I voti e i giudizi sul Cagliari che ha battuto il Genoa per 1-0 alla Sardegna Arena.
CRAGNO 6,5 – Risponde presente al 13’ sul bel destro di Piatek, graziato al 50’ dal destro di Bessa che finisce a lato, che ci riprova dopo qualche minuto trovando i pugni del toscano. Si riprende dopo la battuta a vuoto contro la Lazio, dimostrando sicurezza anche sulle uscite alte.
SRNA 6 – Rientra dopo due turni di stop per l’espulsione rimediata contro la Roma, soffre la verve di Lazovic, riuscendo poche volte a farsi pericoloso in avanti. Un po’ meglio nella ripresa, ma l’impressione è che l’infortunio patito qualche settimana fa abbia lasciato qualche scoria di troppo.
PISACANE 7 – Confermato da Maran tra i titolari, torna centrale opposto al capocannoniere della Serie A ma senza timori reverenziali. Chiude bene il polacco in diverse occasioni, mettendo spesso una pezza su interventi non perfetti di qualche compagno. Va anche al tiro al 29’ dopo una bella azione dei suoi, ma il destro a giro è alto). Leonino contro Piatek, impossibile rinunciare a lui.
CEPPITELLI 7 – Scherzato da Piatek al primo pallone pericoloso, capisce subito che non deve lasciare il minimo spiraglio al polacco, come al 44’ quando gli toglie il pallone dalla testa sull’ennesimo cross dalla destra. Buon rientro dopo lo stop per squalifica.
PADOIN 6 – Ancora una volta titolare, nonostante il momento poco brillante, l’ex Juve fa un po’ fatica con Pedro Pereira (più giovane di lui di ben 14 anni) e Kouame, ma cerca di sopperire con le sue doti principali, grinta ed esperienza.
FARAGÒ 6,5 – Impossibile rinunciare alla sua gamba e ai suoi cross, a maggior ragione dopo il rientro di Pavoletti. In continuo movimento, mette in mezzo tanti palloni per i compagni.
CIGARINI 6 – Maran gli dà fiducia al posto di un Bradaric in debito d’ossigeno e l’ex Atalanta fa il suo, con il suo solito passo felpato. Tiene bene la mediana, meritandosi gli applausi della Sardegna Arena al momento del cambio (dall’87’ BRADARIC sv).
BARELLA 6,5 – Sfiora il vantaggio al 31’ con un gran destro a giro da sinistra, che Sandro devia in corner. Meno appariscente del solito, sbaglia qualche appoggio semplice con errori non da lui. Regala un pallone splendido per Pavoletti al 54’, ma il livornese spreca. In crescita nella ripresa, il suo tiro al volo al 68’ è quasi perfetto, ma trova solo il palo.
JOAO PEDRO sv – Dopo soli 37 secondi un intervento killer di Romero gli mette fuori uso la caviglia. Prova a tenere duro, ma deve lasciare il campo dopo neanche un quarto d’ora (dal 14’ IONITA 6 – Inizialmente in panchina, il moldavo viene buttato dentro da Maran come vertice alto del rombo di centrocampo. La sua fisicità è utile ai rossoblù di casa in una gara così maschia).
FARIAS 6,5 – Il solito, ondivago, Farias. Spreca un ottimo contropiede in chiusura di primo tempo, servito da un ottimo assist di Pavoletti, trova il vantaggio al 48’ con un destro sporco. Ha la chance di chiudere la partita al 61’, ma spreca tutto tirando in bocca a Radu. Esce tra gli applausi della Sardegna Arena, tutt’altro che convinto del cambio (dal 74’ SAU 6 – Entra nell’ultimo quarto d’ora per dare profondità all’attacco rossoblù, lotta contro la difesa ospite).
PAVOLETTI 6 – La prima palla giocabile la riceve al 43’, tirando debolmente su Radu. Non si contano le sponde per i compagni, ma si divora un’ottima occasione al 54’, tirando alle stelle dal limite. Nella ripresa crolla dal punto di vista fisico, ma tiene botta fino alla fine. Mezzo punto in più per l’impegno.
MARAN 6,5 – Fa rumore la rinuncia a Romagna, ma dopo 15 minuti deve rinunciare a Joao Pedro, azzoppato da Romero: il leitmotiv del primo tempo vede i suoi a rincorrere, fedeli al “primo non prenderle”. Il Genoa di Prandelli fa la partita, ma le attenzioni riservate a Piatek sono impeccabili. Farias gli regala il vantaggio in chiusura di prima frazione, dopo il passaggio al 4-2-3-1, schema riproposto poi nella ripresa. Alla fine gli va bene, la sua organizzazione difensiva ha la meglio sul gioco dei genovesi, da oggi superati in classifica. E, in una partita brutta come questa, il ritorno alla vittoria è l’unico aspetto che conta.
Andrea Ferrari