Il Cagliari resta senza quella vittoria attesa ormai dal 3 dicembre dopo il pareggio beffa contro il Parma di ieri alla Sardegna Arena: dal gol di Cerri al pareggio di Cornelius sono ora otto le partite consecutive senza i tre punti per gli uomini di Maran, mentre sono ben tre i mesi dall’ultima volta con la porta inviolata del lontano 3 novembre a Bergamo.
Da allora i rossoblù hanno sempre subito almeno due gol tranne nella gara di San Siro di una settimana fa: l’assenza di Ceppitelli si fa sentire, non è un caso che con il capitano fermo ai box da ormai tre mesi la retroguardia abbia avuto evidenti difficoltà. Nella sfida contro il Parma il Cagliari, guardando i dati nudi e crudi, avrebbe meritato la vittoria, tante le occasioni e tante le parate di Colombi senza dimenticare il rigore calciato a lato da Joao Pedro. Resta però la sensazione di una squadra che ha vissuto più di fiammate che di un dominio territoriale costante: i ducali sono una squadra abile a sporcare il gioco altrui e i rossoblù non sono stati capaci di trovare le contromisure per cadere nella trappola di D’Aversa.
La chiave di volta è stata il rigore poi annullato dal VAR con protagonista Klavan, da lì in avanti la squadra ha avuto il classico braccino e si è colpevolmente abbassata lasciando spazio ai cross avversari: tanto tuonò che piovve e così all’ultimo respiro una dormita generale ha portato al gol di Cornelius. Sul banco degli imputati è salito proprio il difensore estone, apparso stanco mentalmente tanto da produrre una prestazione assolutamente sotto tono. Errori di posizionamento, la sensazione di essere sempre sull’orlo del baratro, insolite difficoltà in impostazione, Klavan ha grosse responsabilità sul gol del pareggio a tempo quasi scaduto.
Assieme all’ex Liverpool non può mancare un’analisi sull’operato di Maran, anch’egli tutt’altro che perfetto nella lettura della partita tra cambi ritardati o addirittura non effettuati. La risposta del tecnico nel dopo gara sul mancato ingresso di Pereiro non dà spazio a dubbi: con Pisacane limitato dall’infortunio, Maran ha voluto aspettare fino all’ultimo per poi rinunciare in toto alla terza sostituzione. Più del nuovo acquisto uruguaiano, però, a posteriori stona il non aver pensato al passaggio al 3-5-2 nei minuti finali: il pareggio del Parma è lo specchio di un correttivo che avrebbe, chissà, evitato la beffa se si fosse usufruito dei centimetri di Walukiewicz al posto di un Faragò che dalla mancata diagonale del primo pareggio parmense in poi ha faticato non poco.
D’Aversa ha rischiato il tutto per tutto, tre punte più Kurtic e Kucka, con il risultato che nel cross decisivo il Cagliari si è ritrovato in inferiorità numerica in mezzo all’area al netto della scelta infelice di Klavan alla voce errori individuali.
Resta il problema di mentalità che porta i rossoblù a tirare a campare cercando di portare al fischio finale il vantaggio acquisito, ieri come in altre occasioni, pur se con la consapevolezza di un periodo nel quale la fase difensiva non funziona, si è preferito speculare più che affondare: non inganni l’occasione di Nández arrivata da un errore del Parma più che dall’atteggiamento collettivo, il Cagliari già da troppi minuti aveva lasciato il campo agli avversari rinunciando a pungere.
Non tutti i mali vengono per nuocere: nonostante i punti persi e il vantaggio sulle inseguitrici azzerato, Nainggolan e compagni restano in una posizione con vista Europa e le ultime tre partite, almeno per occasioni create, hanno un altro sapore rispetto alla crisi del finale di girone d’andata. Il saldo rispetto alle stesse tre gare di inizio stagione è pari a zero, tre pareggi contro una vittoria e due sconfitte, ma per non perdere il sogno europeo sarà doveroso riniziare ben presto a correre: tocca a Maran trovare le soluzioni sperando che con i rientri di Ceppitelli e Rog e l’inserimento di Pereiro nuova linfa venga data a un gruppo che ha bisogno di una sterzata positiva.
Matteo Zizola