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Premio Puskás 2025, Deiola: “ll destino ha voluto che fossi io a chiudere quell’azione”

Alessandro Deiola durante Lecce-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Il centrocampista rossoblù Alessandro Deiola, candidato al Premio Puskás 2025 per la rete contro il Venezia nello scorso campionato di Serie A 2024-25, è stato intervistato dalla FIFA. Di seguito le sue dichiarazioni.

Reazione alla scoperta della candidatura
“Quando l’ho saputo ero con mia moglie e le mie figlie: mi sono un attimo assentato e ho sentito internamente una sensazione che non so nemmeno spiegare. Un brivido per tutto il corpo, che continuo a sentire mentre faccio quest’intervista. Ho fatto vedere il gol alle mie due figlie, mi hanno chiesto ‘papà lo hai fatto tu’? ‘Sì amore’, ho risposto, ‘adesso papà è in lista per vincere un premio (il Premio Puskás FIFA 2025, ndr.)’. Mi hanno chiesto di portarglielo se lo vincerò, speriamo. Sono contento perché premi come questo sono obiettivi che un giocatore si pone sempre: la candidatura porta felicità e sono contento per la visibilità che dà a me, alla società, oltre che alla nostra terra, la Sardegna”.

Sul gol
“L’azione è partita tutta da un rilancio di Augello, io e Gaetano avevamo alzato le mani perché pensavamo che il pallone fosse uscito. Poi da lì è partito un gioco di interscambi, passaggi di prima, colpi di tacco, tunnel, e da lì si è acceso lo stadio. Quando ho ripassato la palla a Gaetano sono andato ad occupare lo spazio pensando come potesse arrivarmi la palla. Quindi quando l’ho controllata avevo già in mente di calciare”.

Bellezza del gol
“Non pensavo minimamente che potesse uscire un gol del genere, dal campo non lo realizzi, ma, quando ho impattato la palla, ho sentito l’istinto di esultare e mi sono detto ‘se prendo la porta è gol’. Sono quei tiri perfetti che entrano”

Azione di squadra
“Il merito è un 50% a testa tra me e la squadra. La parte del gioco è del collettivo mentre la finalizzazione è del singolo: sono in un contesto di fiducia nei compagni, nella loro serietà, che mi mette nelle condizioni di star sereno in campo e arrivare a concludere nel miglior modo possibile. Quando è uscita la candidatura abbiamo riguardato il gol e abbiamo pensato: ‘Addirittura candidati al Puskás? Vuol dire che ci hanno visto qualcosa di bello. Lo abbiamo riguardato nello spogliatoio. Abbiamo pensato ‘ma che gol abbiamo fatto?’. Un gol da playstation, scherzavamo dicendo che sembrava avessimo un joystick. Quando Makoumbou ha fatto l’assist con il colpo di tacco, dietro di me si stava riscaldando Prati che ha iniziato ad esultare prima del tiro. É un segno di fiducia reciproca, e quello è ciò che ,secondo me, ci ha portato a realizzare questa rete. È merito del lavoro del gruppo”.

Il gol che valse la salvezza
“È stata la ciliegina sulla torta. Con il Venezia è stata sempre una partita abbastanza sentita, perché retrocedemmo a causa di uno 0 a 0 in trasferta all’ultima giornata nel 2022, quindi metteva un po’ di timore, era sentita anche a livello di tifoseria. È stato come chiudere un cerchio. Il destino ha voluto che fossi io a chiudere quell’azione splendida”.

Sugli altri gol candidati
“Li ho visti tutti e sono uno più bello dell’altro. Quello di De la Vega mi piace, calcia in un modo incredibile, poi c’è quello in rovesciata di Montiel… Sono tutti belli quindi che vinca il migliore”.

Deiola ha votato per il suo gol?
“No non mi sono votato perché è giusto che siano gli altri a scegliere. Se lo facessi io sarei di parte quindi penso sia giusto che sia una votazione del pubblico e non del diretto interessato, ora non resta che aspettare il verdetto. Non nego che la speranza di arrivare in fondo c’è e di potermi togliere anche qualche soddisfazione in più, però è già un onore essere tra i candidati, nel mio piccolo”.

Sugli altri italiani candidati in passato
“Mi fa sentire onorato. Di Natale è stato un campione italiano e sappiamo tutti quanto fosse forte, quanti gol clamorosi ha fatto… penso sia difficile sceglierne solo uno tra i suoi più belli. Lo stesso discorso vale per Quagliarella, è un grandissimo attaccante, ha tutto il mio rispetto. Il gol di Florenzi me lo ricordo perfettamente, lo avevo visto in diretta in televisione. Con Dimarco, invece, ho giocato insieme al Parma. Già si vedeva che calciava benissimo e lo sta continuando a dimostrare. Ha una capacità di finalizzazione semplice, una grande facilità di tiro, una pulizia nella coordinazione incredibile.”

Messaggio per il Deiola bambino
“Gli direi di rifare tutto quello che ha fatto. Non rimpiango nulla, neanche gli errori, né i prestiti che inizialmente mi hanno potuto dare fastidio. Andare via da Cagliari (per giocare in prestito, ndr.) è stata un’esperienza che mi ha formato e mi ha aiutato a crescere e diventare un calciatore e un uomo migliore. Al me bambino darei tutti i consigli che io ho ricevuto durante la mia carriera, gli direi di affrontare tutte le difficoltà che ha avuto per arrivare a questo. Sono cresciuto in Sardegna, nel Cagliari, e ho appeso il mio primo cartellino di questa squadra nell’armadietto. Era il 2006 quando ho firmato per la prima volta con loro, volevo diventare un simbolo per questo club e per questa maglia. Piano piano questo sogno lo sto realizzando, e adesso è arrivata la candidatura al Puskás Award. Poi, naturalmente un giocatore spera sempre di poter arrivare in nazionale. Se uno ci crede, nulla è impossibile.”

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