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Ranieri: “Cagliari la mia isola felice, dobbiamo rimanere in Serie A”

Claudio Ranieri durante Torino-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Protagonista della rubrica DAZN Heroes, l’allenatore del Cagliari Claudio Ranieri si è raccontato al broadcast in un lungo speciale tra ricordi ed emozioni della propria carriera.

Inizi
“L’allenatore che mi fece debuttare fu Scopigno, poi arrivò Liedholm a cui chiesi di poter lasciare la Roma e andare a giocare. Andai a Catanzaro, nove anni meravigliosi, poi Catania e Palermo. Ho iniziato ad allenare dall’Interregionale, poi con la Puteolana vinsi contro il Cagliari in campionato: ero giovane, mi scelsero. Mi scattò la molla, Cagliari è stata la mia isola felice che mi fece capire che sarei potuto essere un allenatore. Al primo anno di A ci diedero tutti per retrocessi, avevamo fatto appena 9 punti all’andata, ma poi ci salvammo. Penso che i momenti belli ti rigenerano dentro, Cagliari mi ha rigenerato dentro”.

Emozioni
“Mi emoziono spesso, faccio questo mestiere per le emozioni che riesce a dare. Io amo questo lavoro. Ci sono momenti belli e brutti. La Sardegna? C’è un senso di appartenenza che non c’è in altre squadre. Qui sei parte di un’Isola, fai parte di un movimento interiore. Voglio che questo lo capiscano anche i giocatori, non rappresentano il Cagliari ma tutta la Sardegna. Il calcio è uno spaccato della vita, se sei forte e determinato nel calcio lo sarai anche nella vita futura”

Il mestiere
“Ho sempre creduto nella forza della squadra e del gruppo. Non è esattamente stare sempre insieme, ma il fatto che ci si aiuti a vicenda in campo e si faccia squadra. Se un allenatore ti fa sentire importante, dai qualcosa in più. Un allenatore a certi livelli deve saper mettere insieme tutte queste componenti. Io penso di aver preso un po’ da tutti i miei precedenti allenatori, ma alla fine rimani te stesso. Devi essere credibile, non puoi essere un altro, se non ci credi te non riesci a trasmettere niente ai tuoi giocatori. Giocatore più forte che ho allenato? Ne ho allenati tanti, non riuscirei a fare una classifica e me ne scorderei. Ci sono però tanti talenti che non sono riusciti a rendere come avrebbero potuto, per una questione di carattere”.

Bilancio
“Farò i miei bilanci quando avrò smesso. Sono programmato dentro la mia mente a quello che farò. Siamo stati gli ultimissimi ad arrivare in Serie A, dobbiamo riuscire a stare in Serie A. Passeremo delle libecciate dove prenderemo 3-4 gol, ma dovremo essere bravi a mantenere la rotta della nave. Sono andato sempre d’accordo con i miei presidente perché ho sempre detto le cose in faccia con lealtà, non mi piace tenermi le cose dentro. La felicità è fare il mio lavoro e stare con la mia famiglia, dobbiamo coltivarla e stare positivi in ogni aspetto. L’uomo negativo si attira le negatività, non ho mai visto un uomo negativo di successo”.

La Redazione

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