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Ragatzu: “Non ho rimpianti, vedo l’Olbia nel mio futuro”

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Dai primi ricordi fino all’ultima stagione in maglia Olbia, passando per alcune riflessioni sul futuro e sull’importanza della propria famiglia. Daniele Ragatzu si è raccontato ai nostri microfoni in una lunga intervista (qui la versione video). Una chiacchierata che abbiamo deciso di fare con il numero 10 dei galluresi negli spazi dello stadio Bruno Nespoli che delimitano i confini tra il giocatore e l’uomo: la sala stampa, lo spogliatoio e la tribuna dello stadio dei bianchi dove Ragatzu si è raccontato in maniera personale.

Sul primo rapporto con il calcio

“Mi ricordo che fin da piccolo guardavo le partite del Cagliari, ma anche tante altre fino all’Eccellenza. Mi è sempre piaciuto il calcio. A vederlo da fuori era tutto più facile, poi viverlo in mezzo al campo è un’altra cosa. Mettere in atto il mio sogno è stata ed è tuttora una grande soddisfazione”.

Sulla crescita in maglia Cagliari e sull’esordio in rossoblù

“Se da ragazzino pensavo di poter diventare un calciatore professionista? Sì, ho pensato in quei momenti di poter ‘arrivare’. Questo grazie anche alla mia famiglia, che mi ha aiutato a proteggere il mio sogno. Ce l’ho fatta, una piccola soddisfazione me la sono tolta, anche se poi il calcio ti costringe a guardare avanti. Alla fine sono riuscito a strappare un esordio in Serie A con la maglia del Cagliari, che per me è stata una grande gioia”.

Sull’importanza della famiglia

“La mia famiglia in primis è stata fondamentale. A partire da mio padre, che mi ha sempre dato una mano e un consiglio in più. Ci ha sempre creduto e tenuto, voleva arrivassi al mio obiettivo, vedeva qualcosa in me anche quando io da ragazzo non riuscivo a farlo. Ma ringrazio davvero tutta la mia famiglia: in quest’ultimo anno, che per me è stato difficile, è una mancanza che sento”.

Sulla forza dell’Olbia durante la stagione

“Quest’anno la nostra forza è stata l’unità della squadra, i compagni, lo staff. Non abbiamo mollato dopo un girone d’andata particolare. Poi nel girone di ritorno nessuno si aspettava tutto quello che è successo, ma noi ci credevamo fin dall’inizio. Quando si raggiungono degli obiettivi il merito è della squadra, non esiste il singolo. Il gruppo ha fatto la differenza, tutti i gol che ho segnato li ho potuti fare perché sono stato messo nella condizione di poterli fare”.

Sul proprio ruolo in spogliatoio

“Ora sono uno dei ‘grandi’ e cerco sempre di dare dei consigli ai più giovani, ma provo anche a non farli compiere i miei stessi errori. Ora ci sono dei ragazzi con potenzialità importanti. Biancu, Occhioni, Boganini, Gabrieli, Brignani. Nanni quest’anno ha dimostrato il suo valore. Sono giocatori dalle qualità importanti”.

Sul rapporto con Olbia

“Il rapporto con i tifosi? Bisogna dare delle dimostrazioni in mezzo al campo: io ho sempre cercato di farlo, parlando il meno possibile e puntando a portare a casa i fatti. E credo che questo sia stato apprezzato. Non mi aspettavo che Olbia potesse diventare così importante per me. Per raccogliere la fiducia dei tifosi devi dimostrare sempre qualcosa in più. E quando alla fine quest’anno ci sono stati vicini è stata una conferma della forza del rapporto tra noi e loro”.

Sui rimpianti dentro e fuori dal campo

“Onestamente non ho rimpianti, rifarei tutto così come ho fatto. Fuori dal campo? Da ragazzino avrei dovuto ascoltare qualche consiglio in più, sia dai miei fratelli che da mio padre. Purtroppo a quell’età non capisci sempre quando è il momento per ascoltare quello che ti viene detto”.

Sulla stagione con i bianchi

“È stata una stagione particolare. Il girone d’andata è stato difficile, lo sappiamo, purtroppo non è andata bene. Poi siamo stati bravi a riprenderci, grazie alla nostra forza e a quella del mister. Dentro lo spogliatoio abbiamo fatto un punto sulla situazione e alla fine siamo riusciti a conquistare la salvezza. Anzi, per quello che abbiamo dimostrato nel girone di ritorno, meritavamo qualcosa in più. Rimpianti? Forse sì. All’inizio potevamo cogliere qualche punto in più. Per come si era messa va bene così, abbiamo fatto una grande impresa”.

Sui momenti più difficili

“Tutti, secondo me, abbiamo pensato che sarebbe potuta andare male, ma non lo abbiamo fatto capire in campo. Dentro di noi sapevamo di dover fare qualcosa di più, perché eravamo consci di essere una buona squadra, con un allenatore e uno staff di livello. Dovevamo tirare fuori qualcosa di più anche noi, alla fine il risultato è arrivato. Cosa non avevamo all’inizio? Nelle battute iniziali ci è mancato l’atteggiamento, soprattutto in certe partite importanti che poi nel girone di ritorno non abbiamo sbagliato. Non ci è girata a volte neanche bene, penso alla sfida contro la Vis Pesaro in casa in cui anche io ho fallito delle occasioni e alla fine abbiamo perso 1-0. Non ci girava per il verso giusto”.

Su Occhiuzzi e sul loro rapporto

“Occhiuzzi è un allenatore importante, da livelli alti. Lo ha dimostrato specialmente nel girone di ritorno, che è merito di tutti e soprattutto suo. Ci ha aiutato tanto a livello umorale, ma anche in campo. La squadra lo ha sostenuto e ascoltato fino alla fine. La società ha fatto bene a dare fiducia al mister, Occhiuzzi ci serviva. Sapevamo di poter puntare su di lui per il girone di ritorno, dovevamo solo mettere qualcosa a posto che alla fine abbiamo aggiustato”.

Sulla propria stagione a livello realizzativo

“Non mi aspettavo una stagione come questa. Ed è per questo che ringrazio tanto compagni, allenatore e staff. Non avevo cominciato bene, non riuscivo a sbloccarmi. Quando poi è arrivato il gol, a livello mentale mi ha aiutato tanto. E così mi sono preso anche qualche soddisfazione in più”.

Sui valori umani come base della prossima stagione dei galluresi

“Il valore di questa squadra è specialmente quello umano: oltre il calciatore c’è la persona. Tutti hanno dimostrato di tenere alla maglia, di voler sudare fino all’ultimo minuto, di poter e voler fare la corsa per un compagno. Ed è giusto che nella prossima stagione si riparta da qui”.

La Top 11 ideale di Daniele Ragatzu

“Scelgo un 4-3-1-2. In porta punto su Vigorito. In difesa Pisano a destra, Brignani ed Emerson al centro, Gabrieli a sinistra. A centrocampo il trio Dessena-Biancu-Occhioni, con Cossu sulla trequarti. In avanti è facile: io e mio fratello Mauro”.

Sul rapporto con il fratello Mauro

“Quando ero piccolo guardavo ogni sua partita: restavo affascinato da ogni suo movimento, come calciava, mi ha insegnato tanto visto anche il ruolo in comune. Anche oggi guardo quello che fa, pure mio padre mi diceva di guardare quello che faceva. Per quanto ho appreso, forse è più merito suo che mio. Lui è un giocatore che per me poteva arrivare in fondo. Tra fratelli abbiamo giocato tutti a calcio, sia Matteo che Carlo che Mauro erano forti. Io per umiltà non lo so (ride, ndr).

Sugli idoli da ragazzo

“Ho avuto due idoli, Cossu e Pisano. Con Andrea ho avuto la fortuna di allenarmi, era qualcosa di impressionante. Per me loro sono stati i migliori in assoluto, in più sono sardi ed è qualcosa di cui andare ancora più orgogliosi”.

Sul futuro dopo il calcio giocato

“Per ora non so, mi piacerebbe allenare i bambini, anche per cercare di riempire il tempo perché sicuramente quando si smette il calcio manca. Può essere che sia ora o fra cinque anni, non si sa mai nel calcio”.

Sulla gara con Iemmello per il titolo di miglior cannoniere del 2023 italiano tra i professionisti

“Non ho mai guardato alla statistica con Iemmello, specialmente prima delle partite perché cerco sempre di concentrarmi sulla gara, anche se certamente stare là in alto fa piacere”.

Sul derby con la Torres

“È una gara che ho sentito in modo particolare, perché qua a Olbia il derby conta tanto. Fare gol e vincere è stata una soddisfazione più grande rispetto al solito, sia per me che per i miei compagni, ma soprattutto per i tifosi. Se giocherei mai in altre squadre sarde? A livello professionistico mi bastano Olbia e Cagliari. Non giocherei con nessun’altra squadra se non per avvicinarmi a casa, magari in categorie inferiori”. 

Sull’importanza dell’Olbia sin dal suo arrivo

“Sarò sincero, sono arrivato qui quando avevo anche poche richieste. L’Olbia mi ha dato una grande mano, dalla società ho avuto tanta fiducia e per questo devo ringraziare. È una fiducia che ho cercato di ripagare in campo”.

Sul futuro e sulla possibilità di un ritorno a Cagliari

“Vivo alla giornata. Non penso al futuro: ora sono all’Olbia, sto bene e vorrei fare ancora tanto per questa città. Ora penso questo”.

Sul difetto che lo ha limitato nel calcio

“Forse essere troppo leale e schietto. A volte dire le cose in faccia può far male. A volte si lascia perdere per il bene di tutti, ma tenermi le cose dentro non fa parte del mio carattere”.

La Redazione

TAG:  Olbia Serie C
 
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