Dal Belgio alla Sardegna e ritorno. Con un contratto in mano su carta intestata Royal Antwerp diventato una pallina di carta, sgualcito ma mai fatto a pezzi, e un altro su carta Cagliari Calcio pronto per essere riempito nero su bianco, anche se proprio il bianco per ora domina sul foglio. Storia e telenovela a firma Radja Nainggolan.
Valzer
Acqua sul fuoco da una parte, volontà di dare un’occasione dall’altra. Le smentite di Nereo Bonato, direttore sportivo rossoblù, pompiere che spegne le fiamme del terzo ritorno del Ninja, fanno da contraltare all’apertura di Claudio Ranieri, pronto ad accogliere il centrocampista belga a condizione che “si cali nel clima della Serie B, cambiando registro” come dichiarato ai microfoni dell’Unione Sarda. E Nainggolan, dal Belgio, prova a mettere in mostra il percorso che può servire a convincere l’allenatore rossoblù. Testa bassa e lavoro individuale ad Anversa in settimana, toccata e fuga a Cagliari e provincia a cavallo del weekend e poi il ritorno nella città natale per riprendere la strada verso la forma migliore. Convincere Ranieri non sembrerebbe essere compito complicato, mentre è l’aspetto economico che lascia ancora perplessità. È la partita con la società quella più difficile, la vera sfida per suggellare il ritorno in Sardegna. Con sullo sfondo manovre di disturbo che possono far leva su una parte o sull’altra del tira e molla. Come quella che vorrebbe la SPAL pronta ad accogliere Nainggolan, chiamato a Ferrara dal suo amico, ex compagno e ora allenatore dei biancoazzurri Daniele De Rossi. Tentativo estemporaneo e complesso per usare un eufemismo, ma che va tenuto in conto per lo sviluppo della vicenda.
Domanda e offerta
Il Nainggolan IV è il classico saliscendi del mercato di gennaio. Un giorno più vicino un altro più lontano, chi accelera e chi frena, mentre la certezza è che il Cagliari vede nel Ninja un di più per la rosa e non il centrocampista priorità che escluderebbe l’arrivo di una pedina ulteriore. Tutt’altro, Nainggolan resta un desiderio alla voce occasioni, sempre che i parametri economici vengano rispettati. Ed è qui che, fatte le dovute proporzioni, la società rossoblù chiede uno sforzo al Ninja come fatto con Claudio Ranieri. La classica mano sul cuore, il dimostrare che la volontà e i sentimenti non possono essere fermati dallo scoglio ingaggio. Il centrocampista belga – due milioni netti a stagione lo stipendio all’Anversa – non vorrebbe abbassare troppo le sue pretese, ma il Cagliari non vuole andare oltre una certa cifra. Non quella da minimo sindacale del Criscito tornato a Genova, ma nemmeno il milione e ottocentomila euro totali fino al 2024 preventivato a inizio mercato. Parte del risparmio su Pereiro, nell’ordine dei 450mila euro fino al 30 giugno, come chiave per chiudere il cerchio. Con un premio in caso di promozione in A e un rinnovo per la prossima stagione da ridiscutere a tempo debito. Una sfida per entrambe le sponde, per il Cagliari e Ranieri che proverebbero a rilanciare se stessi e il calciatore senza rischiare troppo dal punto di vista economico e per il Ninja, pronto a dimostrare di poter essere nuovamente parte centrale della squadra rossoblù e riscattare le difficoltà belghe.
Dietro le quinte si muovono i tasselli per definire il ritorno di Nainggolan, mentre i protagonisti tengono fede al basso profilo. Memori della telenovela dell’estate del 2021, memori delle accuse incrociate che ne seguirono. Il Ninja spinge, sente i compagni di un tempo e sonda il terreno attraverso il capitano Leonardo Pavoletti, contatti continui e la sensazione che le perplessità economiche possano essere presto superate. Perché il desiderio del belga è quello di tornare in rossoblù e appare ogni giorno più forte di quello di un contratto blindato nella durata e importante nel valore. Il futuro appare segnato, lo dice la logica e lo dicono le tessere che mano a mano compongono il puzzle. Ma, come diceva Giovanni Trapattoni, non si può dire gatto senza averlo nel sacco. Regola aurea del calciomercato e ancora di più quando si tratta di Nainggolan e il Cagliari.
Matteo Zizola