Da avversario a uomo simbolo, da giovane che non aveva mantenuto le premesse a protagonista in Nazionale e in Eurolega. Se Achille Polonara ha raggiunto obiettivi che in pochi si aspettavano il merito è anche di quella tappa a Sassari che l’ha visto protagonista tra il 2017 e il 2019. Le strade dell’ala marchigiana e della Dinamo Sassari si sono separate nell’estate del 2019, ma il legame con la società biancoblù e con la Sardegna rimane forte. L’atleta, oggi in forza al Fenerbahce in Turchia, ha rilasciato un’intervista sui canali ufficiali della società sassarese.
Sulla stagione 2018-2019
“Dopo la Coppa Italia del 2019 è cambiato tutto, ci divertivamo, venivamo ad allenarci con il sorriso, c’era un grandissimo feeling con lo staff, la società e tutti i nostri tifosi, momenti indimenticabili. Quel giorno a Wurzburg con la vittoria della Fiba Europe Cup, la cavalcata comunque trionfale nei playoff anche senza Scudetto, Piazza d’Italia il giorno dopo, un percorso pazzesco, rimarrà tutto nella mia testa“.
L’importanza della tappa Dinamo
“La Dinamo è stata una tappa fondamentale per la mia carriera, hanno avuto grandissima fiducia in me, avevo già rinnovato per altri due anni, a testimonianza di quanto stessi bene a Sassari. Poi è arrivato il treno di Vitoria, quelle occasioni che non puoi non prendere altrimenti ti porti dietro i rimpianti per tutta la vita. Una chiamata di Eurolega non l’avevo mai avuta e ringrazio tutti per avermi dato la possibilità di poter scegliere la mia strada anche se la squadra era già fatta“.
I rapporti lasciati a Sassari
“Quando posso non mi perdo una partita, non sempre riesco, ma chiamo Stefano Gentile con cui ci sentiamo spesso, il team manager Lele Fara o Ousmane Diop, con cui ho un bellissimo rapporto, tifo sempre Dinamo e spero che possa fare bene“.
Le diversità tra l’Eurolega e le altre competizioni
“Ci sono diversità , la cosa che balza subito agli occhi è che in Eurolega ci sono roster assolutamente lunghi e molto profondi, fatti di giocator di altissimo livello, è un campionato a parte, giochi ogni due giorni, devi farti trovare preparato altrimenti sei sempre un passo indietro“.
La Nazionale e le Olimpiadi
“Momenti incredibili, la partita in Serbia, le Olimpiadi di Tokyo, è stato qualcosa di eccezionale dove abbiamo scoperto di essere veramente un grande gruppo che poteva ottenere qualsiasi risultati, ci abbiamo provato fino in fondo, la maglia azzurra rimane qualcosa di speciale“.
Sulla scelta di andare all’estero
“Tanti scelgono di rimanere in Italia con la propria comfort zone, è assolutamente rispettabile, ma quello che ti mette di fronte l’estero è differente, giochi da straniero, più responsabilità , ti permette di crescere a livello umano e di essere più pronto a determinate situazioni, sono convinto che giocare fuori abbiamo un plus in più“.
La Redazione














