In occasione dell’ultima puntata di Serie C…entotrentuno, la nostra rubrica dedicata alle squadre sarde impegnate nella terza serie nazionale, nostro ospite è stato il preparatore dei portieri della Torres Tore Pinna. Bandiera dei sassaresi che in passato ha vestito anche la maglia del Pescara, prossimo avversario dei rossoblù e molto legato alla piazza abruzzese. Di seguito vi riportiamo un estratto delle sue parole.
Sul momento della Torres
“Ogni squadra a metà stagione ha sempre avuto un calo, quello che abbiamo avuto è fisiologico e ci sta. Voglio fare i complimenti ai ragazzi che hanno ripreso il cammino e stanno facendo cose straordinarie nonostante gli infortuni e le squalifiche. Siamo ritornati a essere una squadra tosta e capace di soffrire. Questo è un girone difficile in cui non si può sempre giocar bene, ma bisogna essere anche cattivi”.
Sulla sua esperienza a Pescara
“Sono ricordi bellissimi, sono arrivato nella diffidenza e mi hanno trattato da re. Mi hanno accolto benissimo, quello di Pescara è un pubblico speciale. L’accoglienza che mi hanno riservato nel proprio stadio in occasione della gara d’andata ha fatto emozionare sia me che tutta la nostra dirigenza. Non smetterò mai di ringraziarli, sabato andrò ad abbracciarli da sotto la curva”.
Sulla stagione della Torres
“Ho visto il girone ed ero molto preoccupato, con tanti club importanti come Perugia, Spal, Cesena, Ancona o Arezzo per citarne alcuni. Però a essere sincero si percepiva qualcosa nell’aria, filtrava ottimismo sul fatto che si potesse fare bene. Questo è merito dei sassaresi che hanno accolto nel migliore dei modi i nuovi arrivati. Si è creato un gruppo solido che è riuscito a fare qualcosa di estremamente importante. Parlo del gruppo, ma in particolare vorrei spendere delle parole per lo staff. Alfonso Greco, il mister, è bravissimo ma ci sono tanti altri che lavorano dietro le quinte come Tocci, Frau, Proietti, Mureddu o Sciacca, per citarne alcuni. Siamo uno staff che lavora tanto, prepariamo con concentrazione le partite. Ognuno fa il suo, c’è una amalgama importante. Il merito chiaramente va ai giocatori, però per ottenere determinati risultati serve uno staff che lavora bene. Questa alchimia permette di costruire qualcosa di bello. Nei momenti di difficoltà si vede il vero gruppo. Sono sempre il primo a metterci la faccia, quando necessario, per difendere i ragazzi. Spesso sono stati criticati ma credo che non se lo meritino, dobbiamo sempre ricordarci da dove arriviamo. In 120 di storia questa società non ha mai fatto questi punti, stiamo lottando per un qualcosa di importante. Il cammino è ancora lungo, i playoff a me portano sempre bene, però non diciamo altro (ride ndr). In caso di promozione in Serie B? Sparisco per un mese, mi ritroveranno in un sottomarino all’Asinara (ride ndr)”.
Sul suo passato in rossoblù
“Insieme ad altri ragazzi, come Frau, abbiamo vissuto dei momenti che al solo pensiero mi fanno venire le lacrime agli occhi. Ci sono state persone che in passato sono arrivate solo per rovinare questa società, questa squadra e questa città. La Torres ha qualcosa di speciale e unico, che con i pregi o con i difetti unisce tutti. Quando bisogna dimostrare amore per la squadra la città lo sa fare. Bisogna essere tifosi sempre, non solo quando arrivano squadre blasonate, ma in particolare nei momenti difficili. Sassari ha un potenziale che nessuno sa, io ho vissuto tutte le epoche alla Torres, ne ho visto passare acqua sotto i ponti”.
Sul match contro il Pescara
“Sarà una gara difficile, purtroppo considerate le condizioni di mister Zeman, hanno dovuto cambiare allenatore. Loro arrivano da una vittoria, sarà una partita difficile da battaglia. I tifosi del Pescara arriveranno in tantissimi a Sassari. Ma noi ci faremo trovare pronti, dobbiamo assolutamente conservare il secondo posto. Prevedo una gara di sangue e di lacrime”.
Sul progetto Abinsula alla guida della Torres
“È cresciuto pian piano, all’inizio con un po’ di diffidenza perché Sassari ha vissuto annate terribile. Addirittura una volta ci hanno sbattuto fuori da un albergo e, va detto, che è arrivato Salvatore Sechi e ci ha tolto le castagne dal fuoco. Finito il suo cammino è subentrata Abinsula che sta facendo passi da gigante. Non è semplice al primo anno vincere i playoff di Serie D, poi il ripescaggio in Serie C e ora questa stagione. Pian piano stiamo crescendo, ci vuole pazienza. Tutti vogliamo subito i risultati, c’è molta fame di successi che porta alla frenesia. Ora vediamo come andrà questa stagione, poi vedremo come andrà e trarremo le conclusioni. Però quello che preferisco e che mi fa più piacere è la stabilità della società. La Torres non ha più debiti, non rischia più di retrocedere o prendere punti di penalizzazione per i pagamenti”.
Sul momento in cui ha avuto la consapevolezza che la Torres potesse fare un campionato importante
“La partita contro il Cesena mi ha fatto capire che questa Torres può fare qualcosa di grande. È stato bello sia in campo, perché abbiamo tenuto testa a una squadra che ha speso 10 milioni per costruire la squadra, ma anche per il clima e il supporto dai tifosi. Seicento persone arrivate da Sassari per sostenere la Torres”.
La Redazione