Sensazioni, ambizioni e nuove programmazioni. In casa Torres è un’estate diversa, ricca di rivoluzioni ma anche basata su una visione orientata alla crescita per il futuro da fare passo dopo passo. A raccontarci le emozioni e l’umore tra i rossoblù è stato lo stesso presidente Stefano Udassi che ha confermato come sarà una nuova Torres, ma con la stessa voglia di fare bene di sempre.
Presidente, da poco è tornato dal ritiro a Sappada: quali sono le sensazioni per la nuova Torres che sta nascendo con mister Michele Pazienza?
“Le prime impressioni sono ottime. Il mister è un vero martello e siamo soddisfatti della scelta fatta. Quando si cambia tanto è naturale possa esserci, come dire, un po’ di timore. Le aspettative alte è normale che ci siano e un cambiamento, nello sport così come nella vita, è sempre un passaggio delicato, ma che deve portarti a crescere. Sfruttare questa sorta di apprensione come stimolo in più per fare bene e meglio deve essere il nostro mantra in questo momento. Personalmente ho molta fiducia nel gruppo che sta nascendo e che si sta evolvendo in queste settimane di ritiro. Vivendo con la squadra a Sappada mi sono nutrito di buonissime sensazioni. C’è uno staff che sta lavorando insieme con grande sinergia e si percepisce anche da parte della squadra tanta voglia di fare bene. E si sta creando, secondo me, la giusta alchimia, soprattutto sotto l’aspetto del gruppo squadra insieme allo staff tecnico. Sono molto fiducioso per il campionato che verrà. Si percepisce molta voglia di lavorare, si percepisce passione quotidianamente e si percepisce entusiasmo”.
Nessuna sorpresa nel girone, non ci sono retrocesse dalla B ma il livello sembra più equilibrato che mai…
“Sì, rispetto al passato in cui ci sono state diverse squadre in arrivo dalla B quest’anno il girone è molto livellato. Ma attenzione a diverse neopromosse dalla D, tantissime sono società con uno storico e con grandi ambizioni. Va detto che alcune società come l’Arezzo su tutte e poi Ascoli e Perugia, hanno fatto investimenti molto importanti e molto interessanti. Il girone è tosto come sempre, la Serie C è tosta in generale. Ma io sono convinto che la Torres reciterà un ruolo da protagonista e sarà sempre competitiva. Abbiamo la consapevolezza di essere una squadra che se la giocherà su tutti i campi. E questo è un aspetto che voglio sottolineare. Siamo stati bravi a trattenere i giocatori più forti, in sinergia con il direttore sportivo Andrea Colombino e con tutta la dirigenza, al di là di coloro che sono voluti andare via. Parlo di calciatori come Zaccagno, Zecca, Brentan, e sicuramente ne sto dimenticando altri, che avevano offerte e che hanno deciso con la loro volontà di restare a Sassari e sposare questo nuovo progetto”.
Su questo aspetto resta il fatto che comunque è una Torres che sta cambiando pelle, ma guai a parlare di ridimensionamento?
“Stiamo attraversando un passaggio naturale, un cambio generazionale all’interno della rosa che doveva essere fatto guardando al futuro ambizioso di questo club. Negli anni prima o poi accade a tutte le società di dover rivoluzionare in parte il proprio parco giocatori. Sono arrivati dei giovani molto interessanti, che hanno grandi motivazioni e hanno portato quella ventata di entusiasmo, quello sano, che serviva. I ragazzi portano sempre quella spregiudicatezza e quella fame che è utile, poi tutti si sono ambientati benissimo in questa nuova realtà, anche grazie ai giocatori più esperti che sono rimasti e hanno scelto di fare questo lavoro di guida”.
Come avete vissuto, anche umanamente, all’interno del club gli addii importanti di questa estate?
“Sicuramente in alcuni casi è come un pezzo di cordone ombelicale che si stacca. Umanamente parlando non è mai facile salutarsi dopo tante avventure insieme. Alcuni hanno scelto con la loro volontà di andar via e altri non rientravano più nei piani della società. Anche a livello tecnico non è facile salutare giocatori importanti, ma abbiamo scelto di farlo con equilibrio e tenendo sempre la schiena dritta. Io da ex giocatore so cosa vuol dire, ma i calciatori non sono dipendenti statali che per 35-40 anni lavorano sempre nello stesso posto e arrivano a fine corsa fino alla pensione. I calciatori vanno e vengono, gli allenatori vanno e vengono, così come anche i dirigenti e i presidenti negli anni cambiano. Quello che resta e sempre resterà è solo la Torres, insieme ai suoi tifosi. Questa è la cosa più importante”.
Cosa manca ancora a completare questa squadra?
“Sicuramente dobbiamo fare dei rinforzi in avanti e lo sappiamo. Sono usciti diversi giocatori e confidiamo a brevissimo di annunciare dei rinforzi. Stiamo cercando di trovare i giocatori giusti, funzionali a quelle che sono anche le indicazioni che ha dato il mister. Abbiamo lavorato sodo in un mercato non facile però la proprietà sa che serve qualche sacrificio ed è pronta a farne un paio e speriamo di portare a Sassari il prima possibile i profili che abbiamo già individuato e contattato”.
Questa è stata la prima estate per questa proprietà vissuta non solo sulle ali dell’entusiasmo ma anche dopo alcune critiche e con un peso delle aspettative diverso. Come la avete vissuta?
“Sono d’accordo, questo è un momento che forse non avevamo mai vissuto. Abbiamo sempre avuto anche continuità sotto il profilo del progetto tecnico e invece quest’anno siamo stati chiamati a fare anche delle scelte nuove, sia per la rosa che per lo staff. Però ho visto sempre grandissima condivisione di idee e unione di intenti da parte di tutta la dirigenza. La visione resta quella di sempre con la consapevolezza che il lavoro non è finito, anzi. Sicuramente è stata una prova, ma le sfide aiutano a crescere. Un po’ ricorda il primo anno in D quando dopo l’acquisizione della società avemmo pochissime settimane per costruire una formazione in grado di competere da subito per la vittoria del campionato. Non dobbiamo avere la presunzione di pensare di non fare errori, ma dobbiamo ricordarci che ogni errore è un torto che facciamo alla città e a questi colori. Questo sentimento deve spingerci a fare meno errori possibile. Questo è una sorta di anno zero ma le solide basi ci sono tutte per fare bene”.
Situazione stadio, come è il terreno di gioco?
“Sappiamo che è un problema come lo è stato in passato. C’è un forte dialogo con l’amministrazione comunale e aspettiamo delle loro risposte per il futuro. Intanto proseguono i lavori per la creazione della palestra al Vanni Sanna, dietro la club house, che a breve sarà ultimata”.
Cosa si aspetta dai tifosi, dopo i primi malumori, in vista della nuova annata?
“Nel calcio l’umore spesso dipende dai risultati e quando si cambia tanto è sempre naturale vedere anche un po’ di diffidenza, ma io sono fiducioso. Io so che i tifosi hanno apprezzato e non poco il modo di agire di questa proprietà negli ultimi 4 anni e sono certo che in tanti hanno grande fiducia anche nel lavoro fatto in questa estate e che ha portato a una piccola rivoluzione tecnica. Sento che c’è molta curiosità su quello che saprà dare la nuova Torres e il fatto di giocare subito in casa sia in Coppa Italia che in campionato deve essere per noi una spinta in più. Sono certo che il pubblico sarà un fattore in più per dare il giusto slancio a questo nuovo progetto, come è sempre stato”.
Roberto Pinna














