Le parole del canottiere di Oristano, medaglia di bronzo con Pietro Ruta nel 2 di coppia pesi leggeri a Tokyo, all’arrivo all’aeroporto di Elmas.
Così Stefano Oppo ai nostri microfoni: “Vedere questa accoglienza mi rende molto orgoglioso e mi fa capire ancora di più l’importanza dell’impresa, è impressionante il fatto che la Sardegna aspettasse una medaglia da 57 anni, ma spero che ne arrivino ancora tante in questi giorni: sarebbe bello che vincesse Alessia (Orro, ndr), il basket o la staffetta dei 100 metri visto quello che è successo oggi. Dietro questa medaglia c’è tutta una vita, tutti sono stati fondamentali per rendere possibile questo. Rammarico per il bronzo? No, c’era ancora il fantasma del quarto posto di Rio, era da evitare a tutti i costi: non abbiamo altri pensieri, siamo pienamente soddisfatti così. Ancora una medaglia alla prossima Olimpiade? Ci lavoriamo (ride, ndr), quello che arriverà prenderemo ma sarà un lungo percorso”.
“Quanto pesa questa medaglia? Tanto, non solo per il peso effettivo ma soprattutto per il peso del sacrificio e di tutto quello che c’è dietro. L’anno di attesa rispetto alla data prevista per le Olimpiadi è stato davvero difficile, pieno di alti e bassi però la medaglia ci fa dimenticare tutto. Questo bronzo è un punto di partenza o di arrivo? È un punto di arrivo per il percorso che abbiamo fatto, ma di partenza per il lavoro che ci aspetta nei prossimi tre anni e ci dà la carica per andare avanti. Il doppio oro di Jacobs e Tamberi è qualcosa di impressionante, sono davvero fiero di far parte di questa spedizione, di questa squadra che sta ottenendo questi risultati fantastici. Fino a oggi tante medaglie, ci sarà sicuramente il record per l’Italia. Adesso festeggiamo, penso di essermi meritato un po’ di vacanze (ride, ndr), poi si vedrà. Dedico questa medaglia alla mia famiglia, alla mia fidanzata Camilla e a Filippo Mondelli (canottiere azzurro, morto a soli 26 anni ad aprile, ndr) e alla mia terra, in un periodo in cui ha sofferto tanto”.
Francesco Aresu