c’è da caricarsi sulle spalle il peso della prima linea in un match da recuperare. Acerbo e da rivedere, l’ex CSKA Sofia fresco di convocazione in Nazionale. A Bologna è stato impalpabile come Thereau, che non ha certo dalla sua l’attenuante dell’inesperienza o della scarsa confidenza col calcio italiano, e al quale si può concedere al massimo quella della scarsa condizione fisica. Per caratteristiche tecniche e fisiche, Thereau sarebbe l’uomo ideale per sopperire alle mancanze offensive di cui accennavamo sperando che non sia giunto all’ombra della Sella del Diavolo per svernare.

Un’altra chiave per poter aprire lo scrigno delle difese avversarie sarebbe poi il pieno recupero di Birsa. Anch’egli apparso appannato e con autonomia limitata in quel di Bologna, ha senza dubbio le peculiarità per fungere da raccordo tra i reparti e garantire quel pizzico di fantasia di cui un Cagliari “mono attacco” ha estremo bisogno. In un abito tattico ormai definito e definitivo come il 4-3-1-2 sposato dal tecnico trentino, una mediana con Barella, Cigarini e Ionita e un attacco con Birsa a supporto di Joao e Pavoletti appare quanto di meglio la rosa cagliaritana attualmente possa esprimere. Sulla carta, perciò, sarebbero Faragò e Thereau le prime alternative all’undici titolare su cui puntare alla bisogna.

Sulla carta, appunto…
Senza la voglia di correre e di attaccare messa in campo con veemenza contro l’Inter, e invece completamente mancata nella seconda frazione al “Dall’Ara”, ogni ragionamento varrebbe ne più ne meno quanto una partita di fantacalcio tra amici.

Mirko Trudu