A margine della serata di “Sa Festa” nel corso della Gigi Riva Football Week abbiamo intervistato il cantautore Piero Marras, uno degli ospiti dell’evento al Teatro Lirico di Cagliari, autore della canzone “Quando Gigi Riva tornerà”.
L’evento
“Per me si tratta di un bell’evento, ovvio che al momento del commiato si è tristi, ma quando si tratta di personaggi del genere li puoi fare rivivere. Giusto ci sia una sorta di festa, come se lui fosse presente. Basta volerlo e lui c’è”
L’omaggio “Quando Gigi Riva tornerà”
“Canto questa canzone molto raramente, solo nei momenti giusti. L’ultima volta che l’ho fatto si sono alzati tutti in piedi. Sta diventando una sorta di rito e omaggio. La canzone parla di un eroe inteso come metafora, non è un brano che tratta di calcio, ma di un ritorno dell’eroe popolare, e quale migliore eroe poteva essere se non Gigi Riva? Capisco le emozioni che prova chi la ascolta, è bello e non è una cosa triste ma è il momento per far rivivere una persona. Se due note e una voce riescono a farlo per me è una delle soddisfazioni più grandi della mia vita artistica. Come cambia la canzone ora che non c’è più Gigi? Lui rappresenta la speranza, quando tornerà il nostro salvatore sarà tutto diverso, crescerà la solidarietà. Siamo persi ora, sballottati e disperati come dice la canzone. Quello che non riesce a fare la politica, vorrei che la faccia l’entusiasmo. Vorrei che ci fosse una persona che abbia la stessa importanza e la stessa integrità morale di Gigi. Ci manca un riferimento di questo genere e per me era lui. Avrei potuto scegliere un altro, Lussu o Gramsci, ma non sono popolari e appartenevano a un mondo distante dalla gente. Di Gigi mi interessava la persona. Ho avuto la fortuna di incontrarlo ed era specchiabile, avrei voluto chiedergli <<Ti rendi conto di essere Gigi Riva?>> . Questa persona che è più sardo dei sardi ha lanciato dei segnali che devono essere fondamentali per i giovani di oggi. Si tende ad andare via, ma rifletti prima di andare via caro ragazzo, forse puoi dare una mano qua”
Fratello
“Una parola per definirlo? Un fratello, quello che avrei sempre voluto, in senso anche etico. Uno di quelli con cui avrei voluto fare una battaglia o un concerto. Lottare insieme, lui è stato un riferimento anche dal punto di vista artistico. Noi siamo un popolo che è riuscito ad allevarlo”
Francesco Aresu