Non poteva non creare fermento l’atteso verdetto di Fordongianus sul futuro politico di Massimo Zedda.
Alla coalizione di centrosinistra, il sindaco di Cagliari ormai uscente ha parlato chiaro, dicendo che “il sogno della campagna elettorale (dove è arrivato secondo dietro Christian Solinas, ndr) non è stato vano, producendo consenso”. Proprio il consenso registrato, in particolare a Cagliari, convincerebbe Zedda a desiderare il voto cittadino prima possibile, con la convinzione di come “la battaglia al centrodestra regionale vada fatta nelle sedi opportune, mentre il sindaco deve pensare al bene di una comunità”.
Zedda ha parlato anche di preoccupazione per “la forte presenza di estrema destra”, corroborata dall’ultima tornata elettorale, e per contrastarla ha aperto al “gruppo dirigente” (così parla il numero uno del centrosinistra sardo) del Movimento 5 Stelle.
Resta da capire quando si voterà a Cagliari. Se Zedda si dimettesse subito si andrebbe al voto il 26 maggio nella finestra delle Europee, o comunque non oltre il 16 giugno. Se, invece, Zedda attendesse la decadenza conseguente alla nomina a consigliere regionale, l’eredità potrebbe andare fino al 2020 nelle mani della vicesindaca Luisa Anna Marras, attuale vice di Zedda a Palazzo Bacaredda. Il dibattito interno al centrosinistra è tra chi vorrebbe andare subito al voto per sfruttare la scia del consenso ottenuto da Zedda alle regionali, e tra chi teme che votando a stretto giro di posta possa rinforzarsi il consenso per il centrodestra. L’idea è quella di procedere tramite primarie, ma è chiaro che su entrambi i fronti la corsa alle elezioni sia partita.