Un ottimo avvio di stagione e poi una serie di sfortunati eventi da Madrid a Tokyo hanno scombussolato la stagione di Lorenzo Patta. L’infortunio nell’Europeo a squadre ha condizionato il periodo agonistico del velocista di Oristano, che era comunque riuscito a recuperare in tempo per i mondiali in Giappone, in cui però ha dovuto fare i conti con la sfortuna che ha colpito la staffetta 4×100. Ad ogni modo, restano le buone sensazioni provate ad inizio stagione e ora lo sguardo è già rivolto alla prossima annata.
Un bilancio di questa stagione complicata?
“Complicata è il termine giusto. Il bilancio è abbastanza negativo per quanto mi riguarda. Era partita molto bene, con due ottime gare a Savona e Roma, poi purtroppo è arrivata la gara di Madrid. Probabilmente è stata la gara migliore che io abbia mai fatto, almeno per i primi 50 metri, poi è successo quello che è successo ed è stato un continuo inseguire per provare a recuperare per i mondiali. Non è stato facilissimo e solo così poteva finire questa stagione, con quell’episodio lì della staffetta. L’importante però è sapere che comunque certi tempi li posso valere e certe prestazioni le posso fare. Nonostante l’episodio, la gara di Madrid mi ha lasciato comunque delle belle sensazioni e bisogna ripartire da lì”.
Il buono forse è stato anche il recupero record dall’infortunio.
“Sono stati bravi i medici e i fisioterapisti. Abbiamo fatto un ottimo percorso lineare. Almeno da quel punto di vista siamo stati bravi”.
Ci sono stati tanti infortuni tra i velocisti.
“Quest’anno è stata una stagione un po’ strana. L’unico rimasto sano è Fausto (Desalu ndr). Tutti noi altri abbiamo avuto qualcosa, chi di grande, come Matteo Melluzzo che è stato operato di ernia inguinale, poi anche Marcell (Jacobs ndr). Insomma un po’ tutti siamo stati colpiti da questi infortuni, che nel nostro sport e nella nostra specialità sono frequenti perché spingiamo il nostro corpo al limite. Siamo abbastanza pronti e preparati da questo punto di vista, però se non ci sono chiaramente è meglio.
Arriviamo all’episodio della staffetta, cosa è successo?
“Lì è sfortuna, non c’è niente da fare. È un attimo. Quando Marcell è partito stava arrivando il sudafricano e non ha potuto fare nulla. Lui era nella sua corsia ma è ovvio che le braccia si muovano: il partente deve stare esterno e quello che arriva deve stare interno ed è normale che possano succedere certe cose. Non accadono spesso, perché a memoria mi sembra di averlo visto solamente altre due volte, tra l’altro, in una di queste eravamo sempre noi ad essere stati coinvolti, in quel caso con gli americani ai mondiali di staffette di qualche anno fa.
La terza frazione?
“Sono già due-tre anni che corro la terza. La prima alla fine l’ho corsa a Tokyo nel 2021 e forse l’anno dopo. Sono stato spostato in terza già da qualche tempo ed è quella che preferisco e a quanto pare è anche quella in cui riesco a rendere meglio, ma non avrei avuto problemi a correre la prima. Basta che si corra in curva e a me va bene”.
In raduno avete visto anche Diego Nappi, come ti è sembrato?
“È un ragazzo forte sia dal punto di vista atletico che a livello mentale. Deve stare tranquillo e non affrettare i tempi. È giovane e ha già avuto un’esperienza con grandi al raduno: ha tutte le carte in regola per fare molto bene”.
Ora riposo?
“Sta già per finire, inizio nuovamente lunedì. È stata una stagione molto particolare che si è chiusa tardissimo e non ci possiamo permettere di sprecare tempo. Ripartiamo subito non perché voglio cancellare dalla mente questa stagione, ma vorrei che la prossima andasse meglio e voglio iniziare subito a lavorare per questo 2026”.
Gli appuntamenti del 2026?
“Ci sono gli Europei a Birmingham che saranno la gara principale e poi i mondiali di staffette. Questi due saranno gli appuntamenti principali e spero nel mezzo di fare qualche gara”.
Maria Laura Scifo
