Iniziata oggi, martedì 5 novembre, la Gigi Riva Football Week, rassegna di eventi nata per celebrare la leggenda rossoblù scomparsa a Gennaio 2024 e che avrebbe compiuto 80 anni giovedì 7 novembre. A margine dell’evento “Un sardo nato in Lombardia” abbiamo intervistato Giorgio Porrà, noto giornalista di Sky Sport che ai nostri microfoni ha raccontato aneddoti, ma anche quanto una figura come Riva fosse importante per la Sardegna.
La ricorrenza
“C’è molta malinconia e struggimento per il distacco di Gigi avvenuto nel gennaio dello scorso anno, ma ritengo fondamentale accarezzarlo con le parole giuste in occasione del suo ottantesimo compleanno, nonostante lui detestasse ogni tipo di celebrazione. Non stiamo parlando solo di un fuoriclasse o di un’icona, ma bensì di un patrimonio culturale di tutto il paese, non soltanto della Sardegna. Dobbiamo raccontare alle nuove generazioni cosa è stato Gigi per l’isola e per l’Italia e parlare di questa dimensione epica, in nessun modo riproducibile”.
Gigi Riva che ha unito l’Italia
“Questa è una cosa che abbiamo detto spesso raccontando Gigi, ma è assolutamente la verità. Prima dello Scudetto e delle sue gesta epiche l’Italia e la Sardegna erano punti neri sul Mediterraneo, completamente scollegati tra loro. Con la vittoria di quel titolo, l’isola di colpo si è sbarazzata di fardelli storici e di complessi di inferiorità. Ha smesso di essere una questione di stato e abbiamo conquistato una dignità che prima non avevamo. Io dico spesso che Gigi salvando se stesso, trovando una famiglia che non ha mai avuto per via dei dolori sommersi che conosciamo e mai del tutto elaborati, ha salvato anche noi sardi. Gli dobbiamo eterna gratitudine e siamo consapevoli di essere stati importanti anche per lui”.
L’aneddoto
“Io le persone che stimo molto tendo a non avvicinarle per non restare deluso, perché ho coltivato un’idea di questi grandi. Con Gigi non c’era assolutamente questo pericolo, ogni contatto è stato una meraviglia. Se devo citare delle cose, anche piccole: Lui che passeggia con Nicola piccolino, mi vede, ci incrociamo per strada e mi indica sottolineando di essere una persona e un giornalista che va spesso in televisione, molto bravo. Quella fu una cosa che mi fece venire i brividi. Anche perché stavo cominciando questa professione. Un’altra cosa che ricordo è che una volta mi si avvicinò e mi disse che era diventato molto più sardo di me, facendo vedere l’orgoglio di essere diventato un isolano acquisito”.
Francesco Aresu