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Bucchi: “La Torres non è in crisi. Perugia? Squadra con ottime individualità”

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Dopo l’importante vittoria sul campo della Lucchese per 2-0 è già tempo di guardare al futuro per la Torres di Alfonso Greco, con il calendario che mette di fronte ai sassaresi un avversario blasonato e ostico come il Perugia. In vista di questo difficile match abbiamo sentito un doppio ex della sfida, ovvero Cristian Bucchi. In carriera infatti, il tecnico romano classe 1977, ha allenato sia i sassaresi durante la stagione 2014/2015, ma anche il Perugia durante il campionato di Serie B 2016/2017. Una piacevole intervista in cui l’ex calciatore, tra le altre di Napoli e Cagliari, ha parlato non solo del match che affronteranno Scotto e compagni, domenica 18 febbraio al Vanni Sanna, ma anche della sua esperienza da tecnico dei sassaresi.

Mister Bucchi, domenica a Sassari si giocherà Torres-Perugia. Una sfida tra due squadre che lei conosce bene avendole allenate entrambe e avendo giocato per gli umbri durante la sua carriera da calciatore. Quali potranno essere secondo lei le chiavi del match e che partita si aspetta?

“Mi aspetto una gara molto equilibrata tra due squadre forti. La Torres al di là di qualche battuta d’arresto dell’ultimo periodo, che reputo lecita e fisiologica, sta facendo qualcosa di straordinario. È la più bella rivelazione di questo campionato, sia per come sta in campo, sia per come gioca, ma anche per i risultati che ha ottenuto. Il Perugia, invece, aveva delle ambizioni diverse. Però la Serie C è un campionato difficile, in più la partenza non è stata sprint e quando nel tuo girone ci sono squadre come Cesena e Torres, che non hanno sbagliato un colpo e hanno fatto registrare delle strisce positive così lunghe, la stagione diventa sotto traccia rispetto alla loro. Entrambe sono due squadre forti, quadrate e toste, che si daranno battaglia per rimanere il più vicino possibile ai propri obiettivi. Per i rossoblù quello di conservare il secondo posto, mentre per gli umbri di migliorare il più possibile la classifica in ottica playoff”. 

Il Perugia tra le sue fila può vantare giocatori del calibro di Matos, Kouan o Dell’Orco per citarne alcuni, ma anche un allenatore giovane come Alessandro Formisano che ha dato un’impronta importante alla sua squadra. Quale sarà, secondo lei, il pericolo numero uno per i rossoblù?

“Il Perugia è una squadra con ottime individualità, come Ricci, Seghetti, Lisi e tanti altri. In questo momento gli umbri hanno trovato il pizzico di fortuna che gli serviva. Come accaduto a Pescara, quando i delfini hanno sbagliato il rigore e i biancorossi sono riusciti a trovare il gol del vantaggio a pochi minuti dal termine del match. O anche quella contro la Fermana di ieri sera (14 febbraio ndr.), vinta al fotofinish. Ma anche la gara contro la Lucchese, con i toscani che hanno colpito quattro legni e nonostante tutto il Perugia è riuscito a vincere la gara. Avevano bisogno di episodi simili per poter trovare fiducia in loro stessi. Il maggiore pericolo, però, non arriva dai singoli ma dal loro essere squadra e dal fatto di avere dalla propria parte anche quel pizzico di fortuna che serve in determinati momenti del campionato per fare quelle cosiddette strisce positive di risultati”.

La Torres, dopo il successo di Lucca, è alla ricerca di tre punti per considerare definitivamente accantonato il periodo di crisi. Come si affronta, in un momento in cui si stanno acquisendo certezze, una squadra che psicologicamente sta meglio?

“I piccoli inciampi che ha avuto la Torres, perché di questo si parla a fronte di un percorso straordinario che i rossoblù hanno fatto, sono nella norma. La sfortuna dei sassaresi è stata quella di aver inanellato una serie di tre sconfitte consecutive. Queste partite perse di fila hanno dato l’impressione che la Torres fosse in crisi, ma io non credo che la squadra di Greco lo fosse stata. Anche perché le prestazioni ci sono state. In più i rossoblù contro la Lucchese hanno dato una risposta importantissima. Vincere a Lucca, contro una squadra rapida, veloce e quadrata, è stata una grandissima risposta. La Torres non sta peggio del Perugia, grazie al successo contro i toscani hanno trovato quel pizzico di spensieratezza che è stata la caratteristica principale che gli ha permesso di fare questo tipo di campionato”.

In varie occasioni lei ha fatto i playoff di Serie C, con la Maceratese e la Triestina. Come si affrontano questi ultimi mesi di stagione regolare, ma in particolare cosa serve secondo lei per conservare la seconda posizione?

“La Torres deve continuare a fare ciò che ha fatto fino a questo momento. Giocar bene, perché questo ti dà certezze. Ti dà il senso di fare le cose positive, ottenendo risultati attraverso un’idea di gioco. Questo i rossoblù lo stanno facendo benissimo, devono solo continuare così. Per il resto i playoff sono difficilissimi, li ho fatti varie volte in carriera sia in Serie B che in Serie C. In quelli di Serie C si parte da lontano, arrivare secondi significherebbe eliminarsi tante partite, le possibilità di infortuni o di accumulare stanchezza. Si ha il tempo, prima di arrivare ai playoff, di aver recuperato le energie dopo il campionato. I vantaggi sono tanti, la Torres dovrà continuare così, divertendosi e divertendo”

Nella sua Torres c’era un Gigi Scotto 23 enne che da 3 anni a questa parte è tornato in rossoblù diventando il capitano e l’anima di questa squadra. Quanto è importante per un allenatore avere dei giocatori così carismatici per gestire magari i momenti difficili?

“È fondamentale, l’allenatore è un elemento importante. Ma un tecnico, da solo, non riesce a determinare se non ha la fortuna di avere dei giocatori forti sia tecnicamente che umanamente. Reputo importantissimo avere al proprio fianco dei ragazzi puliti e dei leader come Gigi. Io ho avuto il piacere di allenarlo durante la mia esperienza a Sassari, ma ho anche allenato Giorico. In occasione della sfida di Cesena, visto che abito lì, ne ho approfittato per salutarli al termine della gara. È stato un piacere. È importante avere dei giocatori così carismatici, per creare la giusta mentalità nella squadra e credo, che nei playoff, questa loro attitudine potrà aiutare tantissimo i rossoblù”.

Lei è arrivato a Sassari durante l’inverno della stagione 2014/2015. Che ricordi ha di quell’anno e della piazza rossoblù?

“Io ho dei ricordi meravigliosi di Sassari, nonostante abbia trascorso lì solamente cinque mesi. Arrivai in rossoblù in un momento di grande difficoltà, oltre ai risultati purtroppo c’era il problema di salute di mister Vincenzo Cosco. Il morale era molto basso in quel periodo. In campionato però avemmo un impatto incredibile, facendo molto bene nelle prime gare. Mi ricordo il calore della gente, il senso di appartenenza alla terra e alla città. Questa è una cosa che non dimenticherò mai, ho tanti amici a Sassari che sento spesso. Quello della Torres è uno dei primi risultati che vado a guardare quando si concludono le partite”. 

Andrea Olmeo

TAG:  Serie C Torres
 
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