È arrivata l’ufficialità. Ci sarà anche Fabio Aru nella squadra della UAE Emirates per il 106° Tour de France.
Una scelta, quella del sardo e del team, che sa di scommessa a pochi mesi di distanza dalla delicata operazione all’arteria iliaca che avrebbe potuto tenere fuori gioco per molto più tempo Il Cavaliere dei Quattro Mori. Il recupero è invece stato lampo e il 9 giugno il villacidrese aveva già un dorsale sulla schiena al GP di Lugano che si è rivelato trionfale per la UAE Emirates. Sensazioni da subito positive, corroborate dalle impressioni al Tour de Suisse che fino a due tappe dal termine vedeva Fabio Aru nella Top 10 della generale. Ora il primo grande giro della stagione, preceduto dalla corsa in linea dei campionati italiani dell’Alta Val di Taro di domenica 30 giugno.
L’occasione giusta per ripartire: Correre senza pressioni con l’obiettivo di mettere nelle gambe chilometri e aiutare Dan Martin, capitano designato alla partenza. Sembrerebbe questo il progetto iniziale a La Grande Boucle del vincitore della Vuelta 2016, che potrebbe però, col passare delle tappe, acquisire una condizione tale per puntare a qualcosa di più. Se si esclude infatti la cronosquadre a Bruxelles, le prime cinque giornate tra Belgio e Francia saranno puramente transitorie con tanti chilometri di pianura prima della sesta frazione con l’arrivo de La Planche de Belles Filles che evoca dolci ricordi. Soltanto due anni fa arrivava la prima vittoria al Tour per l’allora corridore dell’Astana sulla salita dei Vosgi, in quella che rimane tra le immagini più iconiche degli ultimi anni del ciclismo italiano per via della maglia di campione tricolore indossata nell’occasione dal ciclista di Villacidro. Alla sesta frazione seguiranno altre frazioni di trasferimento verso i Pirenei che si affronteranno solo dopo la prima giornata di riposo: sarà un crocevia fondamentale per i progetti del sardo che nella migliore delle ipotesi potrebbe lottare da lì in poi per un piazzamento tra i primi 15, puntare a conquistare qualche vittoria di tappa oppure fare un pensierino alla sempre affascinante maglia a pois.
E se il rientro in un grande giro fosse troppo anticipato? Se volessimo guardare il rovescio della medaglia, il Tour de Suisse appena concluso è stato uno dei più facili degli ultimi anni, sia per il percorso non durissimo sia per il parterre dei partecipanti, con alcuni primattori del ciclismo mondiale che hanno scelto altre corse o un periodo in altura in vista di altri appuntamenti. Se poi consideriamo che Aru è apparso in difficoltà nell’ottava e nella nona giornata di corsa, lo scenario non appare poi così ottimistico. Un percorso graduale con altre mini corse a tappe verso la Vuelta a Espana, forse sarebbe stato meno rischioso anche se meno affascinante. Ci sarà comunque ulteriore tempo tra allenamenti e chilometri di pianura da qui ai Vosgi per entrare in condizione, fermo restando che fare classifica al Tour de France rimane comunque un’utopia. Di certo però rivedere Il Cavaliere dei Quattro Mori al via della più importante gara ciclistica al mondo non può che scaldare il cuore degli innumerevoli suoi tifosi.
Matteo Porcu