Dopo la vittoria per 0-2 ottenuta ieri, mercoledi 23 ottobre, da parte del Villasimius contro la Nuorese di Ivan Cirinà, i sarrabesi sono approdati in semifinale di Coppa Italia, dando, presumibilmente, una svolta a questo difficile avvio di stagione. Abbiamo intervistato il tecnico dei gialloblù, Nicola Manunza per saperne di più sulle sensazioni dopo questa vittoria e sul percorso fatto finora in campionato. Di seguito le sue dichiarazioni.
Mister Manunza, un inizio difficile per voi in campionato, dopo sei gare vi ritrovate a soli cinque punti. Quali sono le sue sensazioni su questo avvio?
“Ci aspettavamo un inizio differente sinceramente, soprattutto per quanto riguarda il punteggio. Avremo potuto avere 3-4 punti in più che seppur non tantissimi, a questo punto del campionato ti fanno sembrare la classifica completamente diversa, proiettandoti più verso le prime posizioni che risucchiati dalle ultime, come adesso. Abbiamo iniziato il campionato non avendo troppe ambizioni, il cammino dell’anno scorso, con un terzo posto e una finale playoff forse ha illuso un po’ tutti, noi compresi. In questo inizio, dopo le prime sconfitte, è mancata serenità, questo ha reso tutto più complicato dal punto di vista mentale: paghiamo un eccesso di convinzione”.
Nella giornata di ieri 23 ottobre, avete vinto il ritorno dei Quarti di Coppa Italia contro la Nuorese. Nel doppio scontro avete meritato di arrivare in semifinale: 3 gol realizzati e 0 subiti. Quanto è soddisfatto della prestazione dei suoi? Questa può essere la scossa giusta per dare una svolta alla vostra stagione?
“Nel doppio confronto meritiamo la qualificazione. All’andata abbiamo vinto con grande merito, ieri è stata una gara più equilibrata ma comunque non abbiamo mai sofferto davvero: il passaggio del turno non è stato mai in discussione. Sinceramente in entrambe le partite, al di là del turnover fatto da ambo le parti, dobbiamo essere fieri di questa vittoria anche perché arrivata in un momento di difficoltà per noi con una rosa molto corta composta da soli sedici ragazzi. Se non fossimo passati non sarebbe stata una tragedia ma, ogni vittoria in questo periodo ci dà quella convinzione e quella fiducia che permette di tornare sul campo di allenamento con un diverso spirito, lavorando con maggiore serenità ed entusiasmo. Vincere a Nuoro non è mai facile e mai scontato quindi dobbiamo essere soddisfatti al di là del passaggio del turno. Questa ha fatto bene al nostro umore”.
Il Villasimius è stata tra le squadre rivelazioni della scorsa stagione in Eccellenza, finendo il campionato in terza posizione soltanto dietro a Ilvamaddalena (promossa in Serie D) e all’Ossese di mister Fadda. Che cosa è mancato alla squadra in questo inizio di stagione e quali step di crescita dovrà fare il gruppo secondo lei?
“Quello che è mancato al Villasimius fin qui sono dei punti che sul campo avremo meritato. Mi riferisco alla prima giornata contro il Ghilarza oltre a quella di domenica scorsa contro il Calangianus dove in vantaggio per 2-0 dovevamo gestire meglio l’ultima fase della partita per non permettere agli avversari di pareggiare. Con soli cinque punti in più saremmo tra il settimo e l’ottavo posto, essendo di fatto, in linea con l’anno scorso. In questo momento lo step di crescita che dobbiamo fare è mentale: serve più impegno per fare quello che ci ha chiesto la società ovvero: tenere dietro di noi quattro squadre per salvarci, magari facendo un campionato tranquillo senza troppe pressioni. Al momento la classifica dice che siamo una squadra con delle carenze, va accettato, ma dobbiamo forgiare la nostra mente per riuscire a scendere in campo convinti di ottenere i punti per il nostro obiettivo attuale. La stagione passata se guardiamo la classifica di gennaio racconta di una situazione simile: eravamo più vicini ai playout che ai playoff. Quel tipo di mentalità di cui parlo poi, ci ha permesso di ottenere una striscia positiva incredibile, che ci ha avvicinato a traguardi inattesi. Dobbiamo ripartire da questo, ritrovando dentro di noi la chiave per riprenderci, senza dare per scontato niente. L’anno scorso ormai è passato, l’Eccellenza è completamente diversa: è una categoria che per una serie di motivi è molto più competitiva, con tante squadre rinforzate e all’altezza di fare una grande stagione. Oltre all’aspetto mentale, noi dobbiamo essere bravi anche migliorare l’aspetto tecnico perché finora abbiamo gettato al vento una marea di occasioni: serve più qualità negli ultimi 30 metri e tanta cattiveria”.
Considerati i tanti infortuni avete già in mente di intervenire sul mercato? In che modo vi rinforzerete?
“Assolutamente si, a seguito di un confronto con la società sono sicuro che interverremo nel mercato. Per ora contiamo almeno tre infortuni importanti, il recupero non è previsto prima del 2025. Siamo partiti con una rosa molto corta a inizio campionato e la condizione attuale non soltanto pesa la domenica ma rende tutto più complicato anche nel corso della settimana, dove diventa difficile con soli sedici ragazzi a disposizione, provare determinate situazioni. Non abbiamo una juniores dietro che ci permetta di arginare almeno temporaneamente questo aspetto, quindi sono sicuro interverremo nel mercato il prima possibile. Cerchiamo almeno tre giocatori di livello di cui due a centrocampo e uno in attacco nell’attesa di recuperare alcuni elementi come Sakho, che speriamo possa ritornare in gruppo tra una decina di giorni. Tutti gli altri quindi: Rinino, Ragucci e Miranda sono assenze pesanti che pensiamo rimarranno ai box a lungo. Se a questi aggiungiamo la perdita di Rostan perché costretto a tornare in Argentina, è evidente che la nostra situazione sia problematica. Fare a meno di quattro giocatori di questo tipo fa una grande differenza in termini numerici e non solo. Non abbiamo molte alternative al momento, siamo costretti ad accettarlo, ma comunque dobbiamo scendere in campo facendo il massimo e ottenendo il massimo con tutti quelli a disposizione”.
Chi è la favorita per la vittoria finale in Eccellenza secondo lei?
“Direi Budoni e Monastir su tutte. Subito dietro Tempio e Ossese. Dal punto di vista degli organici parliamo di squadre di grande livello. Le prime due però, sono costituite da giocatori esperti e più abituati a vincere: per questo le vedo più avanti rispetto a tutte le altre. L’Ossese è un ottima squadra, ha grande qualità, gioca molto bene e rispecchiano perfettamente l’idea di calcio di Demartis, che già aveva dimostrato di avere l’anno scorso a Ghilarza. Il Tempio è una squadra insidiosa, è sempre una grande piazza, hanno dei giocatori molto bravi: quest’anno hanno cambiato molto quindi sarà una squadra che nell’arco della stagione, secondo me, darà fastidio a chiunque. Al momento non vedo altre squadre all’altezza di queste quattro”.
Qual è l’obiettivo del Villasimius in questa stagione? Possiamo ancora aspettarci sorprese da parte vostra?
“Siamo a un quinto di stagione, io credo che con qualche recupero e qualche innesto possiamo dire ancora la nostra. Abbiamo dimostrato in passato di essere una squadra di carattere, stiamo lavorando per migliorare. L’anno scorso tra la 9^ e la 15^ giornata abbiamo fatto 3 punti. Abbiamo già affrontato periodi del genere, sappiamo come uscirne, dobbiamo solo ritrovare quella fiducia giusta che ci permetta, come in passato, di compiere una striscia di buone prestazioni e risultati positivi. La squadra è buona io credo nel gruppo, magari non potremmo competere per chissà quali obiettivi ma potremmo andare a giocarcela con tutti con un livello superiore rispetto a quello attuale, provando a dire la nostra anche quest’anno”.
In campionato venite da un pareggio contro il Calangianus, sabato scorso per 2-2 dopo aver condotto per gran parte del match. Questa domenica affronterete l’Ossese reduce, anche lei, dal passaggio del turno in Coppa. Qual è il suo pensiero sugli avversari e che gara si aspetta di vedere?
“Sarà una gara complicatissima, loro giocheranno per vincere, lo faranno sfruttando tutte le loro qualità, noi dovremmo essere bravi a soffrire limitando la loro iniziativa e provando, una volta recuperata palla, a imbastire e imporre il nostro gioco perché sappiamo farlo. Andiamo là sapendo di affrontare una partita difficilissima ma è proprio attraverso queste gare che dobbiamo cercare quella scintilla che permetta di darci lo slancio che cerchiamo”.
Mister da ex calciatore dell’Olbia le chiedo l’ultima sull’inizio di stagione da parte dei galluresi: si sarebbe mai aspettato questo avvio così inconsistente? Come vede il cammino delle isolane in Serie D?
“Le premesse per poter fare bene, secondo me non c’erano fin dall’inizio. È una squadra che è stata iscritta al campionato nell’ultimo giorno disponibile ad agosto, ha iniziato il ritiro con quattro giocatori: queste non sono proprio le premesse ideali per fare il campionato di vertice presentato dalla società. Partire con un handicap così importante non aiuta. Forse vista la rosa a disposizione ci si poteva aspettare qualcosa di più, ma la Serie D è una categoria difficile dove tante squadre sono attrezzate per fare bene e dietro ci devono essere società con una struttura e una programmazione importante. Sulle altre isolane? Non ricordo un inizio di Serie D così difficoltoso per le sarde negli ultimi anni. Solitamente questo campionato ci ha abituato a vedere 2-3 squadre dell’isola coinvolte nelle zone basse della classifica. Il Cos che da sempre è un squadra dalla quale ci si aspetta molto sembra in vera difficoltà. Atletico Uri e Ilvamaddalena sono là a battagliare, il Latte Dolce fortunatamente dopo queste ultime vittorie è l’unica ad essersi risollevata, lo ribadisco: la Serie D è difficile, è un campionato dove servono risorse e grande organizzazione. È una categoria dove le sarde ci hanno abituato in questi ultimi anni a vedere una seconda parte di stagione positiva, speriamo che anche quest’anno riescano a ripetersi. È un inizio preoccupante ma credo ci sia tutto il tempo di rialzare la china. Il Cos al completo secondo me è ancora in grado di fare un campionato di livello”.
Giuseppe Meloni