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Avramov: “Cagliari, il gruppo e la grinta di Ranieri faranno la differenza”

Vlada Avramov con la maglia del Cagliari
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Tre stagioni in Sardegna dopo tanta esperienza in giro per il BelPaese, Vlada Avramov è rimasto nei ricordi dei tifosi del Cagliari per le sue parate e per l’affetto verso l’Isola. Un sentimento corrisposto, che l’ex estremo difensore rossoblù, oggi allenatore dei portieri all’Honvéd, in Ungheria, ci ha raccontato partendo dalla stagione 2013-2014, l’ultima in cui ha difeso i pali del Cagliari da protagonista.

Partiamo da una sfida del passato tra Cagliari e Verona. Dieci anni fa e un giorno, il 26 marzo 2014, con lei in porta, il Cagliari vinse 1-0 contro gli scaligeri. Ha qualche ricordo di quella sfida?

“Non ho ricordi precisi di quella gara, perché ormai era tanto tempo fa. L’unica cosa certa è che ogni partita, in quella fase di stagione soprattutto, era diventata una finale. Avevamo bisogno di punti, proprio come il Cagliari di quest’anno”

In quella stagione non fu facile mantenere la Serie A, la stagione era cominciata lontano dalla Sardegna a Trieste, si rivelò un campionato tosto. Che annata era stata?

“Non era stato semplice raggiungere la salvezza. Ma ce l’abbiamo fatta prima di tutto grazie ai tifosi, che ci sono stati vicini anche nei tempi più difficili quando non riuscivamo a vincere. E poi grazie alla società, al presidente Cellino che ci dava il suo sostegno. Poi quello era un gruppo meraviglioso, con Conti, Cossu, Nainggolan prima che si trasferisse alla Roma, Nené. Eravamo una bella squadra, quando si sta così dentro lo spogliatoio tutte le problematiche si possono risolvere, lo posso dire sinceramente in base alla mia esperienza. In caso contrario diventa tutto molto complicato. Sono sicuro che in quell’anno nello spogliatoio giocatori come Conti e Cossu ci hanno dato una spinta in più. E quelle partite dove si giocava a Cagliari sapevamo di non dover perdere. In quell’anno in casa pareggiammo 1-1 anche con il Napoli che allora era devastante, avevamo questa forza. Penso e spero che anche il Cagliari di quest’anno abbia questo spirito all’interno del proprio gruppo”.

A Cagliari è rimasto per tre stagioni. Che ricordo ha della città e di quegli anni?

“Non sarei mai voluto andar via da Cagliari. La città più bella di tutte in cui sono stato, con il mare meraviglioso, con la gente sarda che mi è rimasta nel cuore. Ricevo ancora messaggi di tifosi, c’è un affetto grandissimo. Sono stato benissimo a Cagliari, non c’è una città, ma anche una società, che posso mettere a paragone”.

Passando ora all’attualità e al Cagliari-Verona del primo aprile prossimo. Quanto sarà importante e che partita sarà secondo lei? In questo periodo che idea si è fatto dall’esterno su Ranieri?

“Come tutte le partite salvezza. Di certo, quando le squadre avversarie arrivano a Cagliari, prima di tutto, devono sentire la bolgia dei tifosi in curva. Questa è una spinta in più che sono certo che i giocatori avranno. Sarà una gara dura, perché entrambe hanno bisogno di punti. Ma spero che con la grinta che ha dato mister Ranieri finisca nel miglior modo per il Cagliari. Che idea mi son fatto di Ranieri? È un signore. Sapevamo già tutti come allenatore quanto fosse bravo. Ma quando ho visto, nel giorno della promozione a Bari, che lui nel momento di gioia andava a chiedere ai tifosi rossoblù di non parlare male degli avversari, mi ha conquistato definitivamente. Oltre a un grande allenatore, è una bravissima persona”.

A Cagliari in stagione c’è stato anche un avvicendamento in porta tra Radunovic e Scuffet. Come valuta i due e che idea s’è fatto sulla concorrenza? Può essere qualcosa che favorisce il rendimento dei portieri?

“Radunovic è stato uno dei punti di forza nella scorsa stagione. Quest’anno ha fatto qualche errore e giustamente è stato scelto Scuffet che ha fatto benissimo. Con due portieri così, entrambi bravi, il Cagliari non avrà problemi. Anche quando c’eravamo io e Agazzi, avevamo entrambi i nostri punti di forza, non importava chi giocava o meno, facevamo bene il nostro lavoro. La concorrenza fa bene sia all’uno che all’altro. Dopo questo periodo Radunovic sarà ancora più forte”.

Per tornare un po’ alla domanda di prima e chiudere il discorso sul Cagliari. Secondo lei, vedendo anche il livello delle altre concorrenti per la salvezza, i rossoblù si possono parlare?

“Secondo me si può salvare. Io lo spero. Sono tifoso del Cagliari, la squadra rappresenta tutta la Sardegna e anche per questo spero che rimanga nel massimo campionato”.

Ormai è in Ungheria all’Honved da due anni. Che esperienza è quella del preparatore dei portieri, com’è stato passare da giocatore ad allenatore? Vista la lunga esperienza in Sardegna e non solo, le piacerebbe tornare in Italia?

“Oramai non ci chiamiamo più preparatori, ma allenatori di portieri (ride, ndr). Sto finendo a Coverciano l’ultima licenza Gk A, quella con il grado più alto. Questo è il mio settimo anno nel ruolo, prima di smettere di giocare sapevo già di voler fare questo lavoro. Quella che prenderò sarà la quarta licenza, anche qui in Ungheria ho due nazionali, in Italia sono stato già per un periodo a Brescia. Mi piacerebbe tornare, sento di aver fatto già abbastanza esperienza per andare in Serie A”.

Matteo Cardia

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