Ciao Gigi. Sinceramente non riusciamo a trovare altre parole per salutarti. Che non si è mai pronti quando un Mito se ne va e ricorda a tutti che anche i campionissimi sono mortali. Condizione che non ti toccherà comunque perché resterai per sempre un immortale dello sport sardo, italiano e internazionale. Hai esaltato un’Isola intera e noi, da semplice gruppo di ragazzi che hanno creduto e credono in un sogno, possiamo solo prometterti che proveremo a raccontare, attraverso lo sport, questa terra con un briciolo della tua stessa passione.
Ci stringiamo intorno a tutta la famiglia e in modo particolare a Nicola Riva, il figlio. Un amico di Centotrentuno, che ci ha insegnato il valore della riservatezza anche quando basterebbe semplicemente vivere di luce riflessa.
Chiediamo scusa ai nostri lettori perché il nostro mestiere impone il racconto, ma per noi non è facile. Quando è arrivata la prima chiamata che confermava la morte di Riva la maggior parte di noi della Redazione è rimasta ferma a fissare il muro o lo schermo di una pagina bianca su un PC per minuti e minuti. Trovare le parole non è semplice, sarebbe il nostro ma ci sono momenti in cui il silenzio viene dall’interno come un atto necessario. Abbiamo dedicato le ore subito successive alla morte di Riva a una lunga diretta con voi e siamo sinceri: lo abbiamo fatto ad uso terapeutico. Che a volte è più facile affrontare certi momenti con quella che consideriamo, più che un bacino di lettori, una comunità e una piccola-grande seconda famiglia. Dall’alba la parte della nostra Redazione che non è di base su Cagliari sta raggiungendo il capoluogo con un vuoto nel cuore. Capiteci e proviamo a stare insieme in questo ultimo saluto al Mito.
La Redazione














