Il presidente della Torres, Stefano Udassi, è intervenuto ai nostri microfoni, dalla cornice della Biblioteca Popolare dello Sport, durante la rubrica Serie C…entotrentuno. Tra i temi trattati dal numero uno del club sassarese, anche il momento super della sua squadra, guidata da Alfonso Greco, capolista del girone B di Lega Pro. Queste le sue dichiarazioni.
Rimonta a Pesaro
“Se confermo quanto detto in sede di ritiro estivo ovvero di aspettarmi un inizio così forte della Torres? Sì, lo confermo. Avevo buonissime sensazioni fin dai primi giorni di ritiro. Andammo con Pierluigi (Pinna, il proprietario della Torres n.d.r.) in ritiro con la proprietà, abbiamo fatto 2-3 giorni con loro e c’era una proprio la sensazione di grande positività, si stava creando un gruppo di uomini veri, con uno staff che stava lavorando con grande spirito. Al rientro dalla trasferta di Pesaro ci siamo confrontati con Pierluigi su questo aspetto fondamentale perché un gruppo unito fa cose straordinarie quando ha un obiettivo comune”.
Ambizioni
“Se la piazza sogna in grande avendo bruciato le tappe come proprietà? È una chiave di lettura giustissima. Questi anni sono stati difficili ed è normale che il tifoso abbia fretta. Noi questa responsabilità la sentiamo perché dobbiamo dare risposte alla città, alla tifoseria ma anche a tutto l’ambiente calcio in Sardegna. Anche per noi è uno step importante come società così come i ragazzi stanno dando risposte importanti sul campo e quella di lunedì è stata una risposta di grandissimo livello. Era la prima volta che il Cesena giocava prima di noi. I ragazzi hanno risposto veramente con una prestazione di altissimo livello. Questa squadra sembra che si esalti nelle difficoltà. Probabilmente la partita di lunedì è stata lampante, Hanno vinto la partita con la mentalità e il carattere eè stata voluta fortemente dalla squadra. Il mister, nel momento topico della gara, ha fatto i cambi e ha ribaltato la partita anche con ragazzi che hanno avuto meno spazio e che sono entrati con grande determinazione e questo è un altro aspetto importante”.
Questione di ruoli
“Se fare il presidente è il ruolo più difficile mentalmente? Dipende dai momenti. Ci vuole equilibrio ed è una parte molto importante. Ho fatto tutti i ruoli. Quando giochi a calcio, pensi un po’ di più a te stesso anche se sei in un contesto di gruppo però diciamo che ti devi allenare e fare il meglio possibile per stare bene per dare il tuo contributo alla squadra. Da allenatore sei un uomo solo al comando o poco più e devi gestire un gruppo di giocatori ma c’è anche una dirigenza. Queste due esperienze hanno fatto sì poi che intraprendessi quest’esperienza grandiosa e rappresentare la Torres, la squadra della mia città è un grande onore oltre che un grande onere. Questi due anni sono stati molto veloci e anche gli step sono stati molto veloci. Bisogna cercare di avere tanto equilibrio e gestire situazioni molto belle e lì è più facile ma anche quelle più difficili. In questi due anni abbiamo avuto dei momenti di difficoltà dove bisognava capire quando intervenire, quando bisognava dare una pacca sulla spalla e quando dare un consiglio alle persone che lavorano per la Torres”.
Le varie facce della Torres
“Qual è stata la Torres migliore fin qui senza infortunati? È indubbio che in 14 partite abbiamo visto diverse squadre e Torres che si sono adattate al momento della gara e alle varie problematiche che si sono succedute. Se mi viene in mente una partita dove abbiamo dominato e e dove siamo stati dominanti, dove ho visto una Torres superiore all’avversario è aOlbia, dove si è vista una squadra con una determinazione, con una fame, con una cattiveria e anche con una qualità tecnica impressionante. Nel primo tempo, abbiamo segnato solo nel finale ma abbiamo avuto altre 3-4 occasioni importanti. Ho visto una squadra molto concentrata. Nel secondo tempo, con i cambi che ha fatto il mister, l’abbiamo ancor di più legittimata. Quella è la Torres che, senza infortuni e assenze importanti, ha dato un segnale forte ed eravamo solo alla terza giornata. Poi ci sono state altre partite: Mi vengono in mente gare contro avversari di livello: contro la Carrarese in casa, Perugia fuori dove abbiamo fatto una gara straordinaria, contro la Spal non abbiamo vinto ma abbiamo fatto un secondo tempo di grande livello, anche contro il Pontedera”.
Panchina o dirigente?
“Quanto mi manca la panchina? Non mi manca. Ho fatto una scelta ben precisa due anni e mezzo fa. È stato un percorso formativo importante ma il mio percorso post calcio da sempre è stato quello di diventare dirigente sportivo, che ho realizzato nella maniera migliore possibile, rappresentando la squadra della mia città ed è veramente una gioia indescrivibile. Se la società crede alla B? Dopo 14 giornate, non vedo perché debba essere io a spegnere l’entusiasmo. Ci godiamo il momento, c’è una città che è tornata ad emozionarsi e ci stiamo riuscendo tutti insieme. Dobbiamo migliorare tutti, dalla società ai giocatori. Il mio mantra è che facendo le cose, si può sempre migliorare. Poi sognare è lecito. La classifica è meravigliosa. Vediamo cosa succederà da qui a domenica (contro il Gubbio n.d.r.)”.
Futuro
“Una collaborazione simile a quella tra Cagliari e Olbia? Chissà cosa può riservare il futuro. Il Cagliari ha un accordo di partnership con l’Olbia e sono contenti così. Noi abbiamo la nostra identità, la nostra storia. Nelle mie parole non c’è assolutamente presunzione. È indubbio che siamo attenti al territorio e non ci precludiamo nessun tipo di collaborazione”.
Cantera
“Quello è il nostro sogno, il nostro obiettivo. Stiamo lavorando nel settore giovanile intrinseco alla società. Stiamo anche cercando di dare degli imput nelle scuole. È un percorso molto lungo però ragionando anche come prima squadra abbiamo voluto fortemente che questa squadra avesse una forte indentità sarda per dare ulteriore valore a quella che è la nostra sardità e quindi per dare anche degli esempi ai nostri giovani. Abbiamo avuto dei feedback importanti in Ogliastra, abbiamo delle affiliate a Dorgali e anche nel nostro territorio. Il fatto che non ci siano richieste solo dal territorio vicino a noi ma anche da altre parti della Sardegna ci fa piacere ed è motivo d’orgoglio”.
Strutture
“Se ci saranno novità dal punto di vista delle strutture in casa Torres? Noi non ci fermiamo mai. C’è fermento anche sotto questo aspetto. La proprietà in questi due anni e mezzo ha profuso ogni goccia di sudore per far sì che lo stadio fosse dignitoso prima, poi a norma per la C e ha investito tanti soldi. Sicuramente non ci fermeremo qui. Se abbiamo delle ambizioni, queste devono andare di pari passo con quelle che sono le strutture. Non posso anticipare ora cosa abbiamo in mente però vi posso assicurare che noi siamo abituati a lavorare e a far parlare i fatti. Ci sono tante idee importanti per far sì che la Torres acnhe su questi aspetti possa fare degli step importanti”.
Mercato
“Cosa faremo nel mercato di gennaio? Questa domanda non dovete farla a me ma al direttore Colombino (ironizza n.d.r.). È normale che si facciano delle chiacchierate e degli approfondimenti. Questa squadra sta funzionando come meglio non si potrebbe. Ci sono ovviamente anche le indicazioni del mister e dello staff tecnico che vanno assolutamente rispettate. La società ascolterà, valuterà e vedremo se ci sarà qualcosa dove intervenire e che non alteri gli equilibri di una squadra. Ci vogliono giocatori che sposino il progetto. A me vengono in mente, a parte i sardi (come Idda, Giorico e Mastinu), che sono arrivati quest’anno come Fischnaller, Zecca e Zaccagno e altri che si sono inseriti nel gruppo in maniera meravigliosa. Loro vivono anche la città e sono curiosi di capire la cultura del posto dove sono andati a giocare”.
Greco
“Il rapporto con mister Greco? È un bellissimo rapporto ma che umanamente non era mai cambiato. Umanamente è stata una selta molto sofferta da parte di tutti e da me in particolare perché purtroppo il giorno del mio compleanno dovevo chiamare io il mister. Mi è costato tantissimo comunicargli quell’esonero però è servito a noi come società e io credo che sia stato anche propedeutico. Noi con grande umiltà siamo tornati indietro, abbiamo riconosciuto di aver sbagliato e per noi la persona giusta era Alfonso. Allo stesso tempo, nella chiacchierate che abbiamo fatto insieme, anche a lui è servito per capire alcune cose e ora il rapporto è ancora più aperto e onesto che nel tempo si è sempre più rinsaldato”.
La Redazione