Intervista a tutto tondo della Gazzetta dello Sport all’allenatore del Cagliari Rolando Maran.
Il tecnico trentino ha fatto un bilancio del girone d’andata chiuso a Udine con una sconfitta: “Il voto è comunque positivo. Poche volte siamo usciti dal campo con la sensazione di non avere dato tutto.Qualcosa ci manca, ma la crescita c’è stata, considerato che a dicembre abbiamo giocato 8 gare con tanti infortunati e, soprattutto, senza Castro. Per noi è stata una grande perdita, da quando lo alleno gli ho fatto fare di tutto, anche la punta. Serve un suo sostituto”.
“Peccato non aver fermato il Napoli e aver preso il gol alla fine su punizione- prosegue l’ex allenatore di Catania e Chievo ai microfoni del collega Bibi Velluzzi – mentre l’emozione più grande rimane quella di aver pareggiato con la Roma in 9 uomini. Il modulo? Il 4-3-1-2 mi ha dato grande soddisfazioni, ma ormai in partita si presentano tante situazioni. La tecnica deve essere predominante, ma la corsa è fondamentale: Barella unisce questi due elementi alla perfezione. In questo calcio le linee di passaggio sono sempre più oscurate dai tatticismi, giocare è sempre più difficile: io se posso evito sempre di lanciare lungo col difensore”.
Maran ha parole al miele per il presidente Tommaso Giulini che l’ha fortemente voluto in estate: “Crede nel lavoro, è molto ambizioso e ha una grande capacità di programmazione. Cosa ci manca? Il piglio per essere sempre protagonisti, ma le basi ci sono per cementare al meglio”. La città sembra aver ormai conquistato il mister ex Chievoverona: “La bellezza di Cagliari e dell’Isola mi ha colpito: sono orgoglioso dell’accoglienza che mi è stata data sin dal primo giorno di Aritzo e poi al mercato di San Benedetto. Ho colto tanta profondità , la cultura di un popolo che riconosce il lavoro che faccio e questo è emozionante. Allenare il Cagliari è una bella responsabilità”.