Il presidente dell’AIC Umberto Calcagno è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport sulla situazione economico-sportiva che sta affrontando il calcio italiano in questo momento storico. Ecco un estratto dell’intervista.
“Salary cap? Non ci si può accusare di scarsa sensibilità nei confronti del problema della sostenibilità. Le forme di salary cap sono diverse. Siamo totalmente a favore delle regole che aiuteranno la sostenibilità. Noi sosteniamo sia il sistema di monitoraggio e controllo che si sta definendo in Federcalcio, sia quello che la
Uefa farà scattare in campo internazionale. Il tema non è quello di far scappare chi vuole investire nel calcio. Per spendere, però, bisogna poterselo permettere. Compenso insostenibili? Sono le stesse società che firmano. E noi siamo davvero preoccupati per i costi dei club. Io penso che il sistema vada ripensato a livello di progettualità. Non è una questione di norme. La verità è che prevale una totale assenza di stabilità, c’è un continuo mordi e fuggi persino nella scelta dei dirigenti che vengono cambiati in continuazione. Si preferisce sempre la strada più facile: andare all’estero, magari sfruttando i vantaggi fiscali del Decreto Crescita e depotenziare i vivai. La sostenibilità è fare degli investimenti. Sui vivai, sulla crescita dei giocatori selezionabili per la Nazionale, e perché no sulle seconde squadre. Perché, tranne la Juve, nessuno è riuscito a investire sulle seconde squadre?”.
La Redazione