Il presidente della Dinamo Sassari Stefano Sardara è intervenuto a Radio 1 nella trasmissione pomeridiana “Domenica Sport”.
Sulla chiusura del campionato commenta: “Il basket si è mosso in maniera compatta: abbiamo preso atto della situazione e abbiamo messo fine al campionato. Giocare a porte chiuse sarebbe stato veramente complicato per uno sport come il basket, abbiamo pensato quindi di chiudere la stagione pensando già a mettere le basi per la prossima stagione; vorrei che fosse l’anno zero del basket italiano, spero che l’appello venga raccolto anche dal presidente Gandini. La botta che abbiamo subito è forte, ci sono aziende alle corde, c’è il tema del pubblico che alla fine è il primo sponsor per molti club e che magari non affollerà da subito i palazzetti. Però posso dire che il sistema sia sano e possa cogliere l’occasione per rilanciarsi. Porte chiuse? A parte la surrealità della situazione a Roma entrammo in campo quando mancavano 10 minuti alla palla a due; avevamo entrambe paura, il basket è uno sport di contatto e mettere a rischio la salute dei giocatori non è il caso”.
Sulla Serie A che verrà: “La federazione insieme alle due leghe si dovranno riunire per stabilire il futuro dei campionati: questa è un’opportunità molto ghiotta per riscrivere le regole e stabilire un percorso virtuoso per ripartire con un sistema equilibrato e sostenibile. La certezza è che nessuno vuole giocare con un numero di squadre dispari, è una situazione che si è venuta a creare ma nessuno in realtà la voleva l’anno scorso. Giocheremo a porte aperte solo se ci saranno le condizioni. Io vorrei guardare al futuro con un po’ di ottimismo, quello che ci immaginavamo qualche settimana fa ora ci sembra un pochino più superabile. Vedremo cosa accadrà a settembre-ottobre, vediamo cosa può succedere: dovremmo evitare le porte chiuse, magari se ci sarà da aspettare un mese o due per giocare col pubblico magari potremmo ancora aspettare. Mi auguro saremmo più avanti nella lotta contro la pandemia in ogni caso, ma ci faremo trovare pronti. Torino? Avevamo stabilito che saremmo rimasti finché non sarebbe tornata nella massima serie: ora è pronta per tornare dove gli compete e non “vediamo l’ora” di lasciarla ad altri. Torino non può fare a meno del grande basket e il grande basket non può fare a meno di Torino”.