Dopo il successo dell’incontro andato in scena mercoledì alla secondaria di Nuoro – ennesima riprova che portare in aula le esperienze vissute aiuta ragazze e ragazzi a riflettere, aprirsi, battere la paura con il coraggio e “partecipare” ad un match che alla fine ha solo vincitori – ieri si è replicato a Usini e.. oggi ancora una volta a Nuoro. Giovane e folta la platea che ha affollato l’istituto nuorese, sin da subito tirato dentro il discorso attraverso la scoperte di parole come ansia ed empatia. A Nuoro l’ex campione italiano – prima dalla proiezione del film documentario sulla sua vita, “Diamond” – ha raccontato il suo percorso di studio e vita e la sua influenza sulla sua grande carriera da pugile, superando le barriere e coinvolgendo a fine proiezione la sua giovane platea in una discussione efficace e produttiva, affrontando a viso aperto e a viso duro temi come bullismo, paura, emozioni e intelligenza (emotiva, cognitiva, educativa). Grande disponibilità e partecipazione dei docenti, e ragazzi incuriositi e attenti, con sprazzi di entusiasmo da “battimani” al ritmo della colonna sonora “energetica” che accompagnava le immagini. L’evento è stato realizzato con contributo destinato alla realizzazione del progetto “Un pugno al bullismo” (CUP E74J25000470004).
Oggi, scuola elementare comunale di via “Nicolò Paganini”, ore 9.30: ci accolgono le maestre e alcuni dei genitori e ben 53 bambine e bambini delle classi quarte e quinte dell’istituto. Occhi curiosi, attenzione massima: tanti di loro, la quasi totalità conoscono il pugilato come sport, tre di loro il pugilato lo hanno già avvicinato come disciplina sportiva praticata. C’è anche il sindaco di Usini, Antonio Brundu. L’aula magna è accogliente, lo schermo mostra alcune immagini della carriera di Salvatore Erittu, pluri campione di boxe. Gli occhi si spalancano, e l’entusiasmo cresce.
Piangere, scappare, vivere le emozioni, trovare in sé stessi la verità. Emozioni che, quando si è piccoli, è bene imparare a gestire “Come la rabbia giusto”? Chiede uno dei bambini che poi aggiunge “conosco anche la gioia”. Emozioni da scoprire anche grazie agli adulti. Salvatore Erittu stimola i ragazzi, li coinvolge nella discussione, passa dal suo approccio con la scuola alla trasformazione da bullizzato in bullo, situazioni e scelte che hanno influenzato il suo percorso scolastico. La scuola resta un elemento fondamentale nella vita delle persone, così come lo sport. Non il pugilato: lo sport in maniera generale.
Rachele risponde alla domanda del campione: cos’è l’empatia’ “Empatia è capire cosa gli altri si sentono”. E parte un applauso spontaneo. Si parla ancora di nomofobia. Il telefonino è strumento diffuso ma in pochi ne hanno il controllo. La tecnologia è utile, ma può essere utilizzata per farne buon uso, o diventare un rischio. Un pericolo. Serve “controllarlo”, avere consapevolezza. Può aiutare, certo. Ma anche danneggiare. La velocità della quotidianità, la caccia al like, il cyberbullismo: fenomeni spesso incontrollabili che possono far male.
Dalle parole al gioco. Due bimbe e due bimbe si offrono volontari, e il pugile di Porto Torres li invita a provare a fare un esercizio. Intelligenza cognitiva che si sviluppa con la scuola, e l’intelligenza emotiva. Importante controllare, gestire, conoscere le emozioni che governano e generano questi tipi di intelligenze. Ancora un gioco che coinvolge 4 degli studenti della scuola. Movimenti su cui lavorare per imparare ad utilizzare i diversi tipi di intelligenze, funzionali anche nello scorrere dei giorni sui banchi di scuola, nelle relazioni e nello sport che insegna disciplina, coordinazione motoria, coordinazione cognitiva.
Domande, tante. Tantissime. “Come ti sei sentito al tuo primo incontro”? E ancora “Come ti sei sentito il primo giorno che sei andato a scuola”? “Quando hai iniziato a fare il pugile”? “Cosa sognavi da bambino”? “Avevi amici che ti aiutavano o ti consolavano”? “Cosa fare se ti prendono in giro a scuola”? “Perchè ti prendevano in giro”? “Che espressione aveva tua mamma al tuo primo incontro”? (Paura e felicità) “Il tuo migliore incontro”? Lab “Tu hai raccontato la tua storia: un mio amico lo trattavano male ma ha imparato a difendersi”? (La forza, la più forte, è quella della parola). Un bimbo dice “Sai che è successo anche a me”? “Hai mai avuto paura o ansia”? “Ho paura di salire sul palco”! E Tore lo invita e chiede un applauso per lui. Tore rivolge attenzione e ascolto ai giovani interlocutori. Risponde con una sincerità empatica che li coinvolge e trasforma l’incontro in uno scambio reciproco di esperienze e stimola la loro sincerità. Una bimba si alza e dà un abbraccio al gigante, ed è il momento che vale la mattinata intera. L’impegno di un progetto intero.
Fonte Comunicato Stampa














