La bandiera rossoblù oggi allena i portieri della squadra di Marco Sanna.
Corso di allenatore UEFA B per Tore Pinna, attuale preparatore dei portieri nonché bandiera eterna della Torres. Per lui come tanti giovani (o meno) calciatori sardi si pensa alla nuova attività, ma la maglia rossoblù è un qualcosa di troppo forte per il recordman di presenze.
Ne ha parlato a La Nuova Sardegna, in un momento molto complicato per il club presieduto da Salvatore Sechi. «Mi piace questa nuova sfida e ringrazio la Torres e il presidente Salvatore Sechi che mi hanno dato l’autorizzazione e si sono fatti carico delle spese – spiega Pinna -. Ho sempre sperato di rimanere nel mondo del calcio e questo è il modo per provarci. Se poi devo dire la verità non nego che il sogno e quello di sedermi, un giorno, sulla panchina della Torres. E’ la mia squadra ed è la mia vita. Da bambino la mia speranza era quella di indossare la maglia rossoblù. Ci sono riusciuto e non me la sono più tolta di dosso. Adesso chissà…»
Non è un mistero che a Pinna manchi il campo, dopo essere tornato in auge prima nel tentativo di salvezza in Serie D (non riuscito, nel 2017) e poi nella cavalcata della promozione nella scorsa annata. Adesso il nuovo ruolo di preparatore è gratificante anche se – ammette – «manca quell’adrenalina e la capacità di incidere in prima persona sul risultato. Il ruolo di preparatore, in questo momento, mi sta un pochino stretto».
Il sogno è allenare. «Voglio provarci. Ho cominciato le lezioni e a fine aprile ci saranno gli esami. Se sarò promosso potrò allenare in tutte le categorie dilettantistiche fino alla serie D».
Inevitabile parlare del momento difficile per la Torres. «Succede che quando non segni diventa tutto più difficile. E noi fatichiamo moltissimo sotto rete. La squadra non sta giocando male. Anche domenica ha costruito sei o sette occasioni che potevano essere sfruttate meglio. Questo però non vuole essere un atto di accusa nei confronti di nessuno e tantomeno di Camilli. Il nostro centravanti si sta battendo con coraggio ed è il primo a soffrire per la situazione che si è venuta a creare. Credo che il problema della Torres sia più psicologico che tecnico. I ragazzi devono essere più cattivi e più convinti. Devono cominciare a mordere gli avversari già nel sottopassaggio del Vanni Sanna. Manca un po’ di personalità. Ed è un peccato perché le qualità tecniche ci sono. Sono convinto che ci salveremo. Dobbiamo ricominciare a vincere e farlo subito. L’arrivo di Manuel De Carolis, un attaccante che potrà debuttare domenica a Castiadas, ci darà una bella mano. Però faccio un appello a tutti quelli che vogliono bene alla Torres: stringiamoci intorno alla squadra perché l’amore si dimostra nei momenti di difficoltà e non solo quando le cose vanno bene. Lasciamo da parte le polemiche e i retro-pensieri e cerchiamo, tutti, di tenere alta la bandiera rossoblù».
Pensiero finale al portiere della Juniores che domenica è rimasto vittima di un brutto incidente di gioco ed è ancora ricoverato in ospedale. «Sono andato a trovarlo e gli ho fatto gli auguri. Spero si riprenda presto e torni in campo con noi», il messaggio di Pinna.