Il coach della Dinamo Sassari Gianmarco Pozzecco ha rilasciato una lunga intervista a Dinamo TV.
Impossibile non parlare della situazione sanitaria che attanaglia tutto il globo: “A Burgos è stata una situazione complicata, resa ancora più difficile da situazioni personali: avevo la febbre ed ero preoccupato perché Tania è spagnola: grazie a Stefano e ai suoi genitori siamo riusciti a farla rientrare con me in charter. Queste circostanze hanno peggiorato la mia situazione. Eravamo l’unica squadra italiana in giro per l’Europa e siamo stati gli ultimi a giocare qui in Italia: allenare dei professionisti significa mettere al primo posto il basket, ma in queste situazioni viene prima la salute. In Spagna non si rendevano conto della gravità del problema del Coronavirus. All’andata mi sono assicurato col coach avversario che loro non erano condizionati dal fatto di giocare in Italia e a porte aperte: mi ha addirittura abbracciato, poi hanno vinto meritatamente una partita disputata regolarmente. A Burgos era diverso perché noi vivevamo a pieno questa situazione, lui è stato ironico inizialmente poi era convinto che stessimo utilizzando dei mezzucci per giocare a porte chiuse: questo mi ha lasciato perplesso e dispiaciuto, il tempo è galantuomo e ora si vede cosa purtroppo sta passando anche la Spagna”
“Si è sottovalutato il problema di questo virus- prosegue il Poz-. Noi in questo momento dobbiamo aspettarci il peggio è dobbiamo far sì che tutte le società sopravvivano. Ognuno deve rinunciare a qualcosa: i tifosi alle partite, giocatori e staff a parte dello stipendio, le società possono rinunciare a qualche introito dagli sponsor. Dobbiamo rinunciare a qualcosa per non perdere tutto. Se dovessimo riniziare a maggio o giugno come dicono i più ottimistici dovremo farlo in un contesto il cui il contagio è ancora un pericolo: si entrerebbe in una situazione difficile in caso di un nuovo caso perché le squadre a cascata andrebbero in quarantena. Nel caso lo Scudetto andasse alla Virtus Bologna il primo a non essere entusiasta sarebbe lo stesso Djordjevic, un grande uomo di sport; vincere in questo modo secondo me per lui non avrebbe significato”.
Sulla stagione Poz commenta: “L’anno scorso abbiamo vissuto un’annata indimenticabile: sembrava un caso isolato, ma anche quest’anno la Dinamo è riuscita nell’impresa di confermarsi e questo nel mondo dello sport è difficile. Noi abbiamo vinto la Supercoppa e in più fin qui è stata una bella stagione, abbiamo perso cinque partite tra l’altro di pochi punti. Siamo quasi vicini all’80% di vittorie, siamo stati bravi a far continuare questa favola”
Sulla situazione della squadra il coach aggiunge: “McLean? Nella sua testa pensava che a Sassari poteva far bene per poi rilanciarsi in Eurolega. Jamel per giocare un po’ meglio doveva giocare di più e l’unica soluzione era che lo facesse da 4: senza lui in quella posizione però giocavamo a memoria, quindi ci sarebbe stato bisogno di tempo per accettare tutto questo e trovare equilibrio. Quindi siamo dovuti ricorrere al mercato con Coleby che entrerà un po’ alla volta nei nostri meccanismi: questo implica un po’ di tempo ed è anche per questo motivo che abbiamo tagliato Curtis, che umanamente non se lo meritava, per cercare maggiore capacità di playmaking con Smith”.