Un intervento a rimandare la palla in tribuna, anzi direttamente nell’altro campo, quello in cui il terreno è responsabilità altrui. Il presidente della Regione Christian Solinas ha confermato la propria volontà di correre nuovamente per la guida politica dell’Isola. Lo ha fatto in una lunga intervista apparsa sulle pagine de L’Unione Sarda, in cui il tema del nuovo stadio del Cagliari è stato affrontato dopo un lungo silenzio. Dando vita a un nuovo capitolo del lungo batti e ribatti sull’impianto che sarà intitolato a Gigi Riva.
Precedenti
L’ultima volta che il presidente della Regione in carica aveva parlato senza nascondere il suo malcontento del tema stadio correvano i primi giorni d’agosto. In aula era in discussione il collegato alla Finanziaria, norma che ha visto la sua approvazione solo più di un mese più tardi. Sotto al caldo sole cagliaritano però era stato approvato un emendamento presentato dai Progressisti per modificare l’accordo di programma sottoscritto nel febbraio precedente tra Comune e Regione, con lo stadio del Cagliari destinato a diventare l’unico progetto sui cinque totali indicati dall’intesa precedente a essere destinatario dei 50 milioni messi a disposizione dalle casse di Via Roma (qui per approfondire la proposta). Il voto favorevole di alcuni esponenti della maggioranza all’emendamento avevano portato Solinas a parlare di “tradimento” e di una minoranza “non curante dei bisogni dei sardi”. Da allora, le parole, sono arrivate solamente da Palazzo Bacaredda, da cui il sindaco Paolo Truzzu ha più volte chiesto un’accelerazione dell’iter, fino a parlare poi di ottobre come un mese decisivo per il processo che avrebbe portato all’approvazione definitiva del progetto, ma anche di un possibile intervento del Governo per risolvere la situazione legata al finanziamento dello stadio. Nel frattempo, il Consiglio comunale ha preso nuovamente posizione (qui per leggere), la Conferenza di servizi ha cominciato i propri lavori (qui per leggere) – che si avviano ormai verso la conclusione – e a chiedere un cambio di passo è stato anche il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, lo scorso primo ottobre: “In due mesi dovremmo arrivare alla Pubblica Utilità, quindi è plausibile che a cavallo tra 2023 e 2024 si riesca a demolire il vecchio Sant’Elia e intravedere davvero la strada per avere finalmente un’opera che sia eccellenza per la Sardegna. È importante sollecitare la Regione Sardegna e il presidente Solinas, manca solo questo contributo pubblico per l’equilibrio economico finanziario dell’opera”.
Novità
A chiudere il cerchio è stato l’annuncio sull’assegnazione degli Europei del 2032 a Italia e Turchia, anticipato dalle dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi sulla speranza di vedere velocizzarsi l’iter del nuovo stadio cagliaritano (qui la news). L’avvicinamento delle elezioni regionali e la disponibilità data alla coalizione di centrodestra dal sindaco del capoluogo Truzzu per la carica di presidente ha aperto un nuovo capitolo. Il tema stadio sembrava essere messo al momento da parte, ma Solinas nel confermare la propria volontà di estendere la propria legislatura ha ripreso palla prima per poi rilanciare lungo verso il campo di gioco del primo cittadino. Sostenendo prima di essere sorpreso che la discussione politica si fosse trasformata in una “contrapposizione più o meno artificiosa tra Comune e Regione”, poi dichiarando la propria speranza per la costruzione dell’impianto e affermando come lo sforzo economico in capo alla Regione sia un unicum nel Paese. La stoccata vera e propria è arrivata però sul versante della rapidità dell’iter e dell’erogazione dei fondi, la parte che preoccupa maggiormente le parti in gioco: ” Lo stadio si farà? A dispetto di quanto si è voluto far credere – ha affermato il presidente della Regione su L’Unione Sarda – non dipende da me. Il rapporto è tra il Comune, titolare del procedimento amministrativo, e il Cagliari. Alla Regione è stato chiesto un cospicuo contributo stanziato con una legge. Deve essere chiaro che si tratta di soldi pubblici e che, dopo la volontà politica, opera una fase amministrativa in capo ai dirigenti, che dovranno fare i passi previsti dalla legge“.
L’impressione è che il nuovo impianto che dovrà ospitare le partite del Cagliari sia finito definitivamente nel vortice di un dibattito elettorale interno alle forze di maggioranza momentanee di Comune e Regione. In cui le turbolenze potrebbero più o meno impattare sui desideri di ambiente e club rossoblù che attendono di vedere i primi passi concreti per la costruzione della propria nuova casa.
Matteo Cardia














