Seconda conferenza dal ritiro di Ponte di Legno dopo quella che ha coinvolto Gabriele Zappa e Alessandro Deiola: nella sala stampa del “Blu Hotel Acquaseria” il capitano del Cagliari Leonardo Pavoletti ha incontrato la stampa per un primo bilancio della pre-stagione rossoblù.
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a cura dell’inviato a Temù, Francesco Aresu
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12.43 – Termina la conferenza stampa.
Su Piccoli e Borrelli: “Da Roby non ho avuto segnali da parte sua di voler andare via, ma vedo un ragazzo che si sta allenando bene e con la voglia di rimanere. Il mio consiglio a Roby è quello di fare un anno da conferma, l’anno scorso andava scoperto: deve farci da leader vero, abbiamo bisogno di lui e credo che gli farebbe molto bene fare una stagione qui da leader, processo di crescita importante per confermarsi dove ha fatto bene. Sappiamo quanto è forte e quanto gli vogliamo bene, sarebbe un errore voler andare via ma non ho segnali. Gennaro si sta presentando bene, lo stiamo scoprendo: so bene che per un calciatore così fisicato il ritiro non è la parte migliore per farsi conoscere, ma si vedono delle cose ottime da attaccante. Ha la maturità giusta in cui arrivare in un club importante come il Cagliari”.
Su Rog: “Quest’anno ci sono vari fattori emotivi, più si diventa grandi si diventa sensibili (ride, ndr). Con Fabio è difficile chiamarlo mister, mi devo ricordare di dirlo. Abbiamo passato tantissime cose fuori dal campo, sicuramente è un po’ particolare. Per quanto riguarda Markolino (Rog, ndr), ne ha passate quanto me. Per la squadra sarebbe molto bello averlo ogni giorno con noi, so che ha parlato con il mister e faccio sicuramente il tifo per lui”.
Su Pisacane: “Ho visto un uomo innamorato del lavoro che fa, vedo un ragazzo che sta facendo quello che sognava e che ama. E questo entusiasmo ce lo trasmette, con le sue idee per far funzionare bene la squadra, spiegando a ognuno tutti i cambiamenti rispetto al passato. In ritiro è più semplice trovare il tempo per qualche chiacchiera in più, per me questo è fondamentale: se il giocatore non crede nel suo allenatore, si parte sempre un po’ al rallentatore”.
Sul ruolo dei senatori: “In questi anni dopo la retrocessione ci siamo ritrovati io e Ale (Deiola, ndr), abbiamo creato una sintonia per ricreare il morale ed entusiasmo dello spogliatoio, con regole e cose importanti per dare la giusta direzione al gruppo. E abbiamo trovato alcuni ragazzi più giovani che tenevano al Cagliari pronti a recepire nozioni e compiti, pronti a dare l’esempio per gli altri. Come in una catena di montaggio, in cui i valori del Cagliari sono sempre presenti”.
Un consiglio ai giovani: “È più facile dare l’esempio e fare i fatti: abbiamo tante ore libere in cui si può fare tutto, ma in campo dobbiamo dare tutto. Credo molto nella concentrazione e nella motivazione, non bisogna avere altri pensieri in campo rispetto a quello che ci dice il mister. Ora c’è meno concentrazione rispetto a quando ero giovane io, spesso siamo con il cellulare fino all’ultimo e questo non va bene”.
Sul ruolo a Cagliari in questa stagione: “L’altr’anno ho parlato di 10 gol e ne ho fatto 2, ma è l’anno in cui sono entrato spesso in campo stando bene e facendo quello che mi veniva chiesto. Paradossalmente stando meglio fisicamente, ho avuto meno occasioni di fare gol. Ma con mister Nicola ci siamo trovati molto bene, è stata la stagione in cui mi sono trovato meglio fisicamente dopo la rottura del crociato e devo ringraziarlo. L’infiammazione al ginocchio mi ha debilitato, dopo Verona non riuscivo più ad allenarmi. Non voglio esprimermi sul mio stato fisico visto questo ginocchio, ma penso di poter essere comunque molto utile a questa squadra quando sono con i ragazzi, avendo il polso della squadra. Poi almeno un gol voglio farlo”.
Su Prati e i giovani: “Credo che alcuni anni di gavetta e di panchina fanno bene, ma soprattutto quando ci si gioca la salvezza i trabocchetti sono ovunque e un po’ più di esperienza aiuta. Non devono sentire su di sé tutto il peso del risultato, ma penso che ora siano pronti a essere protagonisti, anche se tanto sarà sempre il campo a dare il verdetto finale. Qui abbiamo sempre avuto la giusta pazienza nell’aspettare i giovani, ma se l’allenamento dà determinate risposte poi chi è bravo gioca. Prati lo scorso anno è stato penalizzato dal cambio modulo”.
Grande vecchio del Cagliari? “Grande che? Non ho capito (ride, ndr). Sono arrivati in Serie A Dzeko, Modric, De Bruyne e Immobile: sono molto curioso di vederli, sono contento che Ciro sia rientrato in Italia così come Edin. Sono grandi ritorni e sappiamo cosa possano fare, Modric e De Bruyne possono rialzare l’asticella della Serie A”.
Futuro post campo? “Ogni tanto mi immagino come sarà il futuro, a novembre faccio 37 anni e so che la carriera sta andando verso i titoli di coda. Ma non mi ci vedo con un fischietto in mano a dirigere un allenamento, ma si vedrà strada facendo. Mi vedo in altre vesti all’interno del mondo del calcio, la mia vita è stata caratterizzata da questo sport, ma magari mi piacerebbe un giorno essere un direttore sportivo. Si vedrà se ne sono capace, ma se la società vorrà fare una chiacchierata con me mi piacerebbe capire cosa vorrebbero da me, penso di poter essere utile anche in altre vesti”.
Ultima stagione da calciatore? “So che potrebbe essere l’ultimo anno, il ginocchio comincia a fare capricci ma ora faccio fatica a dire che sia l’ultimo. Per voglia e testa sono ancora giocatore, ma dovrò valutare con il resto del corpo. Ma cerco di vivermelo nel migliore dei modi, da giocatore e non da spettatore. Lo capirò nei prossimi mesi, sarò il primo a dire se sarà il caso di fermarsi o se sarò in grado di giocare ancora, ma la partita di Verona mi ha lasciato grandissime emozioni. Il ginocchio si fa sentire, non ho ancora il tono muscolare al massimo ma ho buone sensazioni”.
Come nasce questo Cagliari? “Ottavo ritiro con questa maglia, è sempre bello ricominciare la stagione con nuovi propositi e progetti. La società ha fatto un grande passo avanti con la scelta del mister e dello staff, che per me va in una direzione di grande appartenenza. Fabio è venuto qui da calciatore, è stato cresciuto con i colori rossoblù ed è tornato in società in panchina. È un bel segnale che fa ben sperare tutti, perché chi fa bene a Cagliari viene riabbracciato da tutti. Siamo molto contenti di averlo in panchina, con tutte le sue competenze”.
12.15 – Tutto pronto nella sala stampa dell’hotel Acquaseria per la conferenza di Leonardo Pavoletti.
12.00 – Buongiorno amiche e amici di Centotrentuno da Ponte di Legno da dove vi riporteremo le parole in conferenza stampa di Leonardo Pavoletti














