Il coach della Dinamo Sassari Gianmarco Pozzecco ha parlato in conferenza stampa a due giorni dalla sfida a Varese.
“Abbiamo concluso il girone d’andata e domenica aspettiamo Varese: tiriamo un po le somme quindi, bisogna riconoscere la grande stagione della Virtus, Djordjevic sta facendo un lavoro straordinario e noi siamo contenti di aver tenuto il loro passo: Sassari deve essere orgogliosa di quello che ha fatto fino ad oggi. Quella di domenica per me sarà una partita molto particolare per me perché Varese rappresenta molto di più del mio passato. Rappresenta tanto nella mia vita. I 60 anni della società? Vogliamo rendere questa annata memorabile, il fatto di avere una storia così lunga e così vincente negli ultimi anni è qualcosa che deve rendere orgogliosi tutti. Tutto ciò ci responsabilizza, vorremmo che sia un’annata soddisfacente anche dal punto di vista dei risultati sportivi “.
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Sulla Final Eight: “Quando arriveremo a un appuntamento del genere molto dipenderà dallo stato di forma di quel momento. Sono dispiaciuto per la Virtus che ha guadagnato la posizione più comoda sulla carta, ma è stata sfortunata a pescare a Venezia: mi auguro possano arrivare in fondo, mi era già successo in carriera di incontrare una squadra che non volevo incontrare ai playoff. La forza della Virtus si vedrà in quel momento”.
Sugli avversari: “Jacovics è un giocatore che mi piace molto, un giocatore europeo che conosce bene il basket. Per me un giocatore forte, così come Clarke che mi è sempre piaciuto. Hanno sempre giocato una buona pallacanestro anche se noi li abbiamo battuti: sapevo che il campionato sarebbe stato lungo e che si sarebbero ripresi. Attilio Caja è un maestro, allena bene la sua squadra”.
Sulle condizioni della squadra: “Viaggiamo tanto e stiamo bene insieme, riusciamo a sopperire questo fatto perché appunto siamo un bel gruppo. Giocare a Ostenda davanti a 400 persone non è stato idilliaco, loro hanno giocato con extra stimoli contro la prima della classe e hanno fatto una buona partita meritando la vittoria. Ho detto ai miei ragazzi all’intervallo che se avessimo perso quella partita non avrebbe cambiato nulla: la cosa che mi infastidisce è un po la superficialità con cui vengono riportate le mie parole. Oggi con i social si può scrivere quello che vuole, anche senza essere identificato: a volte ti fanno passare per scemo, scrivere che abbiamo perso per colpa del viaggio per me è una cagata. Ci proveremo sempre a vincere 22 partite di fila come è successo in passato. Le rotazioni limitate? Giocare così corti per me rimane un vantaggio, i ragazzi stanno facendo ottime cose, McLean compreso tra alti e bassi: lui ha sofferto in questa rotazione a otto, una situazione un po’ delicata per lui perché Miro sta facendo cose straordinarie. Talvolta il lato negativo di giocare in pochi è quello di risultare un po’ stanchi, ma non perché ci sia una rotazione a otto: la stanchezza non è fisica, ma mentale. I miei giocatori giocando in otto sanno di dover giocare bene e questao è un carico di responsabilità che li do: abbiamo perso a Ostenda per questo motivo, a Pistoia non abbiamo giocato benissimo ma avevamo quel senso di responsabilità dall’inizio e abbiamo vinto. Tra giocare 28-30 minuti o 22-23 minuti non cambia molto. Penso che anche far giocare 12 giocatori abbia i suoi risvolti negativi, non si hanno le stesse responsabilità: la penso così perché sono cose che ho vissuto anche in carriera, quando sei circondato da campioni il tuo rendimento personale cala. Ma tutto questo è possibile perché in panchina ho quattro grandi uomini, Magro, Sorokas, Bucarelli e Devecchi che capiscono il loro ruolo e che si toglieranno le loro soddisfazioni nel corso dell’anno”.
Su un possibile rinforzo per sostituire McLean: “Ad ore prenderemo una decisione in un senso o nell’altro rispetto a quello che sarà di Jamel, siamo un po’ nel limbo. Chiaramente è una situazione che va definita. Ho grande rispetto e affetto per lui indipendentemente da come finirà, ma una società seria come la Dinamo deve tirare le somme. La decisione definitiva va presa a breve, se non sarà oggi, lo sarà domani o lunedì. La predisposizione e l’approccio alla gara deve essere lo stesso, l’incostanza è però intrinseca in ogni giocatore lo sappiamo ma si deve essere sempre in campo con atteggiamento positivo. Jamel ora è entrato in un tunnel di poca lucidità”.