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Torres, Pinna: “Non abbiamo paura di affrontare categorie superiori”

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Tra presente e futuro, quello più lontano, ma soprattutto quello più prossimo, con i playoff e il sogno promozione da coltivare. Il patron della Torres Pierluigi Pinna è stato ospite della nostra trasmissione Serie C…entotrentuno. Di seguito le dichiarazioni.

Sulle emozioni vissute durante la gara con il Cesena

“Domenica è stata un’emozione importante sia dentro che fuori dal campo, abbiamo creato una bella giornata di sport, partita ricordando e premiando uno storico presidente. Ritrovarmi a gestire questa società in prima persona è un’emozione e una responsabilità che da tante energie. Domenica abbiamo chiuso la prima parte della stagione, anche se manca ancora una partita. Siamo però già dentro i playoff. Siamo tra quelle otto squadre che poi possono sognare di arrivare dove la Torres finora non è mai arrivata. Quella di domenica è stata una giornata molto intensa”.

Sugli ultimi tre anni

“L’ho scritto anche nell’introduzione del libro che presenteremo la prossima settimana dedicato alla Torres. Era un po’ un sogno da ragazzo, si faceva qualche battuta un “Da grande comprerò la Torres”. Non l’ho fatto da solo, ma con i ragazzi di Abinsula. E abbiamo capito che i sogni si possono avverare. Tre anni fa ci siamo un po’ buttati in questa operazione con tantissimo entusiasmo, provando a far capire che alcune metodologie di gestione aziendale che noi utilizziamo in altri ambiti anche nel calcio potessero dare i loro frutti. Abbiamo vissuto un primo anno in cui siamo partiti un po’ in ritardo, abbiamo provato a costruire la squadra migliore possibile per dare subito una nostra impronta sul campionato e ci siamo riusciti qualificandoci per i playoff. Poi lì è stato interessante perché oltre al lato calcistico abbiamo dovuto dimostrare delle capacità imprenditoriali perché dovevamo prendere la licenza nazionale, che sembra scontato ma non è. Ci sono stati degli aspetti da curare sull’impianto da perfezionare in breve tempo. In quel periodo abbiamo raccolto anche gli amici imprenditori della città per riuscire ad avere tutte le carte, anche burocratiche, per iscriverci al campionato, cosa che è successa. Ci siamo così ritrovati tra i professionisti e l’anno passato abbiamo preso le misure con questo campionato”.

Sul Vanni Sanna

“Il Vanni Sanna sta piano piano avendo migliorando e crescendo. Ora abbiamo fatto la richiesta per aggiungere altri 1200 posti allo stadio, abbiamo adeguato alle normative che sono un po’ di tutti i tipi. Vogliamo che il Vanni Sanna sia la casa della Torres anche in campionati più importanti, non abbiamo assolutamente paura di affrontare categorie superiori. L’anno scorso abbiamo preso le misure della Serie C, quest’anno abbiamo capito alcune regole e abbiamo costruito una squadra che finora si è dimostrata forte e che ha fatto dei risultati ottimi, se non straordinari”.

Sul cammino della squadra

“Ero in ritiro, scambiavamo qualche battuta con Udassi e gli altri e ci dicevamo che la squadra giocava bene. Un mix di giovani, di ragazzi che hanno deciso di rientrare per fare bella figura, di altri giocatori che sono stati selezionati da un direttore sportivo che ha fatto un lavoro molto importante, ha fatto sì che si creasse questo tipo di rendimento. Poi andando avanti ha preso forma un sogno di fare un campionato di alto vertice, dall’obiettivo iniziale che erano i playoff abbiamo ottenuto un secondo posto che ci inserisce tra le prime otto della categoria e tra quelle che si giocheranno la Serie B. La giornata più bella? Ce ne sono tante. Ricordo la trasferta a Pescara, a Perugia, il recupero con la Vis Pesaro negli ultimi minuti, lì sono state delle emozioni molto importanti”.

Sui lavori allo stadio

“Devo dire che ci sono stati degli interventi importanti. Abbiamo realizzato attraverso un contributo regionale, poi diventato comunale l’infrastruttura del campo che abbiamo dietro la gradinata, completato poi con il nostro budget. Abbiamo poi avuto un contributo per la nuova copertura. Il Vanni Sanna è un vecchietto, ha bisogno di cura. L’amministrazione comunale è stato presente e ci ha aiutato, chiaro che poi se si vuole costruire uno stadio innovativo si deve parlare di altre cifre. Quello che noi possiamo fare come società e proprietà è quello di rendere il Vanni Sanna confortevole per la prima squadra, per il settore giovanile e per la scuola calcio. Ci sarà un altro contributo comunale che consentirà di costruire altri due campi all’interno della struttura, questo è importante per noi perché crediamo molto nella scuola calcio e nel settore giovanile. Il primo obiettivo è creare un movimento sportivo in città e lo si fa partendo dai bambini che si devono divertire e devono essere educati ai valori sportivi. Sono sicuro che così facendo si possa creare un’energia positiva per la città, ma si parte insegnando lo sport. Questo è un concetto che dovrà essere portato avanti anche dalle società affiliate e da chiunque avrà il simbolo della Torres sulla maglia”.

Sui playoff

“Qui ci sono le condizioni e il contorno per preparare bene i playoff, non dobbiamo andare a cercare fuori cose che si possono trovare anche qui. Adesso abbiamo venti giorni di lavoro, che speriamo non diventino troppi di più, per cercare di arrivare pronti a questa sorta di finali. Sono sicuro che mister Greco, che ha fatto un lavoro straordinario creando un’armonia interna sia in campo che nello spogliatoio, troverà le chiavi giuste per fare bella figura. Come arriverà la dirigenza ai playoff? Sarà dura. Non temo una squadra in particolare, viene un po’ la pelle d’oca vedendo i nomi ma dall’altra è una bella sensazione. Capire che la Torres si giocherà la Serie B con squadre che erano in categorie superiori fino a poco tempo fa o che hanno proprietà importanti è sicuramente un grande onore. Io sono ottimista, mi piacciono le sfide, sia a livello imprenditoriale che a livello sportivo. Sennò non avrei preso la Torres (ride, ndr)”.

Sul futuro

“Greco allenatore anche nel prossimo anno? Adesso dobbiamo pensare ai playoff e a queste partite. Abbiamo tante gara davanti. Come si può rinforzare ulteriormente la squadra? Questo è un bel gruppo, chiaramente tutto dipenderà dalla categoria. Abbiamo visto che si può sempre migliorare, sicuramente guarderemo quali sono magari le pedine che ci potranno dare una mano, sempre che sposino il progetto. Noi abbiamo una società che lavora tantissimo con Andrea Colombino che è Footure Lab, che ci permette di valutare una mole importante di dati che vengono poi uniti alla valutazione della storia e dei comportamenti del calciatore. Il campione deve essere un bravo ragazzo, in caso contrario non è da Torres”.

Sulla scelta Footure Lab per le maglie

“La scelta è stata fatta con Footure Lab, che ha anche una parte di ricerca di software sull’analisi delle partite. Volevamo creare però anche un marchio sportivo made in Sassari, anche perché ormai si tratta di una realtà con sette dipendenti che lavorano e ha anche un primo negozio in centro. Avevamo in mente la sfida di servirci da un marchio fatto da noi. Abbiamo così dato responsabilità a tanti ragazzi che disegnano le magliette, producono seguono gli ordini e così via. Se diamo la possibilità a questi ragazzi di emergere a Sassari poi le sfide si vincono. E in questo caso creare un marchio sportivo che magari varcherà il Tirreno nei prossimi anni”.

Sull’aspetto più bello di questi tre anni

“Ci troviamo dopo tre anni, ancora non completati, con un secondo posto in Lega Pro che è un risultato storico per la società. Quello che ho visto di più bello, che va oltre i budget economici, è che tutto si fonda sull’importanza del capitale umano. Il nostro budget è costruito su risorse umane molto importanti. Questo ci ha permesso di dare opportunità a persone, che magari facevano altro, di mettere il proprio cuore a servizio della Torres e siamo arrivati dove siamo arrivati. Rifarei tutto”.

Sulla risposta del territorio

“La risposta del territorio è stata importante perché come ho detto in precedenza quando c’è stata necessità in tanti hanno fatto la gara per aiutarci. Dall’altro lato, sia l’anno scorso che quest’anno abbiamo visto tanti imprenditori che si sentono parte del progetto. La Torres è un pezzo di tutti i sassaresi, io ho solo l’onore di gestirla, è giusto che tanti imprenditori la sentano praticamente propria. Dipende tutto dal progetto”.

Sui tifosi

“Io devo ringraziare tutti i tifosi. La Torres è sempre stata seguita, abbiamo un alto numero di abbonati, i ragazzi della curva non sono mai mancati. Dall’altro lato abbiamo riportato anche le famiglie e i bambini. Dal punto di vista del pubblico è stato un anno più che positivo, sta diventando uno spettacolo che è bello da vedere e seguire. Certo si può sempre essere qualcuno in più, ma è meglio vedere uno stadio mezzo pieno che mezzo vuoto”.

Sull’importanza dello sport e sul settore giovanile

“Lo sport è uno dei veicoli più importanti per rivalutare un territorio. Ci sono tante scuole calcio, non solo della Torres, che sono un punto di riferimento per i bambini che poi diventeranno giovani. Quello che faremo noi con la Torres sarà continuare a creare una realtà sociale oltre quella sportiva. Domani abbiamo una finale playoff nella Primavera 4. Arrivavamo da annate in cui non eravamo così presenti. Dobbiamo ringraziare tutto lo staff a partire dal tecnico Marco Sanna che ci ha permesso di iniziare a vedere dei giovani giocare contro squadre importanti. Abbiamo tre formazioni impegnate in campionati nazionali, ovvero la Primavera, l’U17 e l’U15. l’anno prossimo aggiungeremo anche altre due squadre, l’U14 e l’U16. L’obiettivo è mettere alla prova questi ragazzi in territori meno semplici rispetto a quello regionale”.

Sugli obiettivi

“Mettersi gli obiettivi a lungo termine non è importante. Dobbiamo lavorare ogni anno al meglio delle nostre possibilità, cercando di capire che la cosa più importante è tenere la società in ordine, perché sennò non si vanno a creare i giusti meccanismi. Per noi è importante cercare di capire chi siamo, uusare al meglio tutte le capacità che abbiamo, umane e imprenditoriali, per fare anche le cose che sembrano impossibili”.

Sui giocatori a cui è più affezionato

“Non posso fare un nome, ma sono tanti. So che anche loro sono legati a me, perché abbiamo creato un gruppo importante che non solo a livello calcistico sta dando dei segnali importanti in città”.

Sulle trasferte

“Mentre le altre squadre fanno solo una o due trasferte nell’Isola dobbiamo farlo ogni due domeniche. Per questo bisogna ringraziare squadra, tecnico e staff che spesso stanno fuori due giorni. Anche i risultati che abbiamo ottenuto sono straordinari per questo, oltre la parte economica perché muovere 40 persone di domenica è importante. Ma dico anche a livello di gestione dei giocatori che fanno dei sacrifici anche in questo senso”.

La Redazione

TAG:  Torres
 
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