Una vittoria che ha il sapore della salvezza, che rompe un digiuno lungo oltre cinque decenni. E che soprattutto dà alla tifoseria quella botta di vita che nelle ultime settimane era venuta meno. Lo 0-2 con cui il Cagliari di Davide Nicola ha espugnato il Bentegodi di Verona, infliggendo la seconda sconfitta stagionale all’Hellas di Paolo Zanetti, proietta i rossoblù al quattordicesimo posto in classifica a 33 punti, con un vantaggio di 8 lunghezze su Empoli e Venezia che, se la Serie A finisse ora, sarebbero retrocesse insieme al Monza.
Tattica e cuore
Una distanza rassicurante in vista delle ultime quattro giornate, che vedranno Pavoletti e compagni impegnati contro Udinese e Venezia in casa, Como e Napoli fuori dall’Isola. E ben si capisce l’importanza del successo all’inglese sugli scaligeri, griffato dai due capitani Pavoletti e Deiola, autori di un gol per tempo. Tre punti meritati per un Cagliari bravo a leggere alla perfezione il match a livello tattico. Siamo stati facili profeti: nelle nostre dirette prima del match avevamo vagheggiato la possibilità che la squadra di Nicola lasciasse il pallino del gioco ai padroni di casa, ultimi nelle statistiche della Serie A alle voci passaggi completati e, soprattutto, possesso palla. E Nicola ha seguito proprio questa strada, dimostrando come il calcio a volte sia più semplice di quanto si pensi. I rossoblù hanno subito preso le misure a un Hellas che ha mostrato tutti i propri limiti in fase di costruzione e non solo. In un match tutt’altro che spettacolare e con tanti errori individuali, chi ha sbagliato meno ha avuto la meglio. Ma soprattutto chi ha provato con maggiore costanza a fare male all’avversario, ovvero il Cagliari, ha meritato la vittoria. Nicola ha letto alla perfezione la gara, sfruttando la voglia di spaccare il mondo di capitan Pavoletti e la qualità di Marin, riproposto dall’inizio dopo ben 94 giorni di distanza dopo l’ultima gara da titolare giocata a Torino contro i granata (24 gennaio, 2-0 per la squadra di Vanoli). La mediana a tre con Makoumbou in cabina di regia e due mezzali, il già citato Marin e l’onnipresente Adopo, ha convinto appieno, confermandosi una valida soluzione in gare di attesa grazie anche alla forza propulsiva in ripartenza di esterni e delle stesse mezze ali.
Immarcescibile Pavoletti
Lasciando l’iniziativa a un Verona confuso e mai davvero pericoloso per la difesa rossoblù, in cui Palomino ha riscattato le ultime prestazioni non perfette, limitando senza troppa fatica insieme a Luperto la coppia d’attacco gialloblù Sarr-Mosquera, il Cagliari ha messo la gara sui binari preferiti. Il vantaggio firmato dal solito, immarcescibile Pavoletti è stato la svolta del match. Titolare per necessità data la squalifica di Piccoli, il centravanti livornese ha dimostrato per l’ennesima volta in carriera di essere l’uomo del destino per il club rossoblù. Quando tutti oramai lo davano per finito, il capitano ha tirato fuori l’ennesima prestazione di cuore e sostanza, riuscendo a superare i propri limiti. Il trofeo di Mvp della partita, uno degli obiettivi della sua stagione come da lui stesso confessato nei mesi scorsi, è stato il giusto premio per una gara da leader vero, che ha lottato fino all’ultimo secondo in cui è rimasto in campo. La sua presenza, come detto da Nicola nel post-partita, ha permesso al Cagliari di restare più corto e compatto, con la linea mediana a cinque abile a “dosare bene la profondità di campo, conquistando verticalità e palleggio” per usare le parole del tecnico rossoblù. E la solidità del centrocampo è stata un’altra chiave del successo di Verona: nel confronto diretto tra reparti, gli uomini di Zanetti non sono praticamente mai riusciti a bucare la linea rossoblù, con l’uscita anzitempo di Suslov per problemi gastrointestinali che li ha privati dell’uomo di maggiore fantasia e imprevedibilità. Il raddoppio di Deiola ha messo il sigillo sul match, chiudendo ogni possibile recupero degli scaligeri e regalando, di fatto, mezza salvezza alla squadra di Nicola. Che con lo 0-2 del Bentegodi ha raggiunto l’ottava vittoria in campionato, con una curiosa statistica: tolti il 3-2 sul Torino e il 4-1 sul Lecce, gli altri sei successi sono arrivati contro Parma, Monza e appunto Hellas, battute sia all’andata che al ritorno.
Futuro
A quattro giornate dal termine per Pavoletti e soci gli otto punti di vantaggio sulla terzultima sono una distanza di sicurezza sufficientemente adeguata per potersi sentire virtualmente salvi. Ma non è ovviamente ancora finita: i rossoblù dovranno fare di tutto per conquistare quanti più punti sui 12 a disposizione. Per vari motivi: sia per la classifica, che ora vede il Cagliari a quota 33 e in testa al gruppetto impegnato nella lotta salvezza, ma soprattutto per provare a mettere i primi mattoncini per la prossima stagione. Chiudere i conti sabato 3 maggio contro l’Udinese all’Unipol Domus potrebbe essere l’occasione giusta per farlo, festeggiando verosimilmente la salvezza anche con l’ausilio della matematica, in caso di mancate vittorie di Empoli e Venezia. Se la mentalità sarà la stessa del Bentegodi, allora ci saranno buone possibilità di riuscire nell’obiettivo. Per chiudere in gloria una stagione sicuramente in linea con l’obiettivo societario ma che, per quanto mostrato più volte in campo da Nicola e dai suoi ragazzi, avrebbe meritato meno patemi d’animo e qualche soddisfazione in più come quella vissuta a Verona.
Francesco Aresu














