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Federico Gianola, giocatore della Torres | Foto di Alessandro Sanna

Torres, Gianola: “A Fiorenzuola per vincere, ripartiamo dalla ripresa con l’Ancona”

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Il centrocampista della Torres, Federico Gianola, è intervenuto durante la nostra trasmissione settimanale Serie C…entotrentuno per parlare del suo momento e della stagione dei rossoblù guidati da Alfonso Greco. Queste le sue dichiarazioni.

Quella contro l’Ancona era una partita importante e si ricominciava con Greco in panchina. Questo pari vi lascia un po’ il rammarico in bocca per come è andata?

“Assolutamente sì, sapevamo dell’importanza della partita, soprattutto perché arrivavamo da un momento non facile. Prendere gol dopo dieci minuti ci ha fatto male ma avendo recuperato la partita così ed essendo arrivati alla fine con il rammarico di non essere riusciti a portare a casa qualcosa in più, questo ci dà sia rammarico sia fiducia per il futuro perché sappiamo che le qualità le abbiamo”.

Sul gol dell’Ancona con Di Massimo vi siete fermati come squadra in fase difensiva. E poi c’è la squalifica di Lora inflitta dal Giudice Sportivo.

“L’errore sul gol è collettivo da parte della difesa, può capitare. Lì non bisogna fermarsi anche se si ha la certezza che l’avversario è in fuorigioco perché queste situazioni possono costarti caro. I cartellini? Sappiamo tutti che è molto facile perdere la testa durante la partita e si va a conseguenze negative come quella di Pippo (Lora n.d.r.). Sono situazioni di campo: bisogna migliorare cercando di diminuirle”.

Nel finale potevate anche vincere la partita, soprattutto con le due occasioni create da Omoregbe e Diakite.

“Dopo essere andati in svantaggio e subendo un rigore a inizio secondo tempo, non era facile reagire. Siamo stati bravi. Dopo il loro rigore sbagliato, penso che abbiamo acquisito fiducia, ci siamo galvanizzati e abbiamo tirato fuori quel qualcosa in più che nelle ultime partite è mancato. Se fosse entrato il tiro di Bob (Omoregbe n.d.r.), non ci sarebbe stato nulla da dire perché, soprattutto nel secondo tempo, abbiamo fatto una buona partita”.

Come vedi lo spirito della Torres in questo momento, dopo il match contro l’Ancona e ancora prima con il cambio in panchina?

“Secondo me c’è un buon spirito, anche il rientro di Scotto, la sua presenza in campo nei novanta minuti si è fatta sentire. Lui personalmente ci tiene di più essendo di qua. Ci dà la spinta per dare sempre di più. La squadra la vedo bene. Sappiamo che adesso ci sono quattro battaglie ma abbiamo la fortuna che dipende tutto da noi. Il futuro è nelle nostre mani e quello ci dà consapolezza: sappiamo quello che dobbiamo fare”.

Com’è vivere a Sassari nell’anno in cui la Torres è tornata tra i professionisti?

“Quando sono arrivato lo scorso 5 agosto, nel giorno della festa con i tifosi, sono rimasto abbastanza sorpreso. Nel mio piccolo una situazione come questa e trovarsi questa marea di tifosi ad aspettarci, con i fuochi d’artificio, la festa post promozione, è stato un impatto positivo, così come con il passare dei mesi. Ti rendi conto della bellezza di questo gruppo, tutti ci tengono: dal magazziniere al socio, tutti si mettono a disposizione”.

Com’è stato il tuo impatto con la Lega Pro?

“Ad essere sincero non sapevo cosa aspettarmi. Sapevo che ovviamente ci sarebbe stato uno step in più. All’inizio la differenza fisica negli allenamenti e nelle partite l’ho notata parecchio. Mi è piaciuta perché è stata una nuova sfida da affrontare”.

Ti aspettavi di essere così coinvolto nel progetto Torres in termini di presenze e gol in questa stagione?

“Se a metà luglio mi avessero detto di fare 28 presenze e 1 gol non me lo sarei mai aspettato. Ad oggi mi ritengo soddisfatto della mia stagione”.

Siete passati dal 4-3-1-2 di Sottili al 4-4-2 di Greco. In che ruolo ti trovi più a tuo agio?

“Mezzala o in un centrocampo a due. L’esterno lo avevo fatto a Montevarchi ma viste le tante assenze ero più un adattato in quel ruolo. Non sono proprio l’esterno perfetto”.

Dopo il Fiorenzuola ci sarà il match contro la Carrarese, che è stato anticipato a giovedì 6 aprile. Può essere un fattore giocare in uno stadio con meno persone al seguito?

“Quello che notato nella partita contro l’Ancona è che il pubblico, soprattutto nel secondo tempo, ci ha dato una spinta in più. Avere 2000-3000 persone che ci incitano ti galvanizza e non è detto che l’avversario possa poi riuscire a rendersi pericoloso”.

Tu, fuori dal campo da gioco, sei un amante del surf ma non hai ancora avuto l’opportunità di farlo dal tuo arrivo in Sardegna.

“La speranza è quella: salviamoci e poi godiamoci il meritato riposo. Io sono un amante degli sport acquatici”.

Com’è nata l’ipotesi di trasferirti in Svizzera?

“L’allenatore del Chiasso era una mia vecchia conoscenza. Non è andata benissimo perché ci sono stati problemi con il tesseramento e poi mi sono rotto il gomito: a seguire è arrivata la pandemia. Dopo sono andato a Paradiso dove c’era un altro tecnico che conoscevo e lì avevo fatto molto bene: una società solida dove avevo ripreso la voglia di allenarmi. Finito lì, mi sono trasferito a Bellinzona e mi sono trovato abbastanza bene. Quando devi vincere il campionato, tutti sanno il loro obiettivo. Infine è arrivata la chiamata della Torres in Sardegna”.

Come avete accolto il ritorno in panchina di Alfonso Greco?

“Come tutta la squadra abbastanza bene. Avendolo già avuto nel girone d’andata, sappiamo il suo metodo di lavoro. L’obiettivo è quello di salvarci, indipendentemente da come ci si allena, senza scuse e senza alibi”.

Nel prossimo turno affronterete il Fiorenzuola in uno scontro salvezza molto importante. Che gara ti aspetti?

“Noi dobbiamo ritrovare l’entusiasmo del secondo tempo contro l’Ancona e andare a sfidare il Fiorenzuola per fare la nostra partita, senza paura. Sappiamo che non dobbiamo guardare in faccia nessuno e dobbiamo tornare a casa con dei punti perché ci stiamo giocando tutto”.

Secondo te chi è la favorita per la vittoria finale del girone B della Lega Pro tra Reggiana, Entella e Cesena?

“Quella che mi è piaciuta di più è stata la Reggiana, forse la più attrezzata a livello di rosa e società”.

Scorrendo la tua carriera, hai anche avuto un’esperienza in Spagna con la maglia del Leganés.

“Uscivo dalla Primavera del Chievo e mi è arrivata questa chiamata da un dirigente del Leganés. Tuttavia non si è rivelata un’esperienza secondo le aspettative e sono rimasto deluso”.

Hai affrontato tre volte l’Olbia in stagione, tra campionato e coppa. Ti aspettavi così tante difficoltà iniziali per i Bianchi e poi la loro rimonta nel girone di ritorno?

“Non conoscendoli a inizio anno, non avevo aspettative. Hanno avuto un periodo in cui non facevano punti. Poi ne hanno fatto 16 in 10 partite: non è facile trovare l’energia e gli stimoli per avere lo slancio che poi gli ha portati in una posizione di classifica non dico tranquilla ma sicuramente migliore”.

Sei reduce da due panchine di fila nelle ultime due gare, di cui una con Sottili e una con Greco. Quanta voglia hai di incidere nelle ultime 4 partite verso la salvezza?

“Ovviamente non nascondo che è tanta, perché non potendo contribuire sul campo ad aiutare i compagni la vivi male. Le scelte però sono del mister e non bisogna metterci becco: devo farmi trovare pronto”.

La Redazione

 

 

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