Le parole del coach della Dinamo Sassari, sempre più a suo agio in terra di Sardegna, in vista di Gara 2 dei playoff contro Brindisi.
Così Gianmarco Pozzecco ai microfoni di Dinamo Tv, con in testa una caratteristica berritta nera: “Ho cercato di lanciare il segnale di resettare tutto: si riparte da 0-0, sarà una partita con una storia diversa da Gara 1: abbiamo grande rispetto di Brindisi, sarà un’altra battaglia. Il risultato di sabato è un po’ bugiardo, ci hanno messo in difficoltà giocando una pallacanestro intelligenza, con tanto agonismo. Mi piace parlare dei miei ragazzi, dando a ognuno ciò che si merita: bisogna sottolineare la prova di Gentile, di Cooley. Abbiamo la grande dote di poter avere protagonisti diversi a seconda del match, e gli altri devono essere bravi ad accettare questo per il bene della squadra”.
Poi le parole al miele per la Sardegna: “Devo essere onesto, ho trovato una situazione diversa da ciò che mi aspettavo. Quando sono arrivato ho detto che una delle cose che mi hanno colpito nell’ambiente Dinamo era la partecipazione del pubblico, ma qui siamo oltre la più rosea delle aspettative. Quello per la Dinamo non è tifo, è quasi una fede: è una cosa che non si vive spesso, un valore aggiunto inestimabile. E, altro aspetto ‘strano’, è il fatto che questo sentimento sia forte non solo nei sassaresi. Alla Cavalcata ho incontrato decine di persone arrivate da tutta la Sardegna, compreso chi si è fatto due ore e mezza di auto per esserci. La Dinamo è così, è un po’ di tutti i sardi e questa è una cosa bellissima”.
Sulle emozioni vissute alla Cavalcata sarda: “La mia fidanzata è di Valencia, loro sono molto più legati di noi a queste tradizioni. In Italia si stanno un po’ perdendo, siamo poco interessati. Fortunatamente – chiosa un Pozzecco in versione antropologo – in posti come la Sicilia e la Sardegna sono cose che si vivono ancora ed è stupendo. La Dinamo è figlia di questi sentimenti”.