Lunga intervista concessa da FIlippo Tortu a La Gazzetta dello Sport: ecco alcuni dei passaggi salienti.
Le emozioni
“L’ultima frazione è la più elettrizzante, ma anche la più carica di tensioni. Aspetti e speri che i compagni non facciano danni. Pensando che avrei corso l’ultimo rettilineo olimpico, mi sono convinto che avrei fatto la gara della vita. Quel centesimo decisivo? Penso sia l’essenza dello sport: per tanto così si può vincere o perdere. Conta provarci sempre. Ero certo che avevamo vinto, ma ho voluto la conferma del tabellone. È stato bellissimo vedere la nostra bandiera salire più su delle altre. E, seppur stonati, cantare in quattro l’inno di Mameli a squarciagola”.
Tanta Sardegna
“Conosco Patta da meno tempo rispetto a Jacobs e Desalu. Ma papà, due o tre anni fa, tornando da una seduta a Oristano fu profetico: ‘Sarà lui il primo frazionista della staffetta olimpica’. Ci vide lungo: Lollo, quasi al debutto, è stato grande. Ha testa e personalità fuori dal comune. Io, Patta e Polanco: se arriva un quarto la staffetta della Sardegna è fatta. Ma ci sono anche la Kaddari e il fisioterapista Pusceddu”.
La Redazione