Eh no Cagliari, così non va bene. Il 3-1 con cui la squadra di Claudio Ranieri torna da Frosinone è uno di quegli schiaffi di cui gli oltre 650 tifosi rossoblù accorsi fino al Benito Stirpe, sfidando i pochi (e freddi) gradi della città ciociara avrebbero fatto largamente a meno.
Tendenza pericolosa
Perché il ko contro la squadra di un soddisfattissimo Eusebio Di Francesco – complicato, oggettivamente, dargli torto – porta con sé diversi aspetti negativi. Non tanto per la classifica, dato che tranne l’Empoli tutte le altre rivali per la salvezza hanno perso e il passo falso dello Stirpe ha dunque un peso relativo. Ma il peccato originale è l’aver ridato certezze a una squadra in profonda crisi di identità e gioco come il Frosinone che, esattamente come l’Hellas Verona, nella prima frazione ha mostrato il lato peggiore di sé. Il gol di Sulemana, il primo in Serie A e con la maglia del Cagliari, ha illuso i rossoblù di essere a buon punto nella strada verso i tre punti. Il colpo subito dal Frosinone sembrava aver lasciato il segno, tanto che non a caso il pubblico di fede gialloblù ha più volte accompagnato con fischi le giocate sbagliate di alcuni, su tutti Mazzitelli e Cheddira. Il capitano gialloblù ha però saputo rifarsi con un gran secondo tempo, sfruttando l’erroraccio di Augello in marcatura e il blocco di Okoli su Petagna, che stava provando a contrastare il numero 36 di casa. Il gol dell’1-1 è stato il vero punto di svolta del match, anche se la scossa è giunta dopo la scelta di DiFra di inserire Kaio Jorge e Harroui per un fischiatissimo Cheddira e Reinier. Soulé ha potuto godere di maggiore spazio e ne ha approfittato subito, aiutato da un Kaio che con astuzia, dopo un contatto molto leggero con Dossena che al termine del match ha detto di non aver toccato il brasiliano, ha conquistato un calcio di punizione poi trasformato perfettamente dall’argentino, con una traiettoria che Scuffet ha potuto solo ammirare. E Ranieri? Il tecnico rossoblù ha certamente la sua quota di responsabilità, soprattutto per la gestione dei cambi e del secondo tempo. Le scelte del primo, a cominciare da Zappa braccetto a sinistra in marcatura quasi a uomo su Soulé ha pagato, con il talento in prestito dalla Juventus che non è riuscito a trovare le sue solite giocate ricche di imprevedibilità e fantasia, limitato anche dal dover contenere Azzi in prima battuta sulle ripartenze cagliaritane.
Contropiedisti cercasi
Come contro il Bologna, anche a Frosinone il 5-3-2 ha reso praticamente impossibili le geometrie di Barrenechea e Mazzitelli, a lungo in difficoltà in fase di costruzione. Poi però sono emersi i soliti fantasmi con cui Pavoletti e soci stanno facendo i conti da inizio stagione. Due errori individuali “da valutare bene”, come ha detto Ranieri in conferenza stampa, che hanno affossato le velleità di vittoria in trasferta. “Siamo masochisti, sì”, ha detto ancora tra il serio e il faceto il tecnico romano, cercando di sdrammatizzare. Eppure la pericolosa tendenza a risvegliare avversari in crisi continuando a fornire loro regali insperati non può non preoccupare lo stesso Ranieri, che nel post partita ha ammesso i meriti del Frosinone ma ha soprattutto sottolineato l’assenza di giocatori come Luvumbo e Oristanio, capaci con le loro doti di aggredire gli spazi e attaccare in velocità. Un limite su cui Di Francesco ha giocato, permettendosi di sbilanciare la squadra sfruttando “la mancanza di grandi contropiedisti” nel Cagliari che, dopo aver subito il 2-1, si è affidato alle “preghiere” per Pavoletti e Lapadula – subentrati a Petagna e Prati – per cercare un pareggio che, prestazione alla mano, probabilmente sarebbe stato immeritato. È vero, Turati ha salvato i suoi con due miracoli su Dossena e Pavoletti, entrambi su calcio piazzato, ma la sensazione di arrendevolezza data dai rossoblù nella ripresa giustifica in pieno la sconfitta.
Un ko che in casa Cagliari andrà necessariamente metabolizzato in fretta, dato che venerdì 26 gennaio alla Unipol Domus è atteso il sempre ostico Torino, imprevedibile come tutte le squadre di Juric. Ma guai a sottovalutare gli insegnamenti di questo 3-1 che, chissà, magari ha dato qualche nuova indicazione al diesse Bonato in fatto di mercato. La classifica non lascia già più alibi ai rossoblù, chiamati a vendicare il ko di Frosinone con una gara “gagliarda”, quella che allo Stirpe è rimasta soltanto nei desideri di un Claudio Ranieri apparso già in sala stampa decisamente in attesa del riscatto dei suoi ragazzi. Per far sì che la lezione subita in terra ciociara sia salutare – per svegliarsi da ogni eventuale illusione dopo i tre punti con il Bologna – e utile, così da non commettere (una volta per tutte, questo è l’auspicio) sempre gli stessi evitabili errori.
Francesco Aresu














