Il tecnico del Venezia, Paolo Vanoli, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match dell’Unipol Domus contro il Cagliari, valido per il primo turno preliminare ad eliminazione diretta dei playoff di Serie B. Queste le sue dichiarazioni riprese da Trivenetogoal.it.
Verso il Cagliari
“Ringrazio Ranieri per i complimenti, fa sempre piacere riceverli da un allenatore vincente come lui. Le sue parole sono sagge e penso che quella di domani sarà una partita completamente diversa da tutte quelle che ci sono state. Quando ci siamo incontrati, sia per noi che per loro, ci sono state molto evoluzioni. In casa nostra loro avevano molti infortunati e Ranieri stava costruendo una nuova quadra. Ora hanno giocatori in forma, come Rog, Pavoletti, Nandez e Lapadula. Noi stavamo cambiando qualcosa perché ci era venuto a mancare Jajalo. Per me questa sarà la partita, devo pensarla anche in 120′. Sarà la partita della squadra, di chi subentrerà, perché chi andrà in campo dopo sarà importante. Dobbiamo essere lucidi, sapendo che incontriamo una squadra che in questo momento sta benissimo e che ha tutto: qualità, fisicità, velocità. Di punti deboli ne hanno pochi. Ci dobbiamo provare, siamo consapevoli della nostra forza e che a Cagliari dovremo fare uno sforzo in più, soprattutto di testa”.
Il match contro il Parma
“A Parma ho fatto capire ai ragazzi che la voglia di pensare al risultato ci ha portato a perdere. Quando ci sono partite così bisogna stare molto attenti. Penso che ogni playoff abbia le sue storie. Quando sono arrivato ho detto che il campionato di Serie B era di alto livello e se tu vedi le squadre che ci sono ai playoff adesso sono importanti, così come lo sono le squadre che sono retrocesse. Questo fa capire quanta esperienza e qualità. Bello anche che ci siano solo allenatori italiani, ma noi dobbiamo costruire la nostra storia. In queste partite qua ci sono teoricamente delle favorite. Tra noi e il Cagliari ci sono 11 punti di distacco, quindi loro hanno fatto meglio di noi, ma noi dobbiamo costruire e avere una mentalità forte. Dobbiamo andare là sapendo, umilmente, che loro hanno fatto 11 punti in più di noi, ma proveremo a sopperire a tutto questo con l’organizzazione di gioco e la voglia di vincere. Vanno valutati molti aspetti per partite così, ma ci abbiamo lavorato. Penso, però, che l’aspetto più importante sia la testa. Noi, fisicamente, abbiamo una buona condizione e penso che in questi tre giorni abbiamo lavorato benissimo”.
L’atteggiamento
“Conta la partita, dobbiamo essere liberi di testa. Deve essere, però, un percorso di crescita. Il sogno è finito, perché ai playoff ci siamo arrivati: ora iniziano le battaglie e con il Cagliari sarà così. Deve uscire tutto il sudore che abbiamo. Se saranno più forti li stringeremo la mano. Conoscendo Ranieri, io penso, come ha fatto vedere nell’ultima a Cosenza, che loro abbiano una bella mentalità e spinti dal loro pubblico vorranno portarsi a casa un risultato importante. Oltre a questi giocatori avete visto quale entusiasmo c’è a Cagliari. Sicuramente questa è una spinta in più che per noi deve essere un atteggiamento su cui stare attenti. Proveremo a tirare fuori qualcosa di positivo da tutto questo”.
Il Cagliari di Ranieri
“Ranieri fa la differenza in questa categoria perché sa leggere le partite in corso d’opera. Deiola gli permette di passare dalla difesa a 3 a 4, penso che lui sia un po’ la chiave tra le due difese. Davanti sono una squadra fisica, forte, con gol importanti, ma anche dietro hanno una grandissima struttura, una media di 188/189 cm, tranne Nandez, e hanno una panchina importante. Sicuramente Deiola è il perno di questa situazione, poi il mister è molto bravo a capire pregi e difetti e a cambiare in corso d’opera. Dobbiamo essere elastici e svegli a capire le mosse e a organizzare le contromosse. Ci metteranno in difficoltà, quindi dobbiamo capire i momenti della partita”.
I playoff
“I preliminari sono le partite più difficili e penso che questa dev’essere per noi la vera finale. Non si può preparare una partita quando non sai cosa succede nella partita. La mossa del cavallo penso sia l’attenzione, l’essere tutti pronti. In queste partite qua, qualsiasi giocatore può diventare l’eroe. Io sono diventato eroe in tutte le finali (ride ndr.), anche con Crespo e tutta sta gente qua… Vorrei che i miei giocatori si immaginassero di essere gli eroi di quella partita quando entrano. Un difensore su palla inattiva, un attaccante su azione… Le palle determinanti le devi gestire come se fosse la tua unica opportunità. I ragazzi stanno tutti bene”.
La Redazione