Si avvicina l’inizio del percorso verso il Mondiale dell’Italbasket di Gianmarco Pozzecco. L’ex tecnico della Dinamo Sassari e ora ct della Nazionale italiana ha toccato vari temi in una lunga intervista rilasciata a La Nuova Sardegna. Di seguito un estratto.
Sul Mondiale
“Paradossalmente vedo l’Europeo più complicato, perché ci sono squadre più competitive. Anche il mondiale in avvio nasconde qualche insidia, certo, ma agli Europei abbiamo subito trovato Grecia, Croazia, Ucraina, mentre ora Repubblica Dominicana, Filippine e Angola. Sulla carta, perché comunque saremo dall’altra parte del mondo. Che Italia sarà? Ho sempre odiato il celarci, il nasconderci, o il voler necessariamente autoqualificarci come underdog perché è l’underdog che arriva in fondo. Non l’ho mai pensato, e sono convinto che giocheremo la nostra partita con l’Angola come abbiamo giocato contro la Serbia”.
Sulla possibilità di chiamare Ousmane Diop
“Sì, ci ho parlato ma per farlo diventare italiano serve ancora tempo e il Mondiale non può farlo. Seguiamo altre strade con serenità, senza cercare un giocatore a tutti i costi. È un mercato molto ristretto, e sarà comunque un’Italia affidabile”.
Sui tanti sardi nel mondo della Nazionale e su Datome
“Anche Edo Casalone ha questa…chiamiamola sardità. La verità è che quello che abbiamo vissuto in Sardegna ce lo portiamo tutti dietro. Poi Datome secondo me è indispensabile, è un campione vero. Decideremo insieme, e la decisione nascerà da lui”.
Su Devecchi
“Ho saputo e colgo l’occasione per scusarmi con lui, perché per il mio modo di vedere il basket solo dopo un po’ ho saputo utilizzarlo da cestista di qualità qual è, oltre che come arma efficace e indispensabile nello spogliatoio e nella costruzione di mentalità e gruppo. La verità è che è un personaggio straordinario, ed è un po’ il segreto di Pulcinella: da 17 anni casualmente Jack è alla Dinamo e casualmente la Dinamo da 17 anni ha sempre raccolto successi e stima, non solo in Sardegna”.
Su Sasha Grant
“Bravissimo ragazzo, ha un cuore enorme e cestisticamente parlando devi avere la capacità di usarlo. Se entri nelle sue grazie, se riesci a ottenere la sua stima e la sua fiducia è uno che ammazzerebbe per te, e questo binomio coach-giocatore nello sport diventa un’arma clamorosamente efficace”.
La Redazione