È stata una giornata campale per il futuro del campionato italiano di calcio.
All’indomani dei dubbi di alcune squadre emerse dall’assemblea di Lega Calcio, tra cui anche il Cagliari di Tommaso Giulini, la giornata del 15 maggio è stata caratterizzata da diversi incontri per mediare sul fronte quarantena e maxi ritiri. Nel primo pomeriggio ha parlato il presidente della FIGC Gabriele Gravina che ha parlato, oltre della rediviva questione di un possibile playoff come ultima ipotesi per la ripresa, dei problemi sollevati dalle squadre: “L’INAIL con una sua circolare ha già chiarito che c’è responsabilità solo in caso di dolo e di colpa grave. Quello che ci preoccupa rimane il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Tema che affrontiamo con determinazione e anche con attenzione, per evitare un rapporto stressato che porti tensioni e il blocco del campionato”. Per il numero 1 del calcio italiano vi è anche il problema delle strutture: “Ci sono difficoltà a recepire delle strutture disponibili, quindi dobbiamo consentire una variazione del protocollo”.
La riposta del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è arrivata in serata ai microfoni di Rete 4: “Sicuramente con l’evoluzione che avremo nei prossimi dieci giorni, quando ci sarà la vera riapertura, dal 18 maggio, se la curva del contagio lo consentirà, massima disponibilità a rivedere in maniera meno restringente anche questa regola. Nessuno ostruzionismo o voglia di creare difficoltà, ma le regole che sono in vigore devono essere rispettare. Ci sono due cose importanti per il fischio d’inizio avvenga il 13 giugno: lunedì dovevano riprendere gli allenamenti sulle basi di un protocollo FIGC proposto dalla Lega Serie A un mese fa, dal presidente Dal Pino, oggi capiamo che la Lega ha difficoltà ad attuale il protocollo che ci ha proposto. Non lo abbiamo chiesto noi però, lo avevano proposto loro. Non hanno strutture o centri adatti e se ne rendono conto oggi, specie sull’autoisolamento”.