Nella mattinata del 9 giugno, nell’aula consiliare del Comune di Cagliari, si è tenuta la presentazione del libro “Mio papĂ , il padre dello Scudetto”, dedicato alla figura dello storico dirigente e poi presidente del Cagliari, Andrea Arrica. A parlarne, alla presenza del Presidente del Coni Giovanni Malagò (qui le sue parole), è stato Stefano Arrica, figlio ed ex dirigente a sua volta del club, che ha scritto il volume insieme ai giornalisti Sergio Cadeddu e Gianluca Zuddas. Queste le sue parole ai nostri microfoni.
Sui ricordi e sul rapporto con il padre
“Il libro anche se non in modo cronologico fa capire un po’ la vita familiare, il rapporto tra padre e figlio. Proprio perchĂ© si intrecciano una serie di situazioni, perchĂ© da bambino era un mondo fatato. Un bambino privilegiato, che aveva la possibilitĂ di fare tante cose che gli altri miei amichetti non potevano fare. Poi però il mio carattere esuberante mi ha portato un po’ a sfuggire, a ribellarmi. Sono scappato di casa, poi lui mi ha ripreso. Ci siamo scontrati per poi incontrarci nuovamente da uomo a uomo. Io avevo quasi quarant’anni e da li abbiamo fatto un percorso meraviglioso, non tanto padre-figlio ma come due amici. Ed è questo che ricordo con maggior piacere di mio papĂ “.
Sulla possibilitĂ dell’intitolazione di una via o di una piazza della cittĂ
“Significherebbe molto. Credo che la cittĂ riconosca l’importanza di quest’uomo che ha dato tanto alla cittĂ . PerchĂ© se la dobbiamo dire tutta, negli anni Sessanta e Settanta, Cagliari è andata sulla ribalta nazionale e internazionale. Mio padre ha posto una piccola briciola, ha dato un piccolo contributo per far sì che Cagliari ma anche tutta la Sardegna diventassero qualcosa di estremamente importante. Per cui, per tutta la mia famiglia, ma anche lui che penso ci stia guardando, sarebbe bellissimo dire un giorno ‘Ci vediamo in via o piazza Andrea Arrica’. Qualsiasi cosa sarĂ , sarĂ qualcosa di cui mio padre andrebbe fiero“.
Sulla stagione del Cagliari e sulla ripartenza
“Ho vissuto sulla mia pelle questi momenti altre volte. La retrocessione è un fatto sportivo e va accettato. Anche se è avvenuto nel modo piĂą rocambolesco, da lì bisogna ripartire. Il Cagliari piĂą volte ha avuto dei momenti difficili ed è ripartito. Sono prima di tutto un tifoso rossoblĂą, sono innamorato del Cagliari Calcio. L’ho seguito tutta la vita, anche se non sono piĂą andato allo stadio per motivi personali: mi ripropongo però in Serie B di tornare. Troppo facile andare a vedere le partite importanti. Credo che dalle sconfitte si possa ripartire e tornare grandi. E io auguro questo alla societĂ .”
La Redazione














