In vista del match dell’Ennio Tardini tra Parma e Cagliari, valido per il sesto turno della Serie A 2024-2025, ritorna la nostra rubrica Quel Giorno io C’ero, lo spazio dedicato ai giocatori che si sono particolarmente distinti nel corso del tempo in rossoblù e che rimangono tutt’oggi nel cuore dei tifosi di fede cagliaritana, senza però perdere di vista l’attualità calcistica. Ai nostri microfoni questa settimana Ivo Pulga, che ha vestito sia la maglia dei sardi (dal 1985 al 1991) sia quella dei Ducali (dal 1991 al 1993) e che è stato anche allenatore del Cagliari nella stagione 2012-2013 e nel 2014 e con una parentesi da vice di Diego Lopez nell’annata 2013-2014. Con l’ex centrocampista rossoblù, classe 1964, abbiamo ripercorso le sue due esperienze in Emilia e in Sardegna e analizzato anche il momento difficile del Cagliari di Davide Nicola in questo inizio di Serie A.
Mister Ivo Pulga, cominciamo questa intervista con un momento amarcord della sua carriera da calciatore. Era il 5 aprile 1992, 27° giornata della Serie A 1991-1992 e in occasione di Parma-Cagliari lei giocò per poco più di un’ora con la maglia gialloblù, prima volta da ex rossoblù. Che ricordi ha di quella gara terminata 1-1 al Tardini?
“Sono ricordi ormai lontani, parliamo di una partita con un primo tempo molto intenso, ma il pareggio finale fu il risultato più giusto. L’emozione di incontrare il Cagliari per la prima volta da ex c’è stata di sicuro perché in rossoblù ho trascorso sei anni fantastici dal 1985 al 1991. Il destino ha voluto che andassi a Parma in quell’anno e nemmeno per mia scelta ma per problemi con il direttore sportivo di allora del Cagliari, non mi fu rinnovato il contratto e decisi quindi di andare verso altri lidi”.
Passiamo ai temi di più stretta attualità riguardanti il Cagliari, di cui è stato sia calciatore che allenatore. In estate lei ha assistito all’amichevole che i rossoblù hanno disputato al Braglia contro i Canarini di un altro ex come Pierpaolo Bisoli. Come ha visto il Cagliari rispetto ad allora e in cosa deve migliorare la squadra di Nicola?
“Il Cagliari era partito bene con lo 0-0 in casa alla Domus contro la Roma però quel risultato si è rivelato poi un fuoco di paglia perché poi la stessa Roma, nelle successive partite, ha fatto fatica e ha anche cambiato l’allenatore. Per i rossoblù sono venuti fuori diversi problemi: la squadra non riesce a fare gol e subisce troppo facilmente. Viste anche le altre concorrenti che lottano per non retrocedere che stanno andando abbastanza bene in questo avvio di stagione, il Cagliari è la squadra in questo momento più in difficoltà. E poi quest’anno è difficile trovare tre squadre che scendano in cadetteria. Le neopromosse Parma e Como, secondo me, sono due ottime squadre che giocano un ottimo calcio e pertanto le escluderei dalla lotta salvezza. Il Venezia, invece, è un’incognita. Per quanto riguarda il Cagliari, deve cambiare marcia velocemente”.
L’inizio di campionato per Pavoletti e compagni è stato più complicato del previsto con appena due punti conquistati in cinque giornate di campionato. Dall’alto della sua esperienza come si vivono questi momenti in una stagione e come se ne può uscire nel modo migliore?
“Questi momenti si devono vivere con tranquillità e serenità, lavorando tanto e cercando di risolvere i problemi. Nel caso del Cagliari sono quelli di avere una solidità difensiva più concreta e sfruttare le varie occasioni che capitano durante la partita. Bisogna poi arrivare come minimo al mercato di gennaio ed essere in una posizione che sia in piena lotta salvezza e, se ci sarà bisogno, si correrà ai ripari. Che cosa scatta in questi momenti nella testa di un calciatore? C’è delusione sotto tutti i punti di vista e quando non fai risultato passi delle serate che di certo non sono positive. Poi, in situazione come queste, se vai in giro per la città, qualcuno che ti dice qualcosa lo trovi sempre. Però soltanto lavorando e ottenendo risultati ci si può risollevare”.
Uno dei reparti che sicuramente è sotto la lente d’ingrandimento in casa Cagliari, a parte un attacco che fa fatica a incidere, è il centrocampo. Diversi interpreti ma con caratteristiche diverse a disposizione di Nicola, che ha giubilato Makoumbou per riproporre Marin da play in assenza di Prati. Come giudica il reparto mediano rossoblù?
“A mio avviso il Cagliari deve trovare ancora la quadratura giusta a centrocampo. La mediana è un po’ l’anima di una squadra e finché non si ha un ottimo centrocampo è facile prendere gol. Personalmente, non mi meraviglierei se Nicola dovesse decidere di cambiare modulo. L’anno scorso Ranieri ha giocato spesso con la difesa a quattro, ha fatto giocare Luvumbo esterno, ruolo in cui io lo vedo meglio rispetto a quello di seconda punta e che può sfruttare la sua capacità di andare in uno contro uno con la porta davanti mentre spalle alla porta fa un po’ più di fatica. In sostanza, per me Nicola potrebbe optare per il 4-2-3-1 come ha fatto Ranieri. L’assenza di Prati? È un giovane emergente, che dà geometrie a metà campo e la sua assenza si sta facendo sentire però direi che tutto l’insieme, partendo dalla difesa e arrivando fino all’attacco, che non sta funzionando”.
Chiudiamo con la sfida di lunedì sera al Tardini: che partita si aspetta? Nel Parma chi sarà l’uomo da tenere d’occhio con maggiore attenzione?
“Il Parma è una squadra che gioca bene, ha molte individualità e se le concedi le ripartenza è una squadra fenomenale nell’attaccare gli spazi. Secondo me Man è un giocatore da tenere d’occhio ma ce ne sono molti altri nella rosa del Parma. L’importante, per il Cagliari, è non concedere le ripartenze perché i Ducali hanno giocatori offensivi molto veloci. Inoltre il Parma è una squadra che palleggia bene e quindi i rossoblù dovranno stare corti e compatti e non concedere agli avversari la possibilità di ripartire”.
Fabio Loi