Ripartire dalle certezze costruite e immaginarne di nuove. Il Cagliari Primavera di Fabio Pisacane si sta preparando per la nuova stagione nel massimo campionato riservato alle formazioni Under 19. Un percorso che ha mosso i primi passi nel Centro Sportivo di Asseminello per poi spostarsi a Isili, dove dallo scorso 21 luglio il gruppo dei giovani rossoblù si allena per trovare la condizione ideale in vista dell’esordio in Primavera 1 del prossimo 26 agosto. Abbiamo parlato del presente e del futuro della formazione isolana insieme al tecnico degli isolani. Queste le sue parole.
Da cosa riparte la Primavera
“Innanzitutto voglio ringraziare il comune di Isili per la grande ospitalità e disponibilità che è stata messa a servizio dei ragazzi e di tutto lo staff. Si riparte dal giorno zero, con l’idea di alimentare quelle certezze che siamo riusciti a costruire l’anno scorso a fine campionato. Ma avendo anche la volontà di inserire sempre cose nuove che ci possano aiutare a rinforzare le nostre sicurezze”.
Sui cambiamenti all’interno del gruppo
“La Primavera è il passaggio tra una prima squadra e il calcio che conta. Siamo contenti che i 2003 che erano con noi lo scorso anno possano affacciarsi nel calcio dei grandi. È qualcosa di importante per chi ha lavorato in questi anni: se ragazzi come Cavuoti, Zallu, Palomba oggi sono andati a fare l’esperienza all’Olbia è frutto di un percorso portato avanti nel tempo e che si è concretizzato con il salto di questi ragazzi. Così come penso a Veroli, con cui abbiamo avuto il piacere di lavorare, è stata una soddisfazione vedere un ragazzo della Primavera poter andare a giocare in Serie B. Il nostro è un lavoro fondamentale per far sì che i ragazzi possano avere delle occasioni, ma anche per farli arrivare pronti al passaggio nel calcio che conta. I nuovi, invece, sono ragazzi che già conoscevamo come Malfitano o Cogoni. Il discorso cambia invece con Casali, che è un ragazzo che comunque arriva dal Milan. Si tratta del primo tassello vero e proprio che arriva da fuori, lo abbiamo accolto nel migliore dei modi, ha già legato con un gruppo che si è dimostrato ancora una volta sano”.
Sull’idea tattica della prossima stagione
“Oggi è prematuro parlare di tattica. L’anno scorso abbiamo comunque potuto vedere che, dal mio inserimento, il 4-3-1-2 è stato il vestito che ci stava meglio. Ripartiremo da questo modulo, ma la squadra ha le caratteristiche per giocare con altri moduli. I ragazzi sanno giocare a calcio, calcisticamente sono intelligenti, per cui lo schema è importante ma resta sempre un numero”.
Sulle proprie aspettative e sullo spirito della squadra
“Come tutti gli allenatori al principio del proprio percorso in panchina, si parte facendo diverse esperienze. Io mi auguro che ogni giorno mi possa dare qualcosa per il mio prosieguo. Ogni giornata è importante per imparare e per crescere. Quello che cerco di mettere a disposizione del gruppo è poi quello che ho messo sin da quando sono arrivato la scorsa stagione, e che ha contraddistinto anche la mia carriera da giocatore. L’obiettivo è cercare di costruire un dna che possa far sì che la squadra non molli mai in campo, che porti i ragazzi a pensare che le partite non finiscono mai. Una squadra che possa combattere su tutti i campi. A questo spirito poi vanno abbinate delle idee. Lo scorso anno abbiamo prodotto comunque dei risultati, perché la squadra è stata capace in 10 partite di fare 26 gol e si tratta di un dato oggettivo. Significa che dietro a tutto c’era un lavoro e i ragazzi l’hanno dimostrato”.
Sul calendario e sulla prima gara contro la Juventus
“Le squadre alla fine si devono affrontare tutte. Le puoi trovare prima o dopo nel tuo cammino ma le dovrai sempre incontrare. Sicuramente è una partenza affascinante perché giocare subito con Juventus e Inter deve trasformarsi in uno stimolo. Però la partita dello scorso anno con i bianconeri (la prima vittoria con Pisacane e Battilana in panchina, ndr) resta un ricordo. Il calcio è bello anche per questo: perché tutto quello che si è fatto fino a ieri o anche cinque minuti prima diventa subito acqua passata. Ed è questo che cerco di infondere anche ai ragazzi. Nel mondo del calcio c’è solo un tempo verbale adatto, ed è il presente”.
Sul rapporto con la prima squadra
“La politica del club è sicuramente affascinante. Se pensiamo che il Cagliari l’anno scorso aveva giocatori come Kourfalidis, Obert e Luvumbo in pianta stabile e potenziali titolari in partite decisive, si può affermare che la strategia stia portando dei risultati. Noi come Primavera siamo il magazzino della prima squadra. Abbiamo l’onore, da allenatori del settore giovanile, di avere come capo mister Claudio Ranieri che per noi è un esempio professionale e umano. Vederlo ogni giorno al centro sportivo è una fonte di ispirazione. Per cui è un lusso che vogliamo goderci. Nel nostro piccolo cercheremo di far arrivare i giocatori più pronti possibile quando saranno chiamati dal mister”.
Matteo Cardia