Finalmente il ritorno in gara per Filippo Tortu che dopo il ritiro con la nazionale sarà ai nastri di partenza del mondiale di staffetta del 1-2 maggio di Chorzow, in Polonia
“Non sto più nella pelle, i miei compagni mi sono mancati… tutto l’ambiente dell’atletica mi è mancato- ha dichiarato il velocista di origine tempiese ad Atletica TV-. L’obiettivo sarà portare a casa la qualificazione diretta per Tokyo (che va ai primi 8 quartetti, ndr), ma non dimentichiamoci che quello sarà solo il primo passo. Nel 2021 vogliamo prenderci un altro record italiano e scendere sotto i 38 secondi. Già a Doha potevamo giocarci una medaglia, ripartiamo da lì”.
Sulla rivalità sportiva con Marcell Jacobs (oro agli Europei Indoor sui 60 piani) ha aggiunto: “Vista da dentro, dal punto di vista mio e di Marcell, la nostra è una rivalità sana e sportiva, che ci fa bene, ci aiuta a migliorare. Ma in ottica staffetta è un grande passo avanti, significa avere maggiore sicurezza e consapevolezza. All’ultima uscita insieme abbiamo fatto il record italiano e ripartiamo da lì, sapendo di poter fare qualcosa di importante. Diciamo che non mi ha sorpreso, sapevo che valeva quel tempo. Abbiamo anche scommesso, e ho vinto io. Per come sono fatto non credo che tra noi cambierà qualcosa, sono un atleta che non guarda molto i risultati degli altri. Durante la gara sono molto concentrato su me stesso, sulla mia prestazione. Di certo questa situazione mi offre nuovi stimoli, correre con avversari forti mi esalta e mi diverte”.
Il 2021 di Tortu è iniziato nel peggiore dei modi con la scoperta della positività al covid: “Ho preso il virus ed è una malattia che mi ha lasciato degli strascichi; ancora adesso mi sento più affaticato e nei lavori lunghi mi manca un po’ di fiato. È una malattia che ti butta giù. Ma sto migliorando, ogni settimana va meglio e sto tornando alla grande. Con il mio allenatore stiamo lavorando bene, facendo attenzione a tutte le fasi della gara; lui studia giorno e notte, lavora molto più di me per arrivare ai nostri obiettivi. Credo che la pista ci darà indietro tutto quello che noi le stiamo dando. I 200? Quel 20.34 è vecchio e penso di poter essere molto più veloce, ma rimango orientato ai 100. Prima del Covid la nostra idea era di correre entrambe le gare, possibilmente anche a Tokyo, ma ora è diverso. A gennaio e febbraio mettere fieno in cascina, ma non è stato possibile. Punto sulla distanza più corta e sulla staffetta. In generale, quando rivedo le mie gare passate, penso semplicemente che spero di lasciare indietro il vecchio Filippo, nel senso che spero di correre molto più veloce. A Tokyo punto a conquistare un posto in finale e una volta lì giocare al meglio le mie carte. Lo stesso nella 4×100, in cui credo molto. Sono convinto che già ai Mondiali di Doha, dove siamo stati urtati dagli americani, potessimo giocarci una medaglia. In quella semifinale l’errore principale è stato il mio, forse dovuto alla stanchezza e al clima estremo del Qatar: in partenza ho addirittura pensato che mi avessero urtato un’altra volta”.
La Redazione