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Ze Maria: “Olbia scommessa affascinante. Non ho Messi, serve uno che segni”

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Giornata di presentazione in casa Olbia del nuovo tecnico, il terzo della stagione. Ze Maria ha parlato in conferenza stampa nella sala del Bruno Nespoli, alla vigilia della gara contro la Costa Orientale Sarda, derby chiave nella lotta salvezza che vedrà un altro debutto sull’altra panchina, quello di Sebastiano Pinna.

L’incarico
“Sono stato chiamato dal presidente e ho detto sì, semplicemente (ride ndr). Scherzi a parte, avevo già parlato con il presidente in estate ma abbiamo preso strade diverse per poi ritrovarci. Ho accettato l’Olbia perché mi piacciono le sfide, l’ho sempre fatto anche da giocatore. La scommessa Olbia è affascinante. La storia è importantissima, l’anno prossima ci sarà il 120° anniversario e spero ci sia una grande festa. Speriamo di essere qui

L’ambiente e il momento
“La classifica non è buona, la squadra ha bisogno di tanta fiducia. Ho trovato ragazzi disponibilissimi e questo è importante. Abbiamo parlato tanto in questi giorni. Ho già fatto la Serie D all’inizio della mia carriera da allenatore con il Città di Castello ed era andata bene. Il valore della squadra è buono per la categoria. Devo cercare di inserire le mie idee di calcio nella testa dei ragazzi, ma come ho detto prima ho trovato la disponibilità. Abbiamo cercato di cambiare ritmo e imprimere una velocità più alta. Stiamo soffrendo, ma la squadra lo sta facendo”

Quali sono le sue idee e qual è l’obiettivo?
“L’obiettivo è uscire dalla zona calda della classifica per ora. Il mio modo di migliorare è tanta intensità e un gioco corale, Non c’è un giocatore che possa fare la differenza, non credo di avere Messi tra i ragazzi quindi dovremo giocare di squadra”

Che impressione le ha fatto la vittoria con il Savoia? Era frutto del caso secondo lei oppure del lavoro che è stato impostato fino a quel momento? Ci sarà continuità con il lavoro tattico di Gatti?
“La continuità la devo dare per forza, anche perché non conosco a fondo i giocatori quindi cercheremo di rifare ciò che è stato fatto nell’ultima partita. Ho parlato con i ragazzi, dicendo che il ritmo deve essere alto per 90 minuti perché la partita dura 90 minuti, non può durare 45 minuti e loro hanno accettato questa sfida. Dal punto di vista tattico continueremo con quello che è stato fatto da mister Gatti prima, poi dalla settimana che arriva comincerò a cercare di imprimere il mio modo di giocare e il mio sistema tattico. Ma non ho problemi a continuare con quello che è già stato usato, bisogna vedere se i ragazzi si trovano bene con quel sistema o se dobbiamo cambiare”.

Come ha trovato la squadra dal punto di vista atletico?
“Li ho trovati a un buon punto. Certo, ogni allenatore ha la sua idea di calcio e la sua metodologia: il mio modo di lavorare è sempre molto intenso quindi esige tanto dal calciatore. Ho trovato alcuni che devono migliorare, ho controllato il peso di ognuno: alcuni sono alti ed è normale che poi devo parlare ad uno ad uno e cercare di migliorare su quell’aspetto, perché sono degli atleti e devono comportarsi come atleti. Quindi il carico aumenterà per alcuni e cercheremo di portare la squadra a un livello più alto di quello che è, il prof è molto bravo e questo mi fa piacere”.

I numeri parlano da soli, basta guardare la classifica, un attacco un po’ asfittico, fra un po’ riaprirà il calcio mercato, quali sono i punti dove bisognerà intervenire?
“La squadra a livello di risultati non va bene. Io sono molto schietto da questo punto di vista, non vengo qua a nascondermi su delle cose. Per esempio, abbiamo soltanto un play in questa squadra che è il capitano, quindi mi serve già un altro play. Di questo ne parlerò con la società, che è già al corrente. Per il resto devo conoscere le caratteristiche dei giocatori, ricordatevi che sono arrivato tre giorni fa, quindi devo vedere 20 giorni prima dell’apertura del mercato per decidere come intervenire e se intervenire. Sicuramente qualcuno arriverà, ma devo avere almeno la settimana prossima per decidere chi e in quale ruolo”.

Che tipo di sfida si aspetta domani dal derby con il Cos?
“Un derby è sempre un derby, è sempre una partita particolare, sia quelli che giocavo a Milano sia quello di domani. Il comportamento del calciatore e la voglia di giocare queste partite è sempre diversa: dal punto di vista psicologico ho cercato di parlare con i ragazzi dicendo che dobbiamo essere più uniti, più aggressivi e cercare di imporre una mentalità diversa da quella che ho trovato. In passato prima che io arrivassi c’è stata una squadra forse debole mentalmente per colpa dei risultati. È una cosa che dobbiamo cambiare alla svelta e sto cercando già di farlo da mercoledì, quindi giocare un derby è una motivazione ancora più alta che i giocatori avranno”.

Come pensa di utilizzare De Grazia?
“Allora domani giocherà nella stessa posizione in cui ha giocato domenica scorsa, come esterno alto. Il ragazzo ha una qualità molto buona per la categoria, ha un piede molto delicato, molto educato, è intelligente ma come ho detto prima fa parte di un gruppo e lui oggi essendo un leader tecnico di questa squadra dovrà trascinare la squadra da tutti i punti di vista. Lui trequartista? Ha bisogno di spazi, un trequartista non sempre ha tanti spazi giocando in quella zona di campo, gioca la maggior parte delle volte spalle alla porta, ma ripeto: li conosco poco ancora, dalla settimana prossima in avanti cercherò di parlare e capire quali sono i ruoli preferiti”.

Chi è il suo modello da allenatore?
“Ne ho avuti parecchi, in Italia ho avuto Ancelotti all’inizio della sua carriera ed è un allenatore da cui ho preso molto come esempio. Perché gestire un ambiente come quel Parma con Buffon, Ze Maria, Thuram, Cannavaro, Benarrivo, Chiesa e Crespo davanti, gestire quel gruppo non era facile. Un altro è Mancini, che ho avuto all’Inter, i loro insegnamenti ho trasmesso ai ragazzi in questi giorni: io vi do una mano ma vi dovete aiutare, come squadra e come gruppo, lasciando perdere tutte le voci che vengono dall’esterno che non sono buone. È la squadra che uscirà da questa situazione: non i tifosi, non i giornalisti, non i dirigenti ma è soltanto la squadra. Questo devono capire e lo stanno capendo, questo per me è veramente importante”.

Che modulo vorrebbe adottare?
“Ho vinto il campionato in Kenya con il 4-3-3 e nello stesso anno ho vinto la supercoppa del paese con il 4-2-3-1. In Albania è andata uguale, sempre con questi due moduli, ma io mi adatto molto alle caratteristiche dei giocatori che ho. Non mi sentirete mai dire che voglio Tizio, Caio o Sempronio. La mia richiesta il presidente la sa: dove vado devo trovare qualcuno che sappia fare gol, poi per il resto mi adatto senza problemi. Ora devo vedere qual è il modulo migliore per i giocatori che ho adesso, poi in futuro se devo scegliere o il 4-2-3-1 o il 4-3-3-3 a me vanno bene entrambi”.

Può essere Furtado il goleador?
“Lui è uno di quelli, sicuramente uno di quelli che poi si è sbloccato. Questa settimana ha fatto due gol, per un attaccante è importantissimo. Poi abbiamo un altro ragazzo che è Santi, deve sbloccarsi perché ho visto che ha tanta forza, è tanto irruente e va guidato anche lui in quella direzione. Avere già Willy che si è sbloccato la settimana scorsa per me è già importante. Poi negli allenamenti ho detto scherzando ai ragazzi che morirò di fame perché non segnano mai e mi manderanno via fra un po’ perché non segnano gli attaccanti (ride, ndr). Ovviamente è un modo simpatico per spronarli perché devono vedere la porta, trovare la porta. Non solo le punte centrali ma anche quelle esterne. Ma piano piano anche da quel punto di vista credo che la squadra crescerà”.

La Redazione

 

TAG:  Olbia Serie C
 
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