In occasione di “Sa Festa“, la serata principale della Gigi Riva Football Week nella giornata dell’80° compleanno di Rombo di Tuono, il campione del Mondo nel 2006 e attuale capo delegazione della Nazionale italiana Gianluigi Buffon, è intervenuto sul palco del Teatro Lirico di Cagliari per il suo personale ricordo sul Mito rossoblù. Di seguito le sue parole.
Sul rapporto con Riva
“Dal primo incontro che ho avuto con lui c’è stata sintonia. Lui sempre riservato e coerente, era attratto dalle persone controcorrente e originali, così come ero io da giovane. Scherzavamo e me lo permetteva, forse aveva capito che avevo qualcosa dentro. Cosa direi a Gigi? Se è orgoglioso di me, io ho raccontato la storia sua ai miei figli. La mia ultima partita della carriera è stata Cagliari-Parma, per me quello è stato il mio saluto”.”.
Sugli insegnamenti di Riva
“Mi ha insegnato a essere un punto fermo, mentre tutto si muove. Ci sono sempre dei momenti in cui la terra trema, la gente si incolpa e si accampano alibi. In quei momenti devi stare fermo e lucido, così la gente viene da te a chiedere consigli. Lui era una colonna, sempre e comunque”.
Sulla Nazionale
“Secondo me c’è qualche nazionale e qualche giocatore che esprime un talento superiore al nostro, ma noi siamo una Nazionale sopra la media. Non dobbiamo accampare alibi o piangerci addosso come facciamo da qualche tempo a questo parte e fare partite gagliarde”.
Sulla festa dopo la vittoria dei Mondiali
“Non ricordo perché ero alticcio (ride ndr). Ma questa è una dimostrazione di coerenza, quando ha visto qualche politico che è voluto salire sul carro, lui è sceso dal pullman in uno dei suoi gesti. Tutto quello che non coincideva con lo sport, per lui era sgradito in quel momento”.
Sul ruolo di capodelegazione della Nazionale
“L’eredità che raccolgo, ricoprendo lo stesso ruolo avuto da Riva non lo vivo come un tentativo di emulazione, ci sono alcune icone che possono tracciare una strada ma non possono essere raggiunte, il mio proposito non è raggiungere Gigi perché è una cosa impossibile. Il suo lascito e il ricordo che ho di lui mi può guidare nel cercare di dare un apporto positivo alla squadra o al singolo individuo”.
La Redazione