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Aru, un silenzio da cui ripartire

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Da circa un mese non si hanno notizie ufficiali sul ciclista villacidrese.

Un lungo silenzio mediatico che dura ormai da settimane su Fabio Aru. L’ultimo bollettino medico sullo scalatore sardo è datato ormai 14 settembre, quando la UAE Emirates aveva ufficializzato i motivi del suo ritiro alla Vuelta a España: un’infezione da Citomegalovirus ha creato un danno muscolare e relativo affaticamento al vincitore della tre settimane spagnola del 2015, impedendogli di spingere a fondo sui pedali. Dalle ore precedenti alla sua resa alla Vuelta, Aru ha deciso di non rilasciare interviste e di silenziare i suoi social, non postando più nemmeno su Instagram, la piattaforma che da sempre l’ha visto più attivo: una scelta quella del silenzio non nuova per il villacidrese che anche in altri momenti delicati della sua carriera, aveva ripercorso. Un modo per isolarsi e pensare solo al lavoro per tornare al meglio dopo alcune stagioni di buio e pochi lampi.

Futuro roseo (in tutti i sensi): Se dal lato sportivo le cose non girano, la vita privata del sardo sarà animata presto da due piacevoli rivoluzioni. Il matrimonio è infatti alle porte con la sua Valentina che presto le regalerà anche la prima figlia: non c’è miglior rifugio che quello della famiglia per ricominciare poi a pensare alla carriera. Il 2020 sarà un anno decisivo per il prosieguo tra i professionisti, col contratto della UAE Team Emirates che a meno di grandi exploit difficilmente sarà rinnovato, almeno alle cifre attuali: la squadra ha già trovato in Tadej Pogacar la sua punta per i grandi giri e ha puntato per la prossima stagione su alcuni nuovi elementi per rafforzare l’organico nelle gare a tappe, come l’ex INEOS David De La Cruz, gli americani Joseph Dombrowski e la promessa Brandon McNulty, nonché il campione italiano Davide Formolo. Uomini utili per un rilancio o per sgravare un po’ dalla pressione riposta sul Cavaliere dei Quattro Mori che non ha ancora assaporato il gusto della vittoria con questa maglia.

Il coraggio di cambiare: Nel caso di un’altra stagione negativa la soluzione non può che essere quella di un cambio di casacca: le voci di Radiomercato si sono già scatenate con presunti sondaggi di INEOS e Movistar nonché della Trek-Segafredo, dove il sardo potrebbe incrociare nuovamente Vincenzo Nibali, che nel 2021 sarà probabilmente nella sua ultima stagione da Pro. In queste compagini il ruolo di Aru non sarebbe quello del primattore, ma potrebbe recitare un ruolo di secondo piano vista la tanta concorrenza. Una parte da primo protagonista potrebbe però farla nelle Professional italiane: sia Bardiani-CSF che Androni Giocattoli potrebbero essere due squadre adatte al rilancio, un po’ come era successo al compianto Michele Scarponi, che proprio con la maglia dei neo campioni della Ciclismo Cup era ritornato a fare la voce grossa riconquistandosi il World Tour con l’Astana. Per queste due ultime realtà rimane però il problema del budget, a meno di sconti del villacidrese che potrebbe fare un piccolo passo indietro per vestire i panni di primissima punta. Lo scopriremo solo nel 2020.

Matteo Porcu

 

 

 

 

 

 

TAG:  Fabio Aru